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di  Il Magnifico Press

 

Non mi sono mai chiesta perché proprio io, la vita mi ha dato tanto. Sono fatalista e accetto ciò che arriva. Ho imparato a concentrarmi sull’amore che ricevo e sull’empatia che provo per gli altri, che è cresciuta in modo incredibile… Abbiamo provato tutto ciò che i protocolli ci permettevano. Purtroppo mi sono ammalata prima che nuovi trattamenti, che ora sono efficaci, possano fare la loro comparsa. Quello che posso fare è pregare affinché questi farmaci arrivino presto per tutti".

Massimo Ciavarro, oltre a esserle a suo fianco in questo momento doloroso, le ha fatto un dolce dono durante una cena natalizia in famiglia. “Nel bel mezzo del caos della cena, si è accorto che non riuscivo a mangiare le lasagne, così si è alzato, è andato in cucina e mi ha preparato degli spaghetti al sugo. È stato un gesto che mi ha toccato profondamente”, ha raccontato Eleonora. “Mi fa piacere averlo accanto in questo periodo, è un rifugio per me. Lui è sempre presente, nonostante il nostro passato.”
Un legame che, pur essendo stato segnato dalla distanza in passato, oggi è più forte che mai: “Dopo aver ricevuto la notizia della mia malattia, ho capito subito che lui ci sarebbe stato. È come 30 anni fa, sempre al mio fianco.”

Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro: un esempio di amore e resilienza. Di fronte alla malattia, Eleonora trova forza nell'affetto ricevuto e nella cura di Massimo, che con un gesto semplice durante il Natale, mostra quanto il loro legame, pur segnato dal tempo, rimanga forte e consolatorio. L'amore di Massimo, come una luce in una notte buia, ha offerto a Eleonora un faro di speranza e conforto contro le avversità. Una storia che eleva il discorso su amore e supporto nelle prove della vita.

 

 

 

di Guendalina Middei

 

Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.
Il suo ufficio è un angolo qualunque di mondo in cui possano arrivare la sua bici e il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie.

 

di  Benedetto Maria Ladisa 

 

Una vita a cento all'ora. Da venditore di bibite nel cinema Aurora, a MITO della canzone Italiana. Ne ha fatta di strada Gianni Morandi, nato da padre calzolaio e mamma casalinga, e che da bambino non poteva che sognare. Solo sognare. E lo faceva aiutando il padre nella bottega e guadagnando qualcosina nel cinema della sua città, Monghidoro, vendendo bibite in platea e, poi, esibendosi alle prime feste come cantante per sole mille lire.

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