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di  Imma Pontecorvo 

Immaginate una città in cui la musica scorre tra le strade acciottolate come un dolce fiume, un luogo in cui ogni nota sembra infondere vita nell'aria.

Questa città è Napoli, un luogo che non ha eguali al mondo per il suo profondo patrimonio musicale. La musica napoletana, un genere così profondamente intrecciato con l'anima di Napoli, ha superato i confini e toccato i cuori di tutto il mondo. È un genere non solo riconosciuto, ma anche appassionatamente cantato e sentito in tutto il mondo. Ma qual è il segreto del fascino universale della canzone napoletana? Perché continua a catturare l'immaginazione e le emozioni di innumerevoli individui?

La musica napoletana, caratterizzata dalla sua profondità emotiva e dalle sue melodie distintive, è figlia di una tradizione ricca e diversificata che ha svolto un ruolo significativo nel paesaggio culturale e musicale di Napoli, in Italia. La sua storia e le sue origini sono profondamente radicate nel vibrante passato della città e risalgono a centinaia di anni fa.

Le origini della musica napoletana possono essere fatte risalire al Medioevo, quando Alfonso D’Aragona decise che il dialetto napoletano sarebbe diventata la lingua ufficiale del regno. In quegli anni le sonate erano apprezzate negli ambienti aristocratici, ma quello che era particolarmente amato era il canto sentito e viscerale.

Nel corso degli anni proprio questa caratteristica si è prefigurata come elemento distintivo della musica napoletana.

È durante il XVII e il XVIII secolo che ha iniziato ad assumere la forma per cui è conosciuta oggi. Questo periodo, noto come epoca barocca, vide Napoli emergere come un importante centro di sviluppo e innovazione musicale.

Durante quest’epoca, Napoli fu sede di diversi conservatori che contribuirono notevolmente all'evoluzione della musica classica occidentale. Queste istituzioni furono fondamentali per la formazione di alcuni dei più rinomati compositori dell'epoca, che avrebbero giocato un ruolo significativo nello sviluppo dell'opera e della musica strumentale. Anche la vivace scena musicale di strada della città ha contribuito al suono unico della musica napoletana, fondendo le tradizioni popolari con le influenze classiche per creare uno stile distintivo.

Questi furono gli anni che videro la nascita della scuola musicale napoletana sotto la direzione innovativa di Alessandro Scarlatti. In quel periodo storico a Napoli erano presenti tantissimi brillanti compositori come Domenico Cimarosa, Francesco Durante e Domenico Scarlatti che guidarono questo movimento. Essi fecero conoscere al mondo i ritmi vertiginosi della tarantella e crearono canzoni che ancora oggi riecheggiano per le strade di Napoli, dalla giocosa "Michelemmà" all'accattivante "Cicerenella".

Ma è solo nel XIX secolo che la musica napoletana esplose sulla scena. Questa era un'epoca in cui la musica non era solo ascoltata ma anche sentita, in cui l'improvvisazione la faceva da padrona e gli artisti erano gli uomini di spettacolo per eccellenza, che creavano canzoni sul momento. Questi capolavori di improvvisazione, noti come "canzoni a braccio", appartenevano a tutti e trascendevano le classi sociali. Che si tratti di piazze affollate o di salotti sfarzosi, ogni esibizione era uno spettacolo unico, che attirava un pubblico di ogni estrazione sociale.

In quest'epoca di spontaneità, i musicisti itineranti, svolgevano un ruolo fondamentale. Girovagando per le strade, vendevano "copielle" - fogli con i testi di queste amate canzoni. In questo modo qualsiasi persona poteva cantare queste canzoni con loro.

 

Le "Copielle" di alcune canzoni napoletane

Non erano solo musicisti, erano i messaggeri attraverso cui la musica napoletana arrivava al cuore della comunità. In ogni punto di Napoli in cui si esibivano questi artisti si creava una grande calca di persone pronte a divertirsi e a trascorrere dei momenti caratterizzati da spensieratezza.

La data del 7 settembre 1835 segna un capitolo significativo nella storia musicale napoletana. Un umile ottico di Spaccanapoli, Raffaele Sacco, compose "Te voglio bene assaje", una canzone che divenne un inno, vendendo 180.000 copie durante la festa di Piedigrotta e conquistando il cuore di molti. Questo era un risultato a dir poco incredibile in quegli anni, pensando che non esistevano case discografiche e che soprattutto intercettare così tante persone era quasi impossibile.

L'età d'oro della canzone napoletana nasce a cavallo del XIX secolo, catapultandosi nella notorietà grazie alla Festa di Piedigrotta. Un'epoca che ha celebrato il genio di Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo e altri luminari le cui opere, come "Funiculì funiculà" e "'O Sole Mio", sono diventate dei classici senza tempo.

Queste canzoni non sono solo melodie; sono l'anima di Napoli, che racchiude lo spirito della città e il cuore della sua gente attraverso i secoli.

 

La copertina della prima edizione dello spartito di 'O sole mio 

 

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Info Autore
Imma Pontecorvo
Author: Imma Pontecorvo
Biografia:
Imma Pontecorvo nasce a Vico Equense e vive a Piano di Sorrento, sulla Costiera Sorrentina. Consegue il diploma magistrale, seguito da quello tecnico commerciale, quindi la Laurea in Scienze dell’Educazione, indirizzo Educatore Professionale, presso l’Università Suor Orsola Benincasa, di Napoli. Accanto alla sua professione come docente non ha mai smesso di coltivare quella che è la sua più grande passione: la scrittura. Ama scrivere fin dai tempi dell’adolescenza e partecipando a concorsi letterari, sia a livello nazionale che internazionale, si è aggiudicata diversi premi e riconoscimenti. Vincitrice -nella sezione favola- al 4° Concorso Artistico Letterario Nazionale "Perdersi nell'amore" " promosso dall'Associazione "Atlantide" - Centro studi per le arti e la letteratura - Cosenza/Genova, 2020 con l'opera “Nico e il fantastico mondo del mare “, ha al suo attivo varie pubblicazioni che abbracciano diversi generi, dalle sillogi di poesie, ai romanzi rosa fino ai racconti di formazione per ragazzi. @immalibri
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