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di  Paolo Russo

"Mi hanno picchiato senza che abbia fatto nulla" racconta a Fanpage.it Idrissa Diallo, il 23enne di origine guineana protagonista della vicenda. "Farò denuncia. Uno dei due non si è mai fermato! In caserma sono scoppiato a piangere: non avrei mai pensato potesse succedere una cosa del genere"

Idrissa Diallo arrivato in Italia con un barcone sette anni fa. Da sei anni lavora al ristorante "Ci risiamo" di San Damaso (frazione di Modena). Stimato e apprezzato, dai datori di lavoro e dai colleghi, oggi accende i riflettori su una questione spinosa già affrontata, nel corso della trasmissione PiazzaPulita di qualche anno fa.

A seguire l'audio di un'intercettazione ambientale prodotto da un'inchiesta della procura della provincia di  Massa e Carrara (di qualche anno fa) che per un certo lasso di tempo ha messo cimici all'interno delle volanti dei carabinieri di Aulla.

L'intercettazione è una fotografia di certe dinamiche che buttano fango sull'immagine di una forza militare di polizia che vigila sul territorio garantendo sicurezza e rispetto delle leggi.

Conosciamo quanta passione muove certi uomini e donne in divisa che con spirito di sacrificio e con molta umanità abbracciano dignitosamente la causa che hanno sposato però non  possiamo neanche limitarci a parlare di mele marce!

 

Le logiche che muovono certi comportamenti non fanno dell'uomo carabiniere, diligente fino al giorno prima, un mostro da eliminare quando diventa violento e irrazionale.

Dietro certi agiti sembrano nascondersi ragioni molto più profonde e frustrazioni che soffocano completamente lo spazio mentale che serve per decidere come comportarsi.

Questi uomini conoscono le leggi, sono formati, hanno superato un concorso ma spesso sono vittime di uno stress di cui bisognerebbe palesare le ragioni.

In particolare a mio avviso bisognerebbe riflettere su questioni basilari di cui lasciamo due domande: come è attenzionato lo stress all'interno dell'arma?

L'organizzazione lavorativa  della vita del militare è essa stessa fonte di stress? 

 

 

di  Massimo Reina

Con lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, gli Houthi, un movimento ribelle attivo nello Yemen, ha espresso solidarietà alla popolazione palestinese di Gaza iniziando una serie di rappresaglie fatta di lanci di missili contro il territorio israeliano e le navi che attraversano il Mar Rosso, soprattutto quelle di quei Paesi che sostengono l’invasione israeliana e la strage di civili innocenti, come gli USA, mettendo in forte crisi il commercio internazionale legato al passaggio nel canale di Suez. Ma chi sono questi miliziani che da anni combattono una sanguinosa guerra civile nello Yemen e di cui si parla tanto in questi giorni?

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