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di  Monica Vendrame

 

Non è certo un segreto che le relazioni tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump non siano mai state facili, ma recentemente le dichiarazioni dell'ex presidente americano sembrano aver posto fine a ogni possibile distensione. Secondo Trump, Zelensky avrebbe fallito nel gestire l'invasione della sua nazione, accusandolo non solo di non aver previsto e impedito il conflitto, ma anche di essere ormai un leader con un consenso vicino allo zero. L’affermazione secondo cui il presidente ucraino goda di un misero 4% di approvazione, se fosse vera, sarebbe devastante: non solo segnerebbe la fine della sua carriera politica, ma getterebbe ombre sul suo ruolo in una guerra che ha causato enormi sofferenze al popolo ucraino.



di Massimo Reina



C’è una nuova inquisizione in città. Non si veste di nero, non impugna croci né minaccia roghi in piazza, ma il suo effetto è il medesimo: il silenzio di chi dissente. È il politicamente corretto, signore e signori, l’ultimo ritrovato per mascherare l’ipocrisia dietro una parvenza di virtù. Un tema scottante, che Alain de Benoist affronta con rara lucidità nel suo libro La nuova censura, uno di quei testi che rischia di diventare clandestino proprio perché dice ciò che tutti pensano ma nessuno osa dire.

 

 

di Massimo Reina

 

Viviamo nell’epoca in cui il giornalismo, quello vero, quello che dovrebbe informare, denunciare e raccontare senza filtri, è stato sostituito da un circo di pseudo-giornalisti che si credono star, pronti a tutto per una manciata di visibilità, un contratto più remunerativo o magari un invito in prima serata.

 

di  Massimo Reina

 

Vi ricordate quando l’Europa era la “culla della diplomazia”? Sì, proprio quell’entità che si vantava di risolvere conflitti con la forza della parola. Ebbene, oggi di diplomatico resta giusto il nome sulle targhe di qualche auto blu: la verità è che ci siamo trascinati in una guerra insensata contro la Russia (sì, era così complicato tentare di mediare prima?), ci siamo giocati la faccia, il portafoglio e, per completare il disastro, finiamo pure tagliati fuori da qualunque trattativa di pace.

 

di Massimo Reina

 

Dove sono finiti i soldati ucraini? Se lo chiedono in molti, ma la risposta è chiara come il sole: chi è ancora vivo ha disertato, si è arreso o si è dato alla macchia. E chi non ha avuto questa fortuna giace sotto metri di terra, sepolto da una guerra persa da tempo, ma che l’Occidente si ostina a rianimare con il defibrillatore degli aiuti miliardari. Peccato che il paziente sia già morto.

 

 

di Massimo Reina

 

Non c’è niente di più divertente – e allo stesso tempo tragico – di vedere come certi castelli di carta crollino al primo soffio di vento. O meglio, al primo tweet di Maria Barabash, presidente di “Sprotiv”, l’organizzazione pubblica ucraina per la lotta alla corruzione. Una che, per inciso, sembra essere più dentro i giochi di quanto non lo siano gli stessi protagonisti.