Colors: Orange Color

 

di Massimo Reina

Se c'è una cosa che Hollywood sa fare bene è cavalcare le mode, anche quando finiscono per trasformarsi in scivoloni clamorosi. L'ultimo esempio di questa sindrome da attualizzazione forzata è "La Guerra dei Rohirrim", un film che aveva tutte le potenzialità per arricchire l'universo di Tolkien, ma che si perde nella smania di modernizzarlo con un pennello ideologico che finisce per imbrattare, più che valorizzare.

 

di  Massimo Reina 

 

I curdi, il popolo senza Stato, eredi di una terra che non esiste sulle mappe, sono stati traditi per l’ennesima volta. Questa volta, a decretare il loro destino non è un impero morente o un regime dittatoriale, ma l’ennesima manovra geopolitica di chi si erge a paladino della democrazia e della libertà: gli Stati Uniti e Israele. Gli stessi che, con la loro politica di alleanze a geometria variabile, hanno spalancato le porte al dominio turco-fondamentalista islamico sulla regione, sacrificando i curdi sull'altare di interessi ben più redditizi.

 

di  Paolo Di Mizio

 

A quelli che sono impegnati a indignarsi per Cecilia Sala, arrestata senza capo d'accusa, dico: cercate di trovare un attimo di tempo per indignarvi anche per l'arresto del dottor Hussam Abu Safiya, direttore dell'ultimo ospedale ancora esistente a Gaza, arrestato senza alcun capo d'accusa dai soldati israeliani e chiuso nel carcere di massimo rigore di Sde Teiman, dopo essere stato aggredito a pugni e calci dai militari e poi frustato con un cavo elettrico. Ma solo se trovate un minuto di tempo, eh, senza impegno.
(la foto da un post di Giuseppe Salamone)

 

 

di   Paolo Di Mizio 

 

Cecilia Sala è chiaramente stata arrestata come ritorsione per l’arresto – illegale – dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, bloccato il 16 dicembre scorso su ordine della giustizia americana all’aeroporto di Malpensa. L’accusa, per lui, mossa da Washington, è di traffico d’armi. Ma è un’accusa farlocca senza alcuna base giuridica.

 


L'ingegnere lavora per lo Stato iraniano: se lo Stato iraniano vende armi a un paese terzo (poniamo la Russia o l’India), questo non è un reato di "traffico d'armi", è un libero commercio garantito dal WTO e dalle leggi internazionali, che piaccia o non piaccia all'America. Se vendere armi da uno Stato all'altro fosse un reato, allora ci dovrebbe essere un ordine di arresto per Biden e per tutti i presidenti americani, che sono i maggiori venditori di armi del mondo.
Aggiungo, per quelli che dicono che “l’Iran viola le sanzioni”: le sanzioni sono un atto politico, arbitrario, non giuridico, in altre parole non sono una legge. Anzi, per la giurisprudenza internazionale le sanzioni sono addirittura fuorilegge se attuate al di fuori di un mandato dell’ONU come avviene in questo caso. Quindi se non c’è una legge, non c'è alcun reato.
La verità è che gli americani vogliono interrogare, con le buone o con le cattive, l'ingegnere iraniano per conoscere i segreti dei droni iraniani, come li fabbricano, dove, se li vendono alla Russia, ecc. Questa è la vera ragione. L'arresto dell'ingegnere è un sequestro di persona, non un arresto: è un atto di pirateria di Stato.

 

  

 

di  Lorenzo Rossomandi

 

Quando smetteremo di essere dei bambinoni, forse riusciremo a risolvere gran parte dei nostri problemi.
I bambini sono una cosa stupenda e la loro ingenua e pulita visione del mondo è qualcosa che riscalda il cuore.
Ma per noi adulti quell’ingenuità risulta ridicola.

 

di  Lorenzo Rossomandi

 

Come è ormai consuetudine, dopo pochi minuti dalla notizia dell’arresto di Cecilia Sala in IRAN, nei social pullulavano migliaia di post di questo tenore:
Ma chi gliel’ha fatto fare!

Notizie