di Stefano Dentice
Se a un cultore del jazz gli si chiede di nominare un’eccellenza italiana di questo genere musicale, è impossibile che non gli venga in mente un «peso massimo» del pianoforte come Antonio Faraò.
Artista dall’esperienza ultraquarantennale, riconosciuto e stimato in ambito internazionale, Faraò è un pianista dallo stile immediatamente riconoscibile: sensibilità melodica, complessità armonica, veemenza ritmica, «stortezza» del fraseggio, illuminante immaginazione improvvisativa, eccezionale padronanza strumentale, ma soprattutto una straripante energia comunicativa attraverso cui «incendia» gli ottantotto tasti, sono le sue peculiarità ben definite. Wayne Shorter, Benny Golson, Joe Lovano, Bob Berg, Kenny Garrett, Chico Freeman, McCoy Tyner, John Patitucci, Gene Jackson e Billy Cobham, sono solo alcuni fra i leggendari jazzisti con i quali ha condiviso palco e studio di registrazione. Particolarmente apprezzato da Herbie Hancock, eroe del jazz dei nostri tempi che lo ha definito «non solo un ottimo pianista, ma un grande», Antonio Faraò, da sempre, ha anche un occhio e un orecchio di riguardo per i giovani talenti emergenti.
Oltre alla sua intensa attività concertistica, veste i panni di direttore artistico come nel caso di Notes Around SMG, festival alla prima edizione che si terrà a Lainate (Milano) dal 25 giugno al 28 giugno. Realizzata grazie al contributo del Comune di Lainate, SMG Gas e Luce, Notes Around e Radio Cecchetto come radio partner, la rassegna proporrà quattro importanti concerti più una mostra fotografica, una visita al Ninfeo con tour guidati e lezioni di musica per bambini dai 3 ai 12 anni. Il Teatro Naturale di Villa Litta sarà la venue principale di questa kermesse.
Da mercoledì 25 giugno a sabato 28 giugno, a Lainate, si terrà la prima edizione di Notes Around SMG, festival di cui sei direttore artistico. Qual è la mission di questa rassegna?
«Sono anni che cerco di organizzare un festival vero e proprio a Lainate. Tempo fa ho organizzato alcuni concerti importanti dove i protagonisti erano Benny Golson, Kenny Garrett (entrambi sassofonisti, ndr), io stesso ho suonato con il mio gruppo Eklektik e con altre formazioni prestigiose in cui c’era, ad esempio, Dennis Chambers (batterista, ndr). Poi, per qualche anno, ho dovuto sospendere a causa di qualche incompatibilità con la giunta comunale dell’epoca. Però, dopo cinque anni, è ritornato il Sindaco dell’amministrazione con cui organizzavo, quindi quest’anno siamo riusciti a realizzare la prima edizione del festival con il contributo del Comune di Lainate e degli sponsor. Una rassegna che non definirei jazz, perché oggi i festival jazz, tipo Montreaux Jazz Festival e altri, in realtà ospitano musicisti pop. E questo potrebbe creare un po’ di confusione. Per cui ho volutamente intitolato questa rassegna “Notes Around SMG”. Inoltre vorremmo portarlo in varie location europee, in modo tale che possa diventare itinerante. La mission è quella di far ascoltare il più possibile musica di alto livello, cercando di far appassionare un pubblico più ampio che, purtroppo, per certi versi, non è molto informato artisticamente sui musicisti di grande spessore. Questo perché spesso, nelle radio, trasmettono musica di livello molto basso».
Partendo dall’anteprima, il 25, alle 20:30, suonerà la Swing Faces Marching Band (Stefano Barbaglia al clarinetto, Giancarlo Mariani alla tromba, Fabio Prina al basso tuba e Alessandro Clerici al banjo) e Yves-Yann Lavaly Quintet alle 22:00, due formazioni stilisticamente molto diverse: la prima evoca gli albori del jazz, la seconda è diretta da un giovane e talentuoso pianista e compositore della Martinica, un gruppo che propone un repertorio di jazz moderno. Questa tua scelta è dettata dalla volontà di accontentare vecchie e nuove generazioni di jazzofili?
«Sì, sono due situazioni completamente diverse. L’idea della Swing Faces Marching Band è quella di coinvolgere le persone che passeggeranno per le strade di Lainate, infatti ci sarà la zona pedonale fino a mezzanotte, con l’intento di creare una cittadella della musica. Invece, il concerto del quintetto di Yves-Yann Lavaly, pianista che ho avuto occasione di conoscere a una mia masterclass a Ginevra (Svizzera, ndr) qualche mese fa, l’ho pensato perché trovo che lui sia veramente un grande talento che ho voluto affiancare, a parer mio, ad altri grandi talenti come Matteo Vertua (tromba), Raffaele Fiengo (sax alto), Daniele Tortora (contrabbasso) e mio figlio Dominique (batteria) che, per la prima volta nella sua carriera, si esibirà in un concerto importante. Lui ha iniziato da poco a studiare batteria, ma fin da quando era piccolo l’ho sempre spronato. Questo quintetto suonerà in un locale che si chiama Locanda al 5, di fronte a Villa Litta. Sicuramente ci sarà tanta gente ad ascoltarli. E questa sarà un’esperienza molto bella per loro».
Poi, il 26, alle 21:30, si entrerà nel vivo del programma con il concerto di Fabio Concato (accompagnato da Ornella D’Urbano al pianoforte e alle tastiere, Larry Tomassini alla chitarra, Stefano Casali al basso e Gabriele Palazzi Rossi alla batteria), grande cantautore milanese che presenterà il suo nuovo progetto intitolato Altro di Me. Lui non è propriamente un jazzista, ma la sua musica è comunque intrisa di sonorità jazz e soprattutto latin jazz. Ritieni che il suo live possa soddisfare le esigenze degli amanti del pop e quelle dei jazzofili?
«Penso proprio di sì. Conosco Fabio, lui ha una grande stima di me come jazzista e io di lui. È entrato nei circuiti jazz, pur suonando musica pop. L’idea appunto di non definire questo festival “jazz” è nata proprio per lasciare un’apertura ad altri generi musicali. Sebbene il jazz, di suo, è il genere più influenzato del mondo. Fabio Concato, anche se è un cantautore, quindi non esattamente un jazzista, comunque si rifà alle sonorità jazzistiche».
ANTONIO FARAÒ (PH SYLVIE DA COSTA)
Il 27, invece, alle 21:00, si proseguirà con un evento unico: una spettacolare reunion, intitolata Ricordando Il Capolinea e Le Scimmie, da te ideata e fortemente voluta, di alcuni fra i più grandi jazzisti italiani (e non solo) protagonisti proprio in questi due jazz club storici e prestigiosi di Milano che, purtroppo, non ci sono più. Affettivamente e artisticamente, cosa rappresentano per te questi locali?
«Questo desiderio è partito profondamente dal mio cuore, perché io sono molto sentimentale e legato al mio passato. Sapere che il Capolinea e Le Scimmie non ci sono più, così come altri locali ormai chiusi dove io suonavo da giovane, quando ero un ragazzino, è un qualcosa che mi fa molto male. Invece mi ha riempito di gioia la voglia di organizzare questa serata, seppur difficile da gestire, poichè ho riunito venticinque musicisti. Ma il cuore ha predominato su questa scelta. Ho voluto portare avanti un’idea partorita per ricordare questi due locali milanesi storici ma conosciuti a livello nazionale. Al “Capolinea” e a “Le Scimmie” ci son passati tutti i più grandi jazzisti del mondo (Chet Baker, Dizzy Gillespie, Tony Scott, Pat Metheny, solo per citarne alcuni, ndr). Purtroppo non ho potuto invitare ancora altri musicisti proprio per questioni organizzative e di gestione. La serata sarà suddivisa in due tempi: la prima dedicata al “Capolinea”, la seconda a “Le Scimmie”. Gli stessi venticinque musicisti suoneranno sia in un tempo che nell’altro. Io suonerò con Claudio Fasoli (sassofonista, ndr), che è stato mio leader del suo quartetto quando avevo diciotto anni. Insieme a lui e me ci sarà il contrabbassista Piero Leveratto e mio fratello Ferdinando alla batteria. Poi ci saranno tante line-up diverse, con protagonisti come i pianisti Enrico Intra, Mario Rusca, Dado Moroni, Luigi Bonafede (pianista e batterista, ndr), il batterista Paolo Pellegatti, il chitarrista Gigi Cifarelli, il cantante Ronnie Jones. Insomma, una bella lista di jazzisti milanesi (e non, ndr) che suonavano in questi magici locali fino agli anni Novanta. Era un’idea che avevo in mente da un po’ di tempo e, finalmente, siamo riusciti a realizzarla».
A seguire, il 28, alle 21:30, si chiuderà in bellezza con il tuo concerto in quartetto che vedrà la presenza, come Special Guest, di uno fra i più brillanti e apprezzati cantanti soul italiani: Mario Biondi. Dunque, jazz e appunto soul che si incontrano in modo simbiotico. Come nasce l’idea di questo progetto?
«In questo caso, meglio ben accompagnato che soul (ride, ndr). Questa formazione nasce perché c’è una grande stima reciproca con Mario Biondi. Abbiamo voluto dar vita a questo primo incontro musicale. Il concerto inizierà in quartetto, suonando anche mie composizioni originali. Poi salirà lui sul palco per cantare i suoi più grandi successi e un mio brano dal titolo Theme for Bond. In futuro vorremmo fare un vero e proprio progetto. Come accennavo prima, trattandosi del nostro primo incontro artistico, è un po’ come rompere il ghiaccio. Sono felice, inoltre, di condividere la scena con dei musicisti straordinari come Till Brönner alla tromba, Ameen Saleem al contrabbasso e Nicolas Viccaro alla batteria, tutti nomi importanti impegnati sui palchi internazionali. Sarà una bella serata, con una bella formazione. Non vediamo l’ora!»
A completare un calendario già ricco di concerti qualitativamente eccellenti, svariati eventi collaterali come la mostra fotografica a cura di Roberto Cifarelli, Elena Carminati, Giordano Minora e Carlo Verri, i tour guidati per visitare il celebre Ninfeo e le lezioni a cura della Scuola di Musica Primo Piano rivolte ai bambini dai 3 ai 12 anni. Queste iniziative, che mirano anche a valorizzare le bellezze del territorio lainatese, in che modo si connettono con la musica?
«Ci sono varie forme artistiche che si connettono con la musica: la mostra fotografica di Roberto Cifarelli che, tra l’altro, ha curato diverse copertine dei miei dischi. Quindi abbiamo voluto coinvolgerlo in quanto c’è molta stima reciproca (la mostra prevede anche gli scatti di Elena Carminati, Giordano Minora e Carlo Verri, ndr). Poi le lezioni di musica per bambini, perché assorbono come spugne. Loro hanno bisogno di ascoltare musica di un certo livello, in modo tale che possano crescere e formarsi artisticamente. Magari, in seguito, potrebbero dedicarsi ad altro e fare altre scelte. Però è fondamentale indirizzarli nel modo giusto e, ribadisco, far ascoltare a loro musica di qualità. Come ho detto in precedenza, a Lainate, tendenzialmente abbiamo voluto creare una sorta di cittadella della musica in quattro giorni. Io credo che, soprattutto trattandosi della prima edizione, ci siamo riusciti. Ovviamente è doveroso ringraziare gli sponsor come Notes Around, che è anche la mia etichetta discografica nata contestualmente per l’organizzazione di eventi, SMG Gas e Luce che è il main sponsor e il Comune di Lainate. Tutti hanno dato il loro grande contributo per far sì che si organizzasse questo primo festival lainatese. Inoltre abbiamo Radio Cecchetto come radio partner, che riprenderà tutti gli eventi. Si lavora sempre in team per fare le cose in grande. E sono sicuro che ci sarà un ottimo feedback da parte del pubblico».
ANTONIO FARAÒ (FOTO DI MARCO GLAVIANO)
*Nella foto di copertina: ANTONIO FARAÒ (PH ROBERTO CIFARELLI)
NotesAround SMG Festival a Lainate il 25/26/27/28 Giugno. #jazz #piano #milano #livemusic #music