IL COMMENTO - Censura con la mitraglia
di Massimo Reina
Inviato di guerra - Giornalisti Senza Frontiere
Un confine oltre il quale la guerra smette di essere guerra e diventa macelleria.
Quel limite è l’assassinio deliberato di chi racconta.
di Massimo Reina
Inviato di guerra - Giornalisti Senza Frontiere
Un confine oltre il quale la guerra smette di essere guerra e diventa macelleria.
Quel limite è l’assassinio deliberato di chi racconta.
di Monica Vendrame
C’è una data che già ora fa battere il cuore di milioni di fedeli: il 7 settembre 2025, in Piazza San Pietro, Carlo Acutis sarà proclamato santo. Aveva solo quindici anni quando una leucemia fulminante lo portò via. Eppure, la sua breve vita ha lasciato un’impronta che oggi attraversa il mondo. Una testimonianza giovane, autentica, limpida. Insieme a lui sarà canonizzato anche Pier Giorgio Frassati, il “giovane delle beatitudini”, morto a soli 24 anni un secolo fa. Ma oggi vogliamo fermarci su Carlo, il primo millennial che salirà agli altari.
Dal 20 giugno la stazione di Centola accoglierà l’alta velocità nei fine settimana estivi
di Monica Vendrame
Una svolta attesa da anni: il Cilento entra ufficialmente sulla mappa dell’alta velocità ferroviaria. Dal 20 giugno 2025, e per tutta la stagione estiva, il treno Frecciarossa farà tappa anche alla stazione di Centola - località San Severino, aprendo un collegamento diretto tra il cuore del Cilento e il Nord Italia, Milano in testa.
C’è chi scioglie i nodi, chi le riserve. E chi i bambini nell’acido
di Massimo Reina
Giovanni Brusca, alias “u verru”, il porco. Uno che si è autoaccusato — con una certa fierezza, va detto — di oltre 150 omicidi, incluso quello più infame, quello che neanche nei gironi più bassi dell’Inferno dantesco era stato immaginato: il piccolo Giuseppe Di Matteo, tredici anni, strangolato e poi sciolto nell’acido per vendetta mafiosa.Un sadico. Un mostro. Un esecutore meccanico della morte.
Riflessione di Monica Vendrame sull’opera poetica e fotografica di Paolo Di Mizio
Nel cuore martoriato di Gaza, dove la sabbia custodisce il silenzio delle lacrime e i muri raccontano storie di resistenza, due sorelline siedono scalze al sole, dividendosi una focaccia come fosse un dono sacro. Niente orpelli, niente parole superflue: solo la tenerezza di un gesto, l’intimità di uno sguardo. Amina, con i capelli color rame accesi di luce, spezza il pane per la piccola Maryam, e in quel gesto materno si concentra tutta la dignità di un popolo che non si arrende.
di Massimo Reina
"Quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo…"
cantava Gino Paoli. Ma a Melilli non erano quattro, e non si erano fermati al bar. Erano molti di più.
Giovani, uomini e donne, provenienti da contesti diversi: operai e studenti, imprenditori e artisti, militanti e sognatori. Nessuna rendita politica, nessuna casacca addosso. Solo una convinzione profonda: che un paese, anche piccolo, potesse ancora essere un laboratorio di futuro.