di Arianna Di Presa
Nel presente articolo vorrei evidenziare l’importanza del percorso artistico di Flaviana Chiarotto, un anelito di storia realtà e sogno.
Pittrice di valenza nazionale e internazionale partecipa a numerose esposizioni in cui trapela una forte vocazione paesaggistica resa voluminosa e lussureggiante attraverso la “carezza” del pennello, una fonte luminosa per raccontare narrazioni avvolgenti e silenziose.
L’aspetto contemporaneo della Chiarotto è visibile nei suoi volti raffinati e femminili, dove le donne divengono indiscusse protagoniste di un dialogo romanzesco tra l’anima che corre impetuosa attorno alle sue sfumature, costantemente ricercata e protesa verso l’infinito, dentro i suoni metafisici della natura, la Madre creatrice dell’essenza più vera dell’umanità.
Le sue cromie esprimono l’intensità oceanica e il mutarsi repentino di un sentimento profondo e naufrago, istintivamente prospettico e introspettivo senza la necessità di creare ulteriori effetti
geometrici. Un mare di emotività senza riparo diretto oltre un destino ventoso e consapevole della potenza del cambiamento e di un’evoluta trasformazione derivante da un incancellabile dolore.
L’Arte dunque, diviene il senso metamorfico e sincronico della parola, come ultima piuma cosmica, che placa l’inquietudine mentre le onde rumoreggiano sui volti quotidiani e le navi partono in cerca di un approdo sicuro. È l’incertezza certa l’ossimoro più eloquente per descrivere con accuratezza ogni passaggio cromatico che affonda nello sguardo dei fruitori, in maniera completa e confidenziale, come il compiuto brillio della luna tramite i riflessi trasparenti dell’acqua.
Siamo molecole e atomi
cullati
da un desiderio d’eternità.