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di  Monica Vendrame 

In un’Italia dove l’autorità scolastica ha ormai la stessa forza dissuasiva di un cartello “vietato calpestare l’erba”, succede che un preside venga aggredito a pugni da una madre inferocita. Teatro dell’ennesima pagina di ordinaria follia: l’Istituto Bergese-Rosselli di via Giotto, a Sestri Ponente, Genova.

È mezzogiorno. Una donna entra nell’edificio, furiosa. Urla che vuole “fare una strage” perché il figlio riceve troppe note. Il personale scolastico tenta di contenerla, inutilmente. Il preside, Andrea Ravecca, la riceve nel suo ufficio. Forse spera che il dialogo possa contenere la furia. Sbagliato.

La discussione degenera. Ravecca chiama il 112. La madre si allontana, ma lui la segue per chiederle di aspettare l’arrivo delle forze dell’ordine. La risposta? Un pugno in faccia. Secco. Diretto. Lo fa cadere all’indietro, davanti agli studenti affacciati alle finestre. Preside a terra, mamma in fuga. E il figlio, presente alla scena, partecipa con entusiasmo: “Distruggo tutto!”, urla. E siamo certi che non parlava in senso metaforico.

Un’ambulanza porta il dirigente all’ospedale in codice giallo. Intanto, la posizione della donna è al vaglio degli inquirenti. La polizia raccoglie testimonianze, tra cui quelle degli alunni che hanno assistito alla scena. Una lezione di educazione civica in diretta, insomma.

La denuncia arriva forte e chiara dal preside Ravecca: “Siamo alla deriva. C’è una crescente aggressività da parte delle famiglie. Non si riconosce più l’autorevolezza del docente”. E ha ragione: ormai chi educa viene guardato con sospetto, come un intruso che ostacola il cammino trionfale del “mio figlio ha sempre ragione”.

Le istituzioni, dal Ministero all’Ufficio scolastico regionale, esprimono solidarietà e promettono “misure concrete”. Le stesse misure che ogni volta rispuntano come il prezzemolo e poi si perdono tra le pieghe della burocrazia. Il disegno di legge per l’arresto in flagranza? Ottima idea. Ma intanto gli insegnanti devono sperare di non essere troppo provocanti… nel compilare una nota disciplinare.

L’assessore regionale parla di “atto ingiustificabile” e di “cattivo esempio per i giovani”. Il sindacato dei dirigenti scolastici chiede pene certe. La scuola, intanto, continua a fare lezione. Tra gli insulti, le minacce e, se va male, qualche schiaffo.

La madre è scappata. Il figlio è rimasto. A scuola, chissà per quanto. Magari con la speranza di ottenere finalmente un bel voto in “tecnica del gancio destro”.

C’è qualcosa di profondamente malato in una società dove chi educa deve difendersi, dove chi ammonisce finisce all’ospedale, e dove l’autorevolezza ha lasciato il posto all’arbitrio sfacciato. Ogni schiaffo a un docente è una firma sotto la resa educativa di un Paese che da anni accarezza il mito del genitore-cliente e dello studente-intoccabile.

Mentre i genitori invadono i corridoi delle scuole come se fossero le tribune di uno stadio, pronti a difendere l'onore del proprio "campione" anche di fronte all'evidenza, la scuola resta sola. I docenti diventano bersagli mobili. E se provano a opporsi, il rischio è di finire all’oculistica. O peggio.

Siamo passati da “rispetta il professore” a “vai a scuola che poi ci penso io”. E ci pensano davvero, purtroppo. A suon di urla, minacce e, quando serve, pugni ben assestati.

È ora di smettere di fingere che si tratti di casi isolati. Non lo sono più. Sono il sintomo di un’educazione delegata, di un’autorità scolastica svuotata, di adulti che, incapaci di educare se stessi, pretendono di correggere la scuola. Colpendola in faccia.

E allora una domanda finale, per tutti noi: chi merita davvero la nota disciplinare? Chi ha perso il controllo… o chi ha permesso che fosse normale perderlo?

Nel dubbio, mettiamoci una firma collettiva. Con la biro scarica dell’ipocrisia.

 

https://www.rainews.it/tgr/liguria/video/2025/05/preside-andrea-ravecca-aggredito-a-genova-intervista-scuole-bergese--daeef6e4-2a5e-4494-8faa-4dcbaffb564f.html

 

 

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Info Autore
Monica Vendrame
Author: Monica Vendrame
Biografia:
Vive a Pegli, affacciata sul mare di Genova, dove il cielo e l’orizzonte si fondono, ispirando la sua anima creativa. Direttrice editoriale del quotidiano online La Voce agli Italiani, scrive articoli che uniscono rigore giornalistico a una sensibilità unica, affrontando temi sociali, culturali e di attualità con profondità e originalità. Vicepresidente dell’Associazione culturale Atlantide - Centro studi nazionale per le arti e la letteratura, è una promotrice instancabile di eventi culturali, dedicandosi a progetti che celebrano l’arte e la parola. Scrittrice e poetessa, traduce in versi le emozioni più profonde, trasformando il quotidiano in poesia. Attualmente sta lavorando al suo primo volume di liriche, un’opera intima e suggestiva che vedrà la luce nel 2025, promettendo di regalare ai lettori un viaggio attraverso i sentimenti e le riflessioni che animano il suo mondo interiore. Curiosa per natura, è sempre in ascolto del mondo che la circonda, con uno sguardo attento e sensibile alle sfumature della vita. La sua sete di conoscenza la porta a leggere, approfondire e rimanere aggiornata su svariati argomenti, soprattutto quelli che toccano le corde della sua anima. Nutre un amore sviscerato per gli animali, creature che considera messaggeri di purezza e bellezza, e si diletta a catturare attimi fuggenti con la sua macchina fotografica, fermando nel tempo immagini che la emozionano. Ama la pittura, apprezzandone la capacità di trasformare colori e forme in emozioni visive, e trova nell’arte in tutte le sue espressioni una fonte infinita di ispirazione. La sua vita è un intreccio di parole, immagini e passioni, un caleidoscopio di interessi che riflette una personalità poliedrica e generosa. Con la sua scrittura, il suo impegno giornalistico e la sua dedizione alla cultura, continua a seminare bellezza, ispirazione e connessione.
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