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di  Monica Vendrame

C’è una data, nel nostro calendario civile, che ha il potere di dividere e di unire, di scaldare gli animi e, insieme, di far riflettere in silenzio: è il 25 aprile, la Festa della Liberazione. C’è chi la vive come un rito stanco, chi la contesta apertamente, chi la celebra con le lacrime agli occhi. Ma dietro ogni bandiera, ogni coro, ogni polemica, c’è una verità che resiste: l’Italia ha scelto la libertà. E lo ha fatto nel momento più buio.

 

di Massimo Reina

In Italia, ogni 25 aprile, si compie un miracolo laico. Per un giorno intero, anche chi ha firmato le peggiori restrizioni delle libertà individuali si mette la spilla rossa al petto, si finge partigiano, cita Sandro Pertini, intona “Bella Ciao” con l’intonazione di un frigorifero rotto, e si fa fotografare sotto qualche busto di bronzo mentre pontifica su libertà, diritti e antifascismo.

 

Sessantamila donne, uomini, bambini violentati nel basso Lazio dalle truppe coloniali francesi dopo la battaglia di Monte Cassino

 

di  Massimo Reina

È il 1944. L’Italia è occupata. Roma è ancora tedesca, e la linea Gustav blocca l’avanzata degli alleati. Gli americani vogliono sfondare, i francesi promettono di riuscirci. A un patto. Che li lascino liberi di premiare i loro soldati con il bottino di guerra.

 

di Monica Vendrame

Sotto i canali scintillanti e i palazzi maestosi di Venezia si nasconde un enigma che resiste da oltre mille anni: un esercito silenzioso di pali di legno, custodi invisibili della città galleggiante. Non si tratta di semplici tronchi, ma di una straordinaria opera di ingegneria naturale e umana, un segreto che sfida il tempo e le leggi della fisica.