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di Paolo Russo

Chissà cosa deve aver pensato lo spettatore a cui è squillato il telefonino, al teatro La Scala di Milano durante il momento di maggiore enfasi dell'esecuzione di Patria Oppressa, dal Macbeth,  quando ha realizzato che l'intero teatro era piombato in un silenzio tombale d'improvviso.

Ha sperato forse che fosse solo una coincidenza o che magari spenta la suoneria tutto si sarebbe risolto  in un lampo ma invece così non è stato!

«Risponda pure, noi riprendiamo dopo»: così  il maestro Riccardo Chailly ha redarguito lo spettatore continuando: «vedete, amici, siamo in molti in questo grande viaggio verdiano con l’orchestra e il coro della Scala, ma  non siamo soli, perché stiamo realizzando un’incisione per la Decca di Londra per cui saremo ancora molti di più. È una cosa importante. Patria oppressa con l’ostinato del telefonino non è possibile».

L'intervento del direttore principale della Filarmonica della Scala deve aver imbarazzato non poco il povero spettatore e colpito moltissimo l'intero pubblico della Scala che si è abbandonato a un applauso spontaneo liberatorio.

Il concerto è continuato  mentre tutto il pubblico a ricontrollato i telefonini per evitare di interrompere un concerto straordinario ma soprattutto di fare arrabbiare di nuovo il maestro!

 

Festeggiamo tutti insieme questo giorno e sventoliamo con orgoglio la nostra bandiera tricolore

 

 di Monica Vendrame

Oggi si celebrano i 76 anni di democrazia, e la corona d’alloro, deposta dal Presidente Mattarella sulla “Tomba del Milite Ignoto”, ricorda tutti i militari e i civili che hanno servito e servono la Patria.

 

di Gabriella Paci

La polizia di Milano ha stilato una mappa delle zone d’azione in cui la città è stata suddivisa dalla varie baby gang che vi operano.
Baby perché i componenti delle varie bande hanno un’età compresa tra gli 11 - 12 anni fino ai 25 - 26 ma perlopiù sono ragazzi minorenni di nazionalità italiana, poiché molti di seconda generazione da Africa, America latina, est Europa che, pur non avendo estrema necessità economica, aggrediscono e derubano per avere, magari oggetti e indumenti di firma e prestigio sociale, ma anche cuffie , cellulari o semplici accendini.
Le loro famiglie son quasi sempre famiglie “normali” di gente che lavora e risulta integrata nel contesto di appartenenza.