di Imma Pontecorvo
Tra le architetture più grandiose d’Europa, la Reggia di Caserta si presenta come un’immensa sinfonia di pietra, acqua e verde, dove il potere borbonico si trasforma in esperienza sensoriale e storica.
Voluta da Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna e sovrano del Regno di Napoli dal 1734, la Reggia nacque con l’ambizione di eguagliare, se non superare, la magnificenza di Versailles, incarnando un simbolo tangibile della potenza e della visione illuminata della dinastia borbonica.
La prima pietra fu posata il 20 gennaio 1752, nel giorno del compleanno del re, dando avvio a un’impresa colossale affidata all’architetto Luigi Vanvitelli. Romano d’origine, Vanvitelli era noto per la sua abilità nell’unire la tradizione barocca romana a un gusto più neoclassico, creando un’opera che combinava monumentalità e armonia. Sebbene né Carlo di Borbone né Vanvitelli videro la conclusione dei lavori – il re abdicò nel 1759 e l’architetto morì nel 1773 – la loro visione fu portata avanti dal figlio di Vanvitelli, Carlo, e da altri architetti nel corso del Diciannovesimo secolo.
L’intero complesso si estende su oltre 45.000 metri quadrati, con una facciata lunga 247 metri e 1.200 stanze disposte attorno a quattro grandi cortili. Lo Scalone d’Onore, composto da 116 gradini, monumentale e scenografico, accoglie con le sue doppie rampe di marmo lucido che riflettono la luce come un fiume di pietra; il passo dei visitatori risuona solenne, amplificato dall’eco delle statue allegoriche che sembrano sussurrare antiche storie di gloria e potere.

L’illuminazione è irradiata da 24 finestre, con decorazioni rappresentate da statue che raffigurano leoni e da sculture collocate in nicchie che rappresentano la Maestà Regia, il Merito e la Verità. Sul soffitto, invece, spicca la “Reggia di Apollo” affrescata da Girolamo Starace Franchis.
La visita può partire dalla Sala degli Alabardieri che è stata progettata da Luigi Vanvitelli e dal figlio Carlo dove è possibile ammirare la volta che ospita “Le armi di Casa Borbone sostenute dalla virtù” dipinta da Domenico Mondo. Sono inoltre presenti otto busti femminili che raffigurano l’allegoria delle arti.
Proseguendo, possiamo entrare nelle successive sale, le più importanti sono la Sala di Astrea, Anticamera degli ambasciatori, segretari di Stato e altre persone privilegiate; la Sala di Marte con decorazioni che richiamano il dio della guerra, a partire da quelle neoclassiche in Stile Impero, mirate ad esaltare la guerra e le virtù militari che dal 1804 al 1814 portarono l’Impero Francese ad estendersi su tutta l’Europa, incluso il Regno di Napoli .
SALA DI ASTREA

La Sala del Trono, la più ampia, lunga più di quaranta metri, illuminata da sei finestre e caratterizzata da notevoli dorature. In fondo alla sala troviamo il trono, in legno intagliato e dorato, tappezzato di velluto. Questa sala si presenta come un cuore pulsante di fasti e celebrazioni, avvolta da un’atmosfera di maestosa solennità.
SALA DEL TRONO

Altri due ambienti interessanti sono gli appartamenti del Re e di Murat entrambi realizzati in stile neoclassico con pareti tappezzate in seta di San Leucio. Nel primo è possibile ammirare la Sala del Consiglio, il Salotto e la camera da letto di Francesco II, in origine destinata allo stesso Murat. Il secondo, invece, è stato costruito dopo la conquista del Regno di Napoli da parte dei francesi per ospitare Gioacchino Murat nella reggia.
STANZA DA LETTO DI RE FRANCESCO II

Ogni singolo interno della Reggia di Caserta, è un trionfo di stucchi dorati, affreschi vividi e pavimenti di marmo intarsiato, ricchi di dettagli che narrano miti classici, episodi storici e ideali illuministi di buon governo e prosperità. L’aria è pervasa da un lieve profumo di legno levigato e cera d’api, evocativo delle epoche passate.
Tra gli elementi più belli, possiamo contemplare anche la Cappella Reale Palatina e il Real Teatro di Corte. Da annoverare, la Biblioteca Palatina che occupa tre stanze degli Antichi Appartamenti della Reggia di Caserta ed è arredata splendidamente in noce e mogano. Ci sono circa 14.000 libri e opuscoli collezionati dalla famiglia reale, comprese alcune prestigiose scritture. Possiamo anche trovare libri sulle opere significative della cultura europea e napoletana dell'era moderna.
Varcando le soglie del palazzo, all’esterno, la vista si apre sul Parco Reale, un capolavoro paesaggistico di circa 120 ettari. Progettato come naturale estensione della residenza, il parco si snoda in un lungo viale rettilineo, la celebre Via d’Acqua che si estende per circa 3 chilometri, sorvegliata da un susseguirsi di creature mitologiche e caratterizzata da una serie di vasche, fontane e cascate alimentate dall'Acquedotto Carolino.
Dalla Fontana Margherita fino al Torrione del Monte Briano, ammiriamo le diverse spettacolari fontane, la Fontana dei Delfini raffigurata da due delfini che affiancano un mostro marino dotato di artigli; i venti antropomorfi che sfidano Enea lungo il suo viaggio raffigurano, invece, la Fontana di Eolo mentre la fontana di Cerere si staglia tra delfini e tritoni.
FONTANA DI CERERE

Figure mitologiche preannunciano il tema dell’ultima grande fontana del Parco, la Fontana di Diana e Atteone, il giovane tramutato in cerco e sbranato dai suoi stessi cani per aver osato spiare la dea al bagno. Le figure si specchiano argentee nell’ampia vasca in cui si tuffa energica la grande cascata artificiale che discende dalle pendici del monte Briano. La spettacolare Cascata Grande, che si erge maestosa alla fine della Via d'Acqua in un punto panoramico privilegiato dove il fragore dell’acqua si infrange sulle rocce riempiendo l’aria di frescura e umidità, mentre il profumo intenso della terra umida e delle foglie appena mosse dal vento avvolge i sensi.
FONTANA DI DIANA E GRANDE CASCATA

FONTANA DI ATTEONE

Ai lati del Parco Reale, invece, possiamo inoltrarci nei giardini , luoghi lussureggianti in cui perdersi passeggiando guidati dal proprio istinto che si distendono per ben 120 ettari e nel 2010 proclamati i più bei giardini storici d’Italia.
Nel Giardino all’Italiana, l’ordine geometrico delle aiuole e delle siepi scolpite si unisce al suono cadenzato delle fontane monumentali. Le sculture di tritoni, divinità e figure allegoriche sembrano animarsi sotto i raggi del sole, riflettendo una luce dorata che esalta ogni dettaglio. L’aria è carica del dolce profumo delle rose, dei gelsomini e di altre essenze mediterranee, mescolato al fresco sentore di acqua corrente.
In netto contrasto, il Giardino all’Inglese, creato alla fine del Settecento per volere della regina Maria Carolina, accoglie con un’atmosfera più intima e naturale. I sentieri sinuosi si perdono tra alberi esotici e piante rare, mentre il canto degli uccelli e il fruscio delicato delle foglie accompagnano ogni passo. L’odore muschiato delle felci si unisce a quello più dolce delle violette selvatiche, mentre le anatre guizzano nei laghetti che riflettono il cielo limpido. In questo piccolo angolo di paradiso terreste, immersa in un intrico verdeggiante, il Bagno di Venere incanta subito per la sua bellezza, espressa attraverso una statua in marmo di Carrara, raffigurante la Dea Venere nell’atto di uscire da uno specchio d’acqua abbracciato da un Criptoportico che fa viaggiare il visitatore verso un ambiente ispirato ai resti pompeiani dell’Antica Roma custodendo al suo interno meravigliose statue provenienti dagli scavi di Pompei e dalla collezione Farnese, oltre che i resti di un tempio dorico.
BAGNO DI VENERE

Non lontano possiamo scorgere altri luoghi suggestivi dove il silenzio è interrotto soltanto dal crepitio delle foglie sotto i piedi e dal richiamo degli animali nascosti, creando un’atmosfera di pace che riporta indietro nel tempo: il Bosco di San Silvestro che regala ombra e frescura con la sua vegetazione secolare e il Bosco Vecchio, con la Peschiera grande, costruita da Ferdinando IV per dilettarsi con piccole battaglie navali, e la Castelluccia, luogo di giochi e svago dei piccoli principi.
Completano l’esperienza la vicina città di San Leucio, fondata da Carlo di Borbone come centro produttivo e sociale innovativo, dove le idee illuministe di uguaglianza, educazione e progresso tecnico si concretizzarono in una realtà ante litteram.
Nel 1997 l’UNESCO ha riconosciuto la Reggia di Caserta come Patrimonio dell’Umanità, sottolineando il valore universale di questo complesso unico. Oggi, la Reggia non è solo un monumento di straordinaria bellezza e maestosità, ma un luogo dove storia, arte e natura si fondono in un’esperienza multisensoriale: l’eco delle voci e dei passi sulle scale di marmo, il profumo intenso delle piante e dell’acqua, il gioco di luci e ombre tra le sale e i giardini, il suono incessante dell’acqua che scorre e il calore avvolgente di una storia che vive ancora tra le sue mura.
La Reggia di Caserta è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, con orario continuato dalle 8:30 alle 19:30, con chiusura della biglietteria alle 18:45. I prezzi variano a seconda della parte della Reggia che si desidera visitare.
È possibile acquistare i biglietti online su TicketOne o presso la biglietteria ubicata in piazza Carlo di Borbone aperta dalle 8:30 alle 18:00.

