di Monica Vendrame
SIENA – Le prime gocce sono arrivate nel primo pomeriggio, leggere, quasi timide. Ma bastano pochi minuti, e la pioggia si trasforma in temporale. Alle 16 in punto, affacciata dalle trifore del Palazzo Comunale, la bandiera verde ondeggia al vento. È ufficiale: il Palio di Provenzano non si corre oggi. Tutto rinviato a domani, 3 luglio.
Chi conosce Siena sa che questo non è solo un rinvio. È una sospensione collettiva del respiro. È un giorno che si stava aspettando da settimane — anzi, da mesi — e che viene rimandato per rispetto, per sicurezza, per tradizione. Perché il tufo bagnato non perdona, e in questa città le regole del Palio non si toccano. “Meglio un giorno in più che un cavallo in meno”, sussurra un contradaiolo della Civetta, sotto il portico di via di Città, mentre cerca riparo con la bandiera arrotolata sotto il braccio.
Il Palio non è uno spettacolo: è un rito. E un rito ha i suoi tempi, anche quando sono dettati dal cielo.
Fino a mezzogiorno sembrava tutto regolare. Le prove si erano svolte, il clima era instabile ma non minaccioso. Poi, verso le 14:30, il cielo sopra Piazza del Campo si è fatto pesante. Prima l’acqua, poi i lampi. I tecnici comunali hanno fatto il sopralluogo sulla pista: il tufo, inzuppato, è diventato pericoloso. A quel punto non c’è stata altra scelta.
La sindaca Nicoletta Fabio ha ribadito il principio che guida ogni Palio: “Senza Corteo Storico, la Carriera non può svolgersi. E con questo meteo, non ci sono le condizioni”. Una regola chiara, rispettata sempre, anche quando comporta delusione.“Noi ci siamo, domani o dopodomani. Il Palio non lo perdi mai, te lo porti dentro”, dice Marta, 28 anni, della Selva. È arrivata da Milano in treno, solo per la corsa. Resterà finché sarà necessario.
Si corre domani: stessi orari, nuova attesa
La Carriera slitta a giovedì 3 luglio, con lo stesso programma:
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Ore 17:20: partenza del Corteo Storico dal Cortile del Podestà
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Ore 19:30: inizio della corsa
Il meteo, stavolta, sembra più clemente. Le previsioni parlano di cielo terso e temperature in lieve calo. I senesi incrociano le dita, ma senza troppa ansia: la città è abituata ad aspettare, a vivere il tempo con un’altra intensità.
Non è la prima volta che accade. Anche nel 2023 e nel 2024 la pioggia ha imposto rinvii, diventando quasi parte integrante della liturgia paliesca. Quest’anno il maltempo ha colpito ancora. Ma se c’è una cosa che Siena ha imparato, è che il Palio non si comanda. Lo si serve. Lo si aspetta.
In Piazza, intanto, c’è chi resta. Chi canta comunque. Chi beve un bicchiere di vino con i contradaioli. Perché il Palio è corsa, sì. Ma è anche tutto quello che succede intorno e prima e dopo.
“La corsa è un minuto. L’anima è tutto il resto”, dice un vecchio fantino, in disparte.
E domani, con il sole — se il cielo vorrà — si correrà davvero.