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Ci si innamora di questo romanzo sin dalle prime pagine.

La Austen non si smentisce mai, la sua scrittura è ironica, sagace, divertente.
I caratteri dei personaggi sono tratteggiati con grazia e maestria, specialmente quelli femminili, non omette mai nessun dettaglio, basta solo una piccola frase per capire l'intera psicologia del personaggio. Ragione e sentimento non è solo un romanzo d'amore, ma soprattutto un romanzo psicologico dove i concetti di ragione e sentimento sono lungamente argomentati ed identificati nelle sorelle Dashwood, Elinor e Marianne.
Elinor, ragionevole e riflessiva, non cede alla passione e all’istinto, a lei ci si rivolge per chiedere consiglio, è lei la colonna portante della famiglia, lei che si occupa di tutto, dalle questioni economiche a quelle pratiche. Lei che nasconde il suo dolore per consolare quello degli altri. La ragione.
Marianne, bella e solare, sentimentale ed emotiva, si lascia travolgere e sconvolgere dalle emozioni, ama con passione, e questo grande trasporto la porta ad essere egoista nei confronti degli altri. Parla senza il filtro della ragione e manca di buon senso. Il sentimento.

Elinor e Marianne, due sorelle, due destini, affini eppure diverse, sono due facce della stessa medaglia, ragione e sentimento, razionalità e cuore palpitante, che appartengono tutt'ora a tutte le donne. L'ambientazione è l'Inghilterra dell'800, viene ben descritta la vita di corte a Londra, incentrata su balli, abiti eleganti e convenzioni sociali. I matrimoni sono combinati per interesse, e chi si oppone a questa consuetudine viene diseredato; la donna è totalmente succube del marito, esse devono solo sperare di fare un matrimonio economicamente favorevole altrimenti sono poste ai margini della società.
La vicenda inizia sul letto di morte del signor Dashwood, che per il privilegio che viene conferito ai figli maschi, si ritrova a dover lasciare in eredità la tenuta, Norland, nella quale vivono le tre figlie , al fratellastro delle stesse. Questi, nonostante la promessa fatta al padre in punto di morte di aiutare le sorelle, condizionato dalla moglie, si impossessa della casa, e le tre sorelle con la loro madre sono costrette a trasferirsi, ospiti in un cottage di un parente facoltoso.

Prima della partenza, una delle sorelle, Elinor, fa la conoscenza di uno dei fratelli della cognata, Edward, un po’ impacciato e molto diverso dall’avida sorella. Tra di loro nasce subito una particolare alchimia, che proseguirà nonostante il trasferimento nel Devonshire, a Barton Cottage. Qui la giovane ed esuberante Marianne farà la conoscenza del giovane Willoughby, nonostante la corte composta del buono e generoso colonnello Brandon. E di Willoughby si innamora perdutamente, a prima vista. Il giovane è pieno di fascino, colto e passionale, ed è un personaggio che si contrappone totalmente al colonnello, uomo gradevole e gentile, ricco, ma non avido, sempre gentile e premuroso, con una delusione amorosa alle spalle, finita in tragedia. E che soprattutto ama con totale disinteresse Marianne, riservato, ma non per questo meno profondo, ma che lei considera uno scapolo incallito, anziano e infermo.
Le delusioni amorose arrivano puntuali per entrambe le sorelle. Edward Ferrars , segretamente fidanzato con una donna scialba e insignificante, si ritrova a dover rispettare una promessa di matrimonio. Willoughby, si rivela un mascalzone, senza un soldo e dalle mani bucate, non esita a sacrifica l'amore per un matrimonio conveniente dal punto di vista economico. Marianne, inguaribile romantica, quando si rende conto che Willoughby l'ha solo illusa, sconvolta e delusa arriverà ad un passo dalla morte. Guarisce grazie alle cure amorevoli di Elinor e della madre, e la malattia le farà capire quanto sia stata irruente e imprudente nella relazione con Willoughby. La Austen amò moltissimo il personaggio di Marianne: “Nei suoi occhi molto scuri”, scrive, “c’erano una vitalità, un ardore tale che era difficile guardarli senza rimanere incantati”. Marianne ha un temperamento impulsivo e passionale. Le piace declamare versi e crede nell’amore a prima vista che esclude tutto il resto e che, spesso, fa sbagliare. Il sentimento provato per il bel Willoughby - il rampante con pochi soldi e pochi scrupoli a caccia di una dote per garantirsi un futuro all’altezza delle sue ambizioni – si rivelerà presto doloroso e inconsistente. La sofferenza amorosa, tuttavia, la aiuterà a frenare la sua irruenza: “Ho capito” confida ad Elinor “come sono stati i miei sentimenti a preparare le mie sofferenze (…) Se riuscirò a tenerli a freno il mio temperamento migliorerà”. Il destino avrà ancora delle sorprese per le protagoniste, ma non sto qui a svelarvele.


Si deve scegliere o e possibile riuscire a conciliare la ragione con il sentimento? A voi lettori l’ardua sentenza.

 

 

Chi è Jane Austen?

Jane Austen, nata nel villaggio di Steventon, nella contea dell’Hampshire il 16 dicembre 1775, è una delle autrici più famose e conosciute d'Inghilterra. Era la settima di otto figli e la seconda femmina dopo la sorella Cassandra, che fu anche la sua più intima confidente. Fu a Steventon che Jane Austen scrisse il suo primo romanzo, Amore e Amicizia all’ età di soli 14 anni. E fu sempre nello Hampshire che completò la prima stesura di tre dei sei romanzi portati a termine: L’Abbazia di Northanger , Ragione e Sentimento e quello che poi diverrà Orgoglio e Pregiudizio, con il titolo First Impressions. In quegli anni iniziò anche un romanzo dal titolo The Watsons che però rimase incompiuto. Jane Austen non si sposò mai, rimase sempre profondamente attaccata alla famiglia. La salute cominciò presto a minarla: nel 1815 i primi sintomi del morbo di Addison, malattia endocrina, si fecero sentire, fino a condurla alla morte il 18 Luglio del 1817. Aveva 41 anni. Il successo per la scrittrice arrivò postumo, sebbene anche in vita avesse degli estimatori quali Walter Scott e B. Disraeli. Solo nel 1890 fu rivalutata dalla critica e da allora ricopre un posto di grande importanza nella letteratura inglese.

 

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