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di  Massimo Reina

 

C’era una volta, in un tempo ormai lontano, una fiaba che raccontava di purezza, resilienza e la vittoria della bontà contro la malvagità. Questa fiaba, nota a tutti come Biancaneve, non aveva bisogno di prediche ideologiche, né di revisionismi culturali. Era una storia universale, capace di parlare a grandi e piccini, uomini e donne, senza bisogno di hashtag, schwa e presunti messaggi di “emancipazione” impacchettati dal marketing hollywoodiano.

 

di  Massimo Reina

 

Viviamo in un Paese che, tra leggi fatte male e applicate peggio, riesce a trasformare ogni dramma sociale in un groviglio di burocrazia e ambiguità. Prendiamo lo stalking, quel reato che il Codice Penale definisce con il pomposo termine di "atti persecutori" (articolo 612-bis), ma che, nella vita reale, si traduce in molestie costanti, violazioni della privacy e paura. Un incubo quotidiano per chi lo subisce. Ma ecco la domanda: perché, per configurare lo stalking, nel 90% dei casi viene chiesto alla vittima di  dimostrare che ha cambiato le proprie abitudini di vita?

 

di  Massimo Reina 

 

C’è qualcosa di profondamente ipocrita nell’atteggiamento dell’Occidente verso la Siria. E non parliamo solo di indifferenza, ma di complicità travestita da condanna morale. Per anni ci hanno raccontato che il conflitto siriano era una lotta per la libertà, una rivoluzione popolare contro il regime sanguinario di Bashar al-Assad. Ma la verità, oggi come ieri, è che i cosiddetti “ribelli” non sono altro che un’accozzaglia di jihadisti che nulla hanno a che vedere con la resistenza civile che animò le prime proteste nel 2011.

 

di  Massimo Reina

 

Ma guarda un po’, ci volevano il Censis e il Sole 24 Ore – mica due testate sovversive dalla barba incolta – per confermare quello che ormai da mesi si mormora nel retrobottega del Belpaese. Sarà una coincidenza, ma quando certe verità filtrano perfino nelle sante scritture della borghesia occidentale – quella col mito della “democrazia liberale” sempre in tasca, manco fosse la tessera del supermercato – è segno che la frittata è fatta.

 

di  Massimo Reina 

 

Una guerra mondiale atomica non è uno scenario ipotetico da romanzo di fantascienza, ma una possibilità reale che, anche se remota, sarebbe devastante. In dieci momenti chiave, vediamo cosa accadrebbe se questo incubo diventasse realtà. Ogni fase rappresenta un tassello del collasso totale della civiltà, dalla prima scintilla fino alle conseguenze a lungo termine.

 

di  Guendalina Middei

 

Mentre leggevo le toccanti parole con cui Gino Cecchettin ha commentato la sentenza di ergastolo a Turetta, ho avuto un brivido: «Nessuno mi ridarà indietro Giulia. È chiaro che è stata fatta giustizia, la rispetto, ma dovremmo fare di più come esseri umani. È una situazione che va combattuta con la prevenzione, non con le pene. Abbiamo perso tutti, come società

 

di  Massimo Reina 

 

Non c'è limite alla fantasia di certi giornalisti italiani, sempre pronti a imbracciare la penna come fosse un mitra e a trasformare le pagine dei loro quotidiani in surrogati di trincee virtuali. Prendiamo per esempio due noti quoitidiani romani che ormai sembrano essersi iscritti al club degli strateghi da salotto, quelli che disegnano scenari apocalittici con la stessa leggerezza con cui si ordinerebbe un cappuccino al bar. L’ultima trovata? L’idea delirante che Vladimir Putin, novello Hitler con cappotto invernale, sia pronto a invadere l’Europa, carri armati in testa, come fossimo nel 1940.