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di  Massimo Reina

E anche stavolta siamo qui. A piangere una donna uccisa, con la faccia spalmata sui social, le candeline, i minuti di silenzio, le panchine rosse ripitturate da qualche assessore in vena di selfie e buone intenzioni. Ci indigniamo — per uno, due giorni massimo — poi tutto torna come prima. Fino al prossimo femminicidio. E via con il replay.

 

di  Massimo Reina 

Mentre Bruxelles sprofonda in una crisi d’identità che nemmeno Freud saprebbe diagnosticare, a Milano oggi si è alzata una voce fuori dal coro del gregge atlantista: la manifestazione promossa da Marco Rizzo e Francesco Toscano, aperta “a tutti gli italiani” – quelli veri, indipendentemente dalle proprie idee politiche, non i passivi consumatori di propaganda – e chiusa, finalmente, alle bandiere di partito. Perché quando si lotta contro il Leviatano tecnocratico che ha sostituito il concetto stesso di sovranità con quello di sottomissione, non servono simboli, ma coscienza.

 

di  Massimo Reina 

L'Italia ha spento 76 candeline sotto l’ombrello stellato della NATO. E come ogni compleanno che si rispetti, non sono mancati i discorsi altisonanti, le pacche sulle spalle, i brindisi a base di retorica frizzante e le standing ovation per quei "valori condivisi" che ormai condividono solo i ghostwriter dei ministeri: democrazia, libertà, sicurezza. Tre parole usurate come il giuramento di un consigliere regionale indagato.

 

Corso Tassoni, Torino. Alle 7:30 di ogni mattina, un’Apecar rossa accende la speranza

 

di  Monica Vendrame 

A Torino, in corso Tassoni, un’Apecar rosso fuoco staziona ogni mattina davanti al Liceo Cavour. Non è un veicolo qualunque, ma un’oasi di condivisione voluta da Leonardo Figello, 16 anni, che da oltre un anno trasforma un sogno d’infanzia in un esperimento sociale senza confini: il CondividApe.

 

di  Massimo Reina

Avete presente quelle vignette da settimana enigmistica dove il protagonista corre sotto la pioggia atomica con un ombrello da spiaggia? Bene. È più o meno così che l’Europa — quella che sogna di diventare una potenza militare seria, ma con la credibilità bellica di Paperoga — si sta preparando alla guerra nucleare con la Russia. Bombe che piovono sulla testa — metaforicamente per ora, fisicamente domani? — e politici che parlano di “ombrello nucleare” francese come se stessimo parlando del parasole da spiaggia venduto a Lido di Camaiore.

 

di  Gianluca Perri

A dare la triste notizia sono ormai le tante dichiarazioni di ricercatori, studiosi e scienziati, da cui emerge una chiara e netta attività di geoingegneria climatica. Di innocuo c’è ben poco, mentre di ingenuo c’è ancora, purtroppo, un nutrito numero di persone che ignora la gravità di quanto sta accadendo nei nostri cieli.