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di Lucia Lo Bianco

Il periodo di emergenza sanitaria cronologicamente iniziato il 9 marzo del 2020 ha trasformato abitudini e stili di vita di tutti noi oltre a ricadere inevitabilmente sui ritmi e sulla salute del personale sanitario. Molte le categorie lavorative a respirare tali ripercussioni sulla propria pelle: costrette a chiusure forzate, molte attività hanno registrato pesanti perdite del proprio fatturato che gli interventi dello stato non sono riusciti a colmare. Alcuni settori, poi, sono stati colpiti più di altri. Basti pensare alla nostra punta di diamante, il turismo, che dovrà attendere ancora molti mesi prima di recuperare guadagni ormai perduti. Il mondo della scuola, infine, ha subito un totale stravolgimento. La scuola: questa sconosciuta.

Il termine “sconosciuta” si adatta perfettamente al settore dell’istruzione che coinvolge quasi un milione di docenti e personale ATA e circa 8 milioni di studenti secondo i dati forniti dal MIUR. Sconosciuto è un mondo complesso e articolato per chi vive al di fuori e non ne comprende i meccanismi. Sconosciuti sono i processi non prevedibili d’apprendimento in una società in costante trasformazione che riceve dalla tecnologia in evoluzione forti stimoli verso un necessario cambiamento. Sconosciuto è il mondo discente nelle sue diverse espressioni di crescita. Sconosciuto è il mondo adolescenziale, fragile e da “maneggiare con cura”  e i cui filamenti sfuggono al controllo degli educatori. Sconosciuta, infine, è la tipologia professionale di cui i docenti si fanno portatori e la complessità dei compiti la cui responsabilità sempre crescente caratterizza ormai il loro operato.

Un mondo ignoto, quindi, in cui i docenti italiani di ogni ordine scolastico si muovono con senso di competenza e serietà affrontando sfide quotidiane e riuscendo a gestire giovani menti nei continui cambiamenti e nell’incertezza della mutevole normativa. Una realtà che però chi vive al di fuori si sente in diritto di giudicare non mancando mai di lasciarsi trasportare da pregiudizi e banalità legati soprattutto alle vacanze, non ferie, scolastiche e all’orario di lavoro erroneamente ritenuto troppo ridotto.

Tralasciando la necessità di diffondere una normativa scolastica sconosciuta ai più e lungi dal volersi commiserare in un periodo di emergenza che ha drammaticamente colpito molti settori, vale la pena ricordare che questa categoria sconosciuta e bistrattata è riuscita a gestire una catastrofe educativa senza sostegni e formazione iniziale, sobbarcandosi il peso dell’impatto pedagogico e delle conseguenze psicologiche che emergeranno certamente negli anni futuri. Una categoria che con il rientro a scuola all’inizio di settembre ha anche visto ammalarsi e morire molti docenti a causa del Covid-19, dato che l’età media del personale scolastico è molto elevata.

Eppure si è detto ben poco a riguardo e le notizie generalmente riportate dai mass media e relative al mondo della scuola preferiscono attirare l’attenzione su ben altri aspetti che non corrispondono nella maggior parte dei casi alla vera realtà delle cose. Siamo tutti grati nei confronti del nostro personale sanitario e restiamo ben consapevoli dei loro sacrifici e dei rischi che, ancora adesso, si trovano a dover fronteggiare. Viene da chiedersi allora perché nessuno si sia rivolto con un minimo di empatia nei confronti di una professione che non conosce orario e la cui considerazione dovrebbe andare al di là di quello che la gente vuole per pura convenienza vedere.

I quasi 900.000 docenti del nostro paese sono responsabili della crescita umana e culturale delle generazioni future e si fanno carico di trasmettere tra mille ostacoli e difficoltà un patrimonio di sapere unico al mondo. I risultati non sempre corrispondono alle attese perché molte sono le varianti in gioco.

In questo panorama così complesso disturba allora sentire i rappresentanti del governo declamare ciò che pensano di fare per cambiare mentre si assiste inermi a progetti di cambiamento che poco contatto hanno con la realtà scolastica che solo chi vive dentro tale contesto conosce veramente. Stancamente si odono slogan e proclami che la scuola riaprirà, riaprirà presto, mentre il personale e l’utenza hanno ripreso l’attività in presenza già da tempo. Che ci si cali allora prepotentemente tra le pareti di questo mondo, perché non si debba più avere l’impressione che la scuola continui ad essere una sconosciuta!

 

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Info Autore
Lucia Lo Bianco
Author: Lucia Lo Bianco
Biografia:
Sono una docente di Lingua e Letteratura Inglese in un Liceo Classico di Palermo. Oltre all’insegnamento sono impegnata in tante attività, professionali e personali. Da tre anni collaboro con Eurosofia, un ente coinvolto nella formazione professionale docenti e ho tenuto diversi webinar di aggiornamento e di preparazione per i concorsi a cattedra. Sul piano personale, oltre ad essere una runner, scrivo poesie, racconti e articoli e sto lavorando alla stesura del mio primo romanzo.
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