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"L'enigma della maschera": intrigo, mistero e filosofia nella Venezia del Settecento


a cura di Ilaria Solazzo  

Paolo Lanzotti torna in libreria con “L’enigma della maschera”, il quinto capitolo della fortunata serie “Le indagini di Marco Leon”, pubblicato da TRE60. Il romanzo, disponibile dal 28 febbraio 2025, si sviluppa in 416 pagine e ha un prezzo di copertina di 18 euro.

La penna di Lanzotti, veneziano di nascita e filosofo di formazione, ci riporta ancora una volta tra le calli e i canali della Serenissima in un thriller storico denso di tensione, dettagli accurati e riflessioni mai scontate sulla natura umana. Dopo “I guardiani della laguna“, “Le ragioni dell’ombra“, “Le carte segrete della Serenissima“ e “L’alchimista della laguna“, l’autore firma un nuovo capitolo che può essere apprezzato anche da chi si avvicina per la prima volta alla serie. 

 

Venezia 1754, un passato che non smette di tornare

Il protagonista, Marco Leon, ha lasciato il corpo degli Angeli Neri, agenti segreti al servizio dell’Inquisizione di Stato, per vivere una vita più tranquilla accanto alla donna che ama. Tuttavia, la quiete è solo apparente: un omicidio riapre vecchie ferite e lo costringe a tornare in azione. Il delitto di Fabio Groggia, sicario noto negli ambienti criminali, sembra infatti coinvolgere alcuni membri dell’aristocrazia veneziana, tra cui il potente Enea Dorigo.

Le indagini conducono Leon in un labirinto di misteri che toccano il Lazzaretto Vecchio, antico presidio sanitario contro le epidemie, fino ad arrivare alla figura inquietante di una Maschera che si aggira nell’ombra, interrogando e seminando timore. Mentre la minaccia di un'epidemia incombe sulla Repubblica, Marco dovrà affrontare il nemico più insidioso: un assassino pronto a tutto. E solo uno dei due uscirà vivo dal confronto finale.

Un noir storico tra intrighi, riflessioni e umanità

Lanzotti dimostra ancora una volta la sua capacità di fondere trama e ambientazione con maestria. L’atmosfera della Venezia del XVIII secolo è ricostruita con grande attenzione ai dettagli, ma senza appesantire la narrazione. Il risultato è un romanzo scorrevole, avvincente e allo stesso tempo ricco di spunti di riflessione, soprattutto sui temi della giustizia, della fede e della fragilità umana. 


Numerosi lettori hanno già espresso il loro entusiasmo per l’opera. "Intrigante!" – scrive Veronica – "Anche se è il quinto libro della serie, si può leggere in modo indipendente. Coinvolgente e scorrevole." Più articolato il giudizio di Vanessa: "Una lettura fluida, dove non c'è mai bisogno di tornare indietro. Lanzotti riesce a trasportarti in una Venezia piena di colpi di scena, affrontando anche temi profondi in punta di piedi. Il protagonista non è solo un abile investigatore, ma anche un uomo di grande empatia".

Sabrina Pennacchio, blogger e appassionata di thriller storici, ha definito il romanzo “un viaggio avvincente nel cuore oscuro della Venezia del Settecento”, lodando la ricostruzione storica, la complessità dei personaggi e la tensione narrativa che si mantiene alta fino all’ultima pagina.

“L’enigma della maschera“ è molto più di un giallo ambientato nel passato: è un romanzo che sa tenere incollati alla pagina, ma anche far riflettere. Con questo nuovo capitolo, Paolo Lanzotti conferma il suo talento nel raccontare storie capaci di mescolare suspense, introspezione e ricostruzione storica in modo avvincente. Un’opera imperdibile per gli amanti del romanzo storico e per chi cerca un thriller di qualità, ambientato in una delle città più affascinanti della storia.

"Scrivere ‘L’enigma della maschera’ ha rappresentato per me un ritorno – non solo nella Venezia del Settecento, che ormai sento quasi come una seconda casa, ma anche all’interiorità più complessa del mio protagonista, Marco Leon. In questo romanzo ho voluto portarlo ancora una volta al limite, non solo come agente dell’Inquisizione di Stato, ma come uomo alle prese con dilemmi morali, paure, affetti e contraddizioni. La maschera, nel titolo e nella narrazione, è simbolo e metafora. È ciò che si indossa per proteggersi, per nascondere, per ingannare. Ma è anche ciò che, a volte, rivela più di quanto si voglia mostrare. Ogni personaggio di questa storia – dal più potente patrizio al più umile servitore – indossa la sua maschera, e a Marco spetta il compito, pericoloso e doloroso, di strappargliela via. Ho cercato, come sempre, di restituire un’immagine viva, dinamica e storicamente fondata di Venezia. Ma non mi interessava semplicemente fare da ‘guida turistica del passato’: volevo raccontare un’epoca di incertezze, di tensioni sociali, di paure collettive – e forse, in questo, parlare anche un po’ del nostro presente. Mi auguro che il lettore si lasci coinvolgere da questa indagine, da questa corsa contro il tempo, e che, al termine, resti con la sensazione di aver viaggiato non solo nello spazio e nella storia, ma anche nell’animo umano. Perché ogni vero enigma, alla fine, è sempre un enigma dell’anima", Paolo Lanzotti.

Vi proponiamo alcune citazioni dello scrittore...Paolo Lanzotti in riferimento a “L’enigma della maschera“.

"Venezia è una città che non si lascia mai guardare del tutto: come la verità, indossa sempre una maschera", P.L.

"In ogni delitto cerco l’uomo, non solo il colpevole. Perché dietro ogni crimine c’è sempre un’anima in frantumi", P.L.

"Scrivere questo libro è stato come camminare al buio tra le calli di Venezia: ogni passo è un rischio, ogni svolta una rivelazione", P.L.

"La maschera non nasconde solo il volto. Nasconde il desiderio, la paura, la verità. Ed è lì che ho voluto guardare", P.L.

"Marco Leon indaga tra ombre e silenzi, ma è nella sua umanità che ho voluto raccontare il mistero più profondo", P.L.

INTERVISTA

- Paolo, in L’enigma della maschera torni a raccontare la Venezia del Settecento. Cosa ti affascina di quel periodo e di quella città?
“La Venezia del Settecento è, per certi versi, un teatro in disfacimento: magnifica e decadente, affascinante e pericolosa. È il luogo perfetto per ambientare storie in cui i personaggi devono costantemente lottare tra l’apparenza e la verità. E poi c’è il fascino del tempo che sta cambiando: la Serenissima è alla fine del suo splendore, e proprio in quella crepa ho trovato spazio per inserire tensione, ambiguità, mistero“.

- Il titolo richiama la figura della “maschera”. Cosa rappresenta per te in questo romanzo?
“La maschera è un simbolo potente. È protezione e finzione, ma anche un modo per sopravvivere. Tutti, nel romanzo, ne indossano una. Marco Leon stesso deve decidere quale parte di sé mostrare e quale tenere nascosta. Mi piaceva l’idea che la maschera non fosse solo un oggetto, ma una condizione esistenziale. È anche una sfida al lettore: riuscirai a vedere chi c’è davvero dietro? “.

- Il tuo protagonista, Marco Leon, ha un passato da agente dell’Inquisizione di Stato. Un personaggio forte, ma profondamente umano. Come lo hai costruito?
“Marco è nato da una domanda: cosa succede quando un uomo addestrato a non fidarsi di nessuno si innamora e cerca di vivere una vita normale? È un investigatore brillante, sì, ma è anche stanco, disilluso, talvolta vulnerabile. Ho cercato di costruirlo come una figura complessa, mai perfetta. La sua forza investigativa non lo rende immune al dubbio, al dolore, all’ambivalenza. Anzi, è proprio lì che lo sento più vero“.

- C’è un messaggio che speri arrivi al lettore attraverso questa storia?
“Più che un messaggio, forse un invito: a guardare oltre le apparenze. In una società come la nostra, dove le verità sono spesso travestite da opinioni, il concetto di “maschera” è attualissimo. E poi, c’è anche un’idea che mi sta a cuore: il fatto che il passato non è mai davvero passato. Ci portiamo dietro ciò che siamo stati, nel bene e nel male“.

- I tuoi lettori sembrano apprezzare molto l’equilibrio tra la ricostruzione storica e l’introspezione. Quanto studio c’è dietro ogni romanzo?
“Molto. Non potrei scrivere nemmeno una riga senza un solido lavoro di ricerca. La Venezia che descrivo non è un fondale: è una città viva, con leggi, rituali, malattie, istituzioni, mentalità. Ma la sfida è non trasformare il romanzo in un saggio mascherato da fiction. La ricerca è al servizio della storia, non il contrario. Se riesco a far sentire il lettore immerso in quel mondo senza appesantirlo, allora ho fatto bene il mio lavoro“.

- Cosa rappresenta per te scrivere questa serie?
“Un viaggio continuo. Ogni romanzo mi fa scoprire qualcosa di nuovo, non solo sulla storia di Venezia, ma anche su me stesso. Le indagini di Marco Leon sono nate quasi per caso, ma oggi sento che mi accompagnano come una bussola. E credo che, finché avrò domande da pormi, Marco avrà misteri da risolvere“.

- Possiamo aspettarci una nuova indagine di Marco Leon?
“Diciamo che… Marco non ha ancora finito di fare i conti con il suo passato. E Venezia non ha certo smesso di nascondere i suoi segreti“.


- Nel romanzo ci sono elementi di tensione quasi da thriller. Ti ispiri a modelli narrativi specifici?
“Ho sicuramente assorbito molto dalla narrativa gialla e dal noir classico, ma cerco sempre di rielaborare quegli elementi all’interno di un contesto storico realistico. Non mi interessa il colpo di scena fine a se stesso: deve nascere dalla logica dei personaggi, dalla loro psicologia e dai conflitti in atto. Se c'è tensione, è perché le persone che si muovono in quelle pagine hanno qualcosa da perdere“.

- Qual è stata la scena più difficile da scrivere in L’enigma della maschera?
“Probabilmente quella finale, il confronto diretto tra Marco e l’assassino. Doveva essere intensa, ma non retorica. Doveva chiudere il cerchio della trama ma anche aprire uno spiraglio nell’interiorità dei personaggi. Ho riscritto quel capitolo almeno cinque volte, cercando il tono giusto. Alla fine credo di aver trovato un equilibrio tra azione, emozione e verità“.

- La figura femminile di Marion è molto presente, pur restando sullo sfondo. Cosa rappresenta per Marco e per te?
“Marion è il cuore silenzioso del romanzo. Rappresenta la possibilità di una vita diversa, più autentica, più fragile ma anche più vera. Per Marco, è il punto di rottura tra ciò che era e ciò che potrebbe essere. Per me, è un personaggio che non ha bisogno di urlare per avere peso. La sua presenza è come un filo teso: apparentemente sottile, ma in grado di reggere molto“.

- Hai mai pensato di trasporre la serie in un altro formato? Cinema, serie TV…
“Sì, ci ho pensato, e a volte ne ho anche parlato con alcuni produttori. La Venezia settecentesca ha una forza visiva enorme e Marco Leon, con le sue contraddizioni, potrebbe funzionare benissimo sullo schermo. Ma serve il progetto giusto, il rispetto per il contesto storico e per la complessità dei personaggi. Se arriverà il momento giusto, ci penserò seriamente“.

- Che consiglio daresti a chi vuole scrivere un romanzo storico oggi?
“Studiate molto, ma non abbiate paura di raccontare storie vive. Il rischio è trasformare la storia in un museo: pulito, ordinato, ma senz’anima. Cercate i conflitti, i dettagli che rendono reale una scena, le emozioni universali che attraversano i secoli. La Storia non è mai stata così attuale“.

- Grazie per il tempo e la passione che hai condiviso. È stato un vero piacere parlare con te.
“Il piacere è stato mio. Ogni occasione per parlare di storie, parole e memoria è un dono. E ogni lettore che sceglie di seguire Marco Leon nel suo cammino… è un compagno di viaggio che non do mai per scontato. A presto! “.


 A volte la narrativa storica ci appare come un gioco d’evasione, un modo raffinato per fuggire dal presente rifugiandoci in epoche lontane. Ma poi arrivano romanzi come L’enigma della maschera, che ci ricordano come il passato sia, in realtà, uno specchio. Paolo Lanzotti non si limita a ricostruire una Venezia del Settecento fatta di ponti, nebbie e salotti aristocratici: ne scava le pieghe più oscure, restituendoci non solo una città ma un’umanità, con le sue paure, i suoi desideri, le sue contraddizioni.

Tra intrighi politici, delitti e domande etiche, il romanzo ci invita a smascherare non solo gli assassini, ma anche le ipocrisie, le debolezze e i compromessi che ciascuno di noi, in fondo, porta dentro. Perché, come ci suggerisce Lanzotti attraverso la voce del suo Marco Leon, il vero mistero non è mai solo il delitto. Il vero enigma — e forse la più grande avventura — resta sempre l’animo umano.

E in un’epoca in cui tutto sembra mostrarsi ma niente si lascia davvero conoscere, leggere romanzi così non è solo un piacere. È una forma di resistenza. 

 

 

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Info Autore
Ilaria Solazzo
Author: Ilaria Solazzo
Biografia:
Tra le penne che contribuiscono a questo sito di informazione annoveriamo anche quella di Ilaria Solazzo. Di lei sappiamo che fin da bambina è stata immersa nell’arte e nella moda. Per questo ama anche la ricerca storica che è sempre dietro ogni sua proposta. Essere in bilico fra passato, presente e futuro è la sua peculiarità: ama la modernità e il nuovo ma non dimentica mai le sue radici, profondamente italiane. Amante della tv, ma di qualità, è cresciuta ammirando Raffaella Carrà e Lorella Cuccarini, esempi virtuosi per lei di bravura e bellezza. A suo agio tra i sogni ma anche radicata nella realtà, Ilaria è giornalista pubblicista, blogger, autrice di libri, speaker radiofonico, con alle spalle piccole ma importanti esperienze in ambito televisivo e cinematografico, che ha affrontato sempre a mille, contando sulle proprie forze e senza compromessi. Se le chiedete del suo futuro vi risponderà con i suoi occhi sinceri che il suo progetto è quello di trovare sempre ulteriori ispirazioni esplorando luoghi mai visitati, aprendosi a nuove frontiere, senza precludere nessuna possibilità. Forza Ilaria… giornalistasolazzo@libero.it
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