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L’Italia è terra di poeti, santi e navigatori ma è anche terra di campioni sportivi di cui essere orgogliosi non solo per le loro vittorie ma anche per il loro stile di vita e la loro semplicità. Uno di questi campioni è Marco Olmo, ultramaratoneta di fama internazionale.


Marco Olmo è nato ad Alba, in provincia di Torino, l’8 ottobre del 1948 ma è sempre vissuto a Robilante, un paesino di circa 2200 anime nella Valle Vermenagna in provincia di Cuneo. Per vivere Marco ha iniziato a lavorare prestissimo e di mestieri ne ha fatti molti: contadino, boscaiolo a giornata, camionista e poi, per 27 anni, escavatore alla Buzzi Unicem. Prima di cimentarsi nello sport, nel quale è diventato famoso, ha praticato con buonissimi risultati lo sci di fondo, lo sci alpinismo, la corsa in montagna. Nella sua prima gara, il ventiseienne Marco Olmo riesce a piazzarsi sesto su sette concorrenti e questo a causa di un errore di interpretazione del percorso da parte dei suoi compagni di corsa. I metri di dislivello erano solo 600, ben pochi se consideriamo i 9000 di gare che lui, in seguito, non soltanto affronterà, ma vincerà con un buon margine su tutti gli avversari. La prima vittoria risale al 1985 e da lì un’incredibile escalation di sfide e vittorie. Certo per i suoi concittadini ed per i valligiani sarà apparso essere una sorta di perditempo, ma lui per far convivere la sua passione con il suo lavoro di sacrifici ne ha fatti e tanti.
Dal carattere schivo, ha sempre considerato la corsa come un mezzo di riscatto, una pura passione, una ragione di vita, ed il lavoro lo strumento con il quale guadagnarsi onestamente il pane. Marco ha sempre cercato di far convivere i duri allenamenti ai quali si sottoponeva ai turni di lavoro e solo quando ne ha avuto la possibilità ha cominciato a mettere la sua sveglia ad orari improponibili, anche alle tre di mattino, per cominciare ad affrontare i castagneti prospicienti la sua abitazione. Le luci della ribalta si accendono su di lui quando nel 1996 partecipando alla Marathon des Sables, una corsa di 245 km nel deserto marocchino, arriva terzo malgrado non avesse avuto più di due mesi per preparare a puntino la sua avventura. Da quel momento il suo nome comincia a circolare su riviste e Tv, ma come abbiamo visto la sua storia era già cominciata da un pezzo. E’ noto che nella società moderna il valore di una persona è riconosciuto soltanto quando un mass media qualsiasi la pone al centro dell’attenzione: “Appareo ergo sum”.


Negli anni, di Marathons des Sables, Marco ne collezionerà ben 22 centrando tre podi. Pian piano Marco comincia ad inanellare incredibili vittorie e piazzamenti in tutto il mondo. Sei sono i suoi trionfi al “Gran Raid du Cro-Magnon”, una gara che ama particolarmente in quanto ripercorre i sentieri dei contrabbandieri che attraversavano il confine tra Francia e Italia. Marco ama sottolineare come la maggior parte dei sentieri non siano stati creati per correre ma che avevano degli scopi ben precisi.
Lui più che un purosangue ama definirsi una sorta di mulo, tenace e resistente, uno appunto che i sentieri li ama. Oltre al Cro-Magnon l’elenco dei sui incredibili risultati comprende molte vittorie nei deserti della Giordania, dell’Oman, della Libia e tanti altri successi e piazzamenti in molte parti del mondo, dal Mozambico (qui la sua ultima vittoria nel 2017) al Messico, dalla Francia alla Namibia. La gara che ha reso celebre in tutto il mondo Marco Olmo è l’Ultra Trail du Mont Blanc (UTMB) di 167 KM e 9000 metri di dislivello, una corsa che attraversa i confini di Italia, Francia e Svizzera. Corso per la prima volta nel 2005 a 57 anni arrivando terzo, Marco ci riprova l’anno successivo e riesce a vincere sorprendendo anche sé stesso, diventando così campione del mondo della specialità. Eh si, Marco non parte mai per vincere, magari ci spera, ma segue sempre le sue sensazione e se non sono buone è disposto anche a ritirarsi; sa che la macchina va difesa e salvaguardata poiché altre corse ci saranno in futuro. Nel 2007 bissa la vittoria dell’anno precedente. Certo ci saranno negli anni a venire anche corridori che riusciranno a vincere più UTMB, ma arrivare primo a 58 e 59 anni è davvero un’impresa straordinaria. Ora Marco Olmo è conosciuto in tutto il mondo e viene portato ad esempio per onestà, longevità agonistica ed umiltà.
Questo straordinario personaggio ha al suo attivo tre libri di successo (Il corridore - Storia di una vita riscattata dallo sport; Il miglior tempo. Esercizio, alimentazione e stile di vita per essere sani e attivi a tutte le età; Correre nel grande vuoto) nel quale racconta la sua vita, le sue corse, il suo essere diventato vegetariano da oltre trent’anni, il suo essere stato sempre supportato dalla moglie Renata. Oltre ai libri, un gruppo musicale gli ha dedicato una canzone nel 2009 e più recentemente i registi Paolo Casalis e Stefano Scarafia, un film-documentario intitolato “Il Corridore -The Runner”. Il successo di Marco Olmo non ha segreti; nella corsa non ci si inventa nulla e nessun risultato viene conseguito a caso. Quello che ha reso Marco lo straordinario atleta che è (uso il presente perché malgrado non partecipi più con la stessa frequenza a gare impegnative, comunque il pettorale continua a spillarlo sulla sua maglia grigia) è la sua incredibile gestione delle risorse.
Lui è nato nel dopoguerra in una valle e forse avrà imparato proprio lì a saper trarre profitto da quello che si ha. In una recente intervista Marco ha dichiarato “Se parti in vacanza ed hai mille euro, sai che devi farteli bastare per tutto il periodo che sei fuori casa, stessa cosa avviene per la corsa, se spendi tutto all’inizio le energie ti vengono a mancare ed è finita”.
Marco un uomo semplice, umile ed educato. Per molti una leggenda.

 

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