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di Anna Maria Stefanini

Inglese di nascita, americana di adozione, Elizabeth “Liz” Taylor la vocazione per il cinema la scopre da bambina: nel 1943, a undici anni, è la protagonista femminile del celebre “Torna a casa Lassie!”.
Parlare di vocazione per il cinema è vero ma non è tutta la verità; la verità è che Liz Taylor cambia letteralmente la storia del cinema perché è con lei, con Marilyn Monroe, Greta Garbo, Marlon Brando, James Dean e gli altri che nasce lo “star system” e il cinema diventa il mondo parallelo dei sogni a portata di biglietto. Parafrasando Fabrizio De André: “non credevi che il paradiso fosse lì in platea”.
Se risponde al vero che i miti hanno tutti un’essenza, un nucleo che ne condensa il profilo identitario, come l’invulnerabilità di Achille o il naso di Cyrano, l’essenza di Liz stava nel volto e in quell’incredibile sguardo dagli occhi viola. Lo spettatore non guardava Liz Taylor, veniva risucchiato in quello sguardo e i registi hanno usato ed abusato di quel potente centro di gravità. 


La biografia di Liz Taylor si dipana lungo tre grandi direttrici: il cinema, i mariti e i gioielli.
La filmografia della Taylor è sterminata; questa che segue è soltanto una piccola selezione: “Piccole donne” (1949), “Il padre della sposa” (1950), “Quo vadis” (1951), “Il gigante” (1959), “La gatta sul tetto che scotta” (1958), “Venere in visone” (1960), “Cleopatra” (1963), “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, “La bisbetica domata” (1963; con la regia di Franco Zeffirelli), “Identikit” (1974; con la regia di Giuseppe Patroni Griffi), Il giovane Toscanini (1988; ancora con la regia di Franco Zeffirelli) e molti altri.
Una carriera nella quale brillano due premi oscar quale miglior attrice, quattro “golden globe”, due “British Academy Film Award” e tre premi “David di Donatello”.  


Liz Taylor ha avuto anche un’importante filmografia televisiva comprendente almeno quindici produzioni e una certa frequentazione teatrale, recitando in cinque apprezzabili rappresentazioni.
Liz Taylor è probabilmente l’unica VIP ad aver collezionato più matrimoni che mariti: i matrimoni sono otto per sette mariti, avendo sposato e risposato Richard Burton due volte, dal 15 marzo 1964 al 26 giugno 1974 e dal 10 ottobre 1975 al 29 luglio 1976. La sua passione per i matrimoni gode di un aneddoto: quando un giornalista le chiese perché si fosse sposata otto volte rispose: “perché credo nel matrimonio”.
La terza passione dopo il cinema e i mariti sono stati i gioielli, che ha collezionato in grande quantità, tra i quali brillano (nel vero senso della parola) il famoso “Diamante Krupp”, di 33,19 carati e l’ancora più famoso “Diamante Taylor-Burton”, un regalo di Richard Burton, di 69,42 carati. L’intera collezione è celebrata in un uno storico libro: “My Love Affair with Jewelry” (più o meno: “la mia storia d’amore con i gioielli”; 2002).
Ma la vita non sempre fu generosa con Liz Taylor; oltre i divorzi compaiono anche seri problemi di salute: una lunga serie di infortuni alla schiena, un tumore benigno al cervello, un cancro alla pelle, due polmoniti e, nell’ultimo periodo della sua vita, una grave forma di insufficienza cardiaca. Gli ultimi tempi li ha trascorsi su una sedia a rotelle.
Elizabeth Taylor muore il 23 marzo 2011, all’età di 79 anni. 

 

 

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