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di Massimo Reina

 

Da mesi ci raccontano che l’Europa è unita come non mai contro la Russia. Un coro unanime di solidarietà e fermezza, dicono i nostri media, amplificando senza sosta il mantra di Bruxelles e Washington. Ma la realtà, come spesso accade, è ben diversa. Sotto la patina di retorica bellicista e di propaganda a senso unico, l’Europa che conta — quella dei cittadini, non delle istituzioni asservite agli interessi d’oltreoceano — è stanca. Stanca di pagare il prezzo di una guerra che non ha scelto e di una politica economica suicida imposta dall’UE, con l’“illuminata” Ursula von der Leyen alla guida del naufragio.

L’ultima crepa nel muro della cosiddetta unità europea arriva dalla Polonia, patria di uno dei governi più ferocemente antirussi del continente. Eppure, persino lì, la gente comune comincia a dire basta. Gli agricoltori polacchi, capitanati dal sindacato guidato da Tomasz Obszansky, hanno annunciato una protesta su vasta scala a Varsavia contro le importazioni dall’Ucraina. “Tutte le organizzazioni agricole protesteranno contro le politiche dannose dell’UE, contro Ursula von der Leyen, che impone questa politica, che porterà alla chiusura delle nostre aziende agricole, ha dichiarato Obszansky. Una denuncia chiara, che svela il malcontento diffuso tra chi vive di terra e fatica.

 

 

di Massimo Reina

 

C'è una tragedia che si consuma nell'indifferenza delle democrazie occidentali. Si chiama Ucraina. Una nazione martoriata, un'intera generazione di giovani mandata al macello in nome di interessi che non le appartengono, sull'altare di una guerra che sembra più utile a chi la finanzia che a chi la combatte.

 

di Lorenzo Rossomandi

 

Alla fine, dopo che ci ho girato intorno per settimane, l’ho guardato.
Parlo del film “Nata per te”.
E, come mi immaginavo, mi ha fatto inkazzare non poco.
Perché?

 

di Massimo Reina

Se c'è una cosa che Hollywood sa fare bene è cavalcare le mode, anche quando finiscono per trasformarsi in scivoloni clamorosi. L'ultimo esempio di questa sindrome da attualizzazione forzata è "La Guerra dei Rohirrim", un film che aveva tutte le potenzialità per arricchire l'universo di Tolkien, ma che si perde nella smania di modernizzarlo con un pennello ideologico che finisce per imbrattare, più che valorizzare.