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di Lucia De Cicco

 

La nostra Anna Maria Schifino giornalista, opinionista della pagina Instagram “ Artisti ed eccellenze calabresi “,

Nostra perché chi scrive collabora con l’associazione da lei fondata, procede spedita con la sua rubrica "L’Amore per l’Arte" , in cui intervista live personaggi della cultura calabrese di fama non solo nazionale, ma anche oltre oceano, come lo scrittore e documentarista antropologico, Francesco Caravetta. Ospite di una delle primissime puntate della seguitissima rubrica.

Gli argomenti trattati: vita personale dell’autore con la sua vicenda di mobbing e le sue ultime fatiche letterarie, gli antichi delitti cosentini e calabresi, che con il sito Antichidelitti.it hanno fatto il giro del mondo.

Quando si parla di fatica in senso astratto, in realtà per Caravetta lo è stato anche di fatto, soprattutto per quanto riguarda alcuni efferati delitti, come quello di una bimba di soli due anni.

<<Prendere emotivamente le distanze da tutto questo dolore non è così facile, afferma lo scrittore, ma necessario, tuttavia, per comprendere dove stiamo andando, sulle spalle di un passato, che se pure scomodo instrada meglio il futuro>>. I delitti che descrive hanno documentazione presso gli archivi di Stato, non solo il cosentino, ma anche quelli del nord Italia come Reggio Emilia, dove l’autore ha soggiornato per un periodo.

 

 E' uguale da nord a sud. I delitti, dice Caravetta, sono efferati e crudeli, così come le pene inflitte dagli allora tribunali, anche ai ladruncoli per fame, per aver rubato una mela. Essi vanno dall’ 800 fino agli anni cinquanta del vecchio secolo, che se ne dica, oggi sono molto più contenuti. Per quanto riguarda i delitti di genere, oggi detti femminicidi, il miglioramento vi è stato con l’ abolizione del delitto d’ onore.

Fra le storie più importanti, il ritrovamento di una lettera autografa di Joe Petrosino, noto poliziotto newyorchese, e la vicenda del primo serial killer calabrese, di cui da tempo molti sceneggiatori erano a caccia.

Ciò ha portato l’autore ad essere sui giornali oltre oceano per le sue scoperte clamorose.

Caravetta si è raccontato anche nella sua esperienza di vittima di un reato, che ancora oggi stenta ad entrare nelle aule di tribunale, che è il mobbing. Sono trascorsi ormai vent’ anni, ma la gelosia che la sua brillante carriera aveva posto in essere pian piano hanno fatto sì che che gli venisse meno la possibilità di proseguire serenamente nel suo lavoro ed ha preferito, come spesso accade allontanarsi, senza denunciare per evitare ai colleghi la stessa sorte, pur se disposti a supportarlo nella sua battaglia.

Un crimine anche questo e di cui tutti i professionisti sono vittime su tutti i posti di lavoro e in ogni ambito della società civile. Ma ritornando alla sua attuale professione di documentarista e scrittore, Anna Maria affascinata dalla lettura del suo ospite, chiede di una sua opera in particolare, cui l’ autore è molto legato, “I peccati che vagiscono” storie che vanno fino ai primi del novecento e che riguardano i bimbi abbandonati alla ruota, i quali difficilmente superavano i primi tre mesi di vita.

Cosenza ne deteneva per numero il primato nazionale. E in futuro che bolle in pentola, chiede la Schifino, <<una riedizione de “La parte sbagliata” -un altro testo cui l’autore è legato- che riguarda la vicenda di una donna determinata, una brigantessa del territorio cosentino >>

E a questo proposito abbiamo chiesto noi de La Voce agli italiani che cosa devono fare le donne oggi, sia vittime che brigantesse determinate , argomenti privilegiati dei suoi lavori di documentarista?

<<Le donne sono le vittime privilegiate in ogni epoca e i miei studi lo hanno evidenziato, così come bambini ed emarginati. Devono essere abbattute le barriere e nonostante nel 1981 sia stato tolto il delitto d’ onore ancora vengono uccise per cause legate a queste dinamiche, serve uno scatto di emancipazione in più, che deve iniziare fin da piccoli>>.

Conclude Anna Maria chiedendo un consiglio per i giovani, come avvicinarli alla cultura. Caravetta dice che si deve iniziare da piccolissimi e prediligere i libri ai giocattoli di genere. Fra i premi più importanti quello Lo Sardo per aver dato un valido contributo alla ricostruzione delle vicende della ndrangheta. Fra le curiosità: l'editazione di un libro di ricette calabresi, riguardante il cosa mangiava la vecchia mafia calabrese.  

 

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