di Stefano Dentice
Finalissima da attentato alle coronarie quella fra Argentina e Francia allo Stadio Iconico di Lusail.
La nazionale Albiceleste batte i transalpini 4-2 ai calci di rigore - dopo il 3-3 scaturito al termine dei tempi supplementari - e si laurea campione del mondo per la terza volta nella sua storia. Match epocale, da brividi, quello disputato in terra qatariota da entrambe le squadre. Calcio con la “C” maiuscola protagonista assoluto sul terreno di gioco. Leo Messi non perdona dagli undici metri e apre le danze, Di María raddoppia dopo una transizione positiva degli uomini del commissario tecnico Scaloni, sviluppatasi da destra a sinistra, egregiamente orchestrata. Per ottanta minuti, la Selección domina in lungo e in largo sotto tutti i punti di vista. Poi sale in cattedra lui, Kylian Mbappé, un artista del pallone, che trasforma dal dischetto e cambia completamente la musica all’improvviso. Dopo un minuto, è ancora il numero 10 del PSG a trovare la via della rete con una volée che trafigge Emiliano Martínez. Fischio dell’arbitro e si va ai supplementari sul risultato di 2-2. Nei trenta e passa minuti supplementari succede di tutto: occasioni da gol a grappoli da una parte e dell’altra come se non esistesse un domani. Ma ancora una volta, ci pensano prima Messi e successivamente Mbappé - su penalty - a fissare il punteggio sul 3-3. Arriva la lotteria dei rigori ed è Gonzalo Montiel a siglare quello decisivo, il tiro dal dischetto che fa dipingere di biancoceleste il cielo di Lusail, che consente all’Argentina di essere incoronata come regina del mondo. Nel segno di Lionel Messi, passato e presente, che sconfigge Kylian Mbappé, presente e futuro. Un trionfo tutto albiceleste illuminato dallo sguardo amorevole e protettivo, da lassù, di Diego Armando Maradona.
Foto da pagina Facebook ufficiale FIFA World Cup