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di  Matteo Gracis

Lo scenario è questo:

- c’è un social network che davano per finito:  X (ex Twitter);

- c’è un giornalista americano controcorrente che le grandi emittenti televisive hanno ripudiato e che l’establishment ha tacciato di essere un mostro, complottista, negazionista, ecc.  ecc. …anche lui dato per spacciato: Tucker Carlson

- c’è un presidente, il presidente del più vasto paese del mondo che i media occidentali hanno provato in tutti i modi possibili e immaginabili a dipingere come pazzo, inaffidabile, squilibrato, malato terminale e in alcuni momenti, addirittura, in fin di vita e chi più ne ha, più ne metta: Vladimir  Putin.

E infine c’è un’intervista uscita sul web di recente proprio su X, senza alcuna pubblicità, né annuncio di alcun tipo. Intervista che in pochi giorni ha fatto il giro del mondo in svariate lingue e nell’insieme sulle varie piattaforme e canali ha totalizzato oltre 1 miliardo di visualizzazioni in una settimana.

Nonostante  io non sia un sostenitore del Presidente Putin (e non lo sia mai stato), l’intervista in questione dimostra una lucidità, una cultura, una conoscenza storica e geografica, nonché una caratura come leader politico e stratega che traspare in maniera evidente e deflagrante, tanto più se paragonata ai leader occidentali che in confronto sembrano, per essere gentili, un gruppo di teppistelli allo sbaraglio. E questa, per noi, non è una bella nostizia. Se in più ci aggiungiamo che il punto di riferimento per la politica occidentale, dunque anche quella italiana, è Joe Biden c’è veramente da augurarsi che qualcuno abbia pietà di noi.

 In tutto questo l’Unione Europea ha appena annunciato il tredicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia. Quando fu annunciato il primo, nel marzo 2022, l’ex Premier italiano Enrico Letta lo presentò dicendo: “Le sanzioni porteranno l’economia russa al collasso”. Due anni e tredici pacchetti di sanzioni dopo la situazione è questa: “Nel 2024 crescita russa tripla rispetto alla zona euro. Le sanzioni sono del tutto inefficaci”. E allora io mi immagino la scena al Cremlino dove il maggiordomo si avvicina e bussa all’ufficio di Putin, dicendo: “Scusi, Presidente. E’ arrivato il nuovo pacchetto dall’Europa”. E lui risponderà: “Ah, va bene. Mettilo lì, con gli altri, sotto l’albero che li apriamo a Natale”.

Purtroppo, c’è poco da ridere visto che contemporaneamente oltre il 63% delle famiglie italiane fatica ad arrivare a fine mese; la media europea è del 45%. Perché per la prima volta nella storia ci troviamo evidentemente di fronte a sanzioni che penalizzano chi le fa e non chi le riceve. Ciò nonostante i nostri leader politici insistono con questa folle strategia autodistruttiva. E non è tutto perché, non contenti, continuano anche a spendere miliardi di euro in armi e aiuti militari totalmente inutili e fallimentari.  Si, perché, piccolo particolare, nel frattempo la Russia ha praticamente vinto la guerra in Ucraina, ma il blocco atlantico e i loro mass media zerbini non hanno nemmeno il coraggio di dirlo. In pratica hanno toppato qualsiasi previsione e analisi riguardanti  X, Tucker Carlson, Vladimir Putin e guerra in Ucreina. UN DISASTRO TOTALE CHE PAGHIAMO NOI.

L’intervista completa di Carlson a Putin dura circa due ore ed è disponibile su vari canali, anche in italiano. In questo video ho voluto selezionare e tradurre alcuni passaggi che ritengo interessanti e che vale la pena ascoltare con attenzione.

BUONA VISIONE!

(Intervista completa e video originale:    / 1755734526678925682  )

 

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Info Autore
MATTEO GRACIS
Author: MATTEO GRACIS
Biografia:
Matteo Gracis è un giornalista e scrittore. E' una figura di spicco nel panorama dell’informazione indipendente che si è fatto largo in questi anni, tra social, dirette e giornali online. Si professa un pensatore libero e porta in giro per l’Italia un monologo contro il “pensiero unico”, contro il governo degli algoritmi e dell’alta finanza. Matteo Gracis continua a puntare i riflettori su molti argomenti che vengono comunemente liquidati come “complottisti”, tuttavia le sue argomentazioni sono sempre più forti delle etichette che mirano semplicemente a screditarlo.
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