Nessuna crudeltà, ma 75 coltellate: il paradosso della sentenza Turetta che (non) assolve il femminicida
La Corte: "Pianificazione lucida, ma imperizia nel delitto". Perché l’ergastolo resta l’unico verdetto possibile
di Monica Vendrame
Roma – “Crudeltà” non è sinonimo di efferatezza. “Inesperienza” non equivale a inconsapevolezza. Sono queste le premesse – tecniche, controintuitive – alla base della sentenza di condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, i cui 300 capitoli di motivazioni, pubblicati mercoledì, hanno scatenato un uragano di polemiche.