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di Virginia Murru

Liberi di viaggiare in lungo e in largo in Sardegna, ogni arrivo ha ormai il benestare della Regione, il cui governatore, Christian Solinas, non ha prorogato l’ordinanza valida fino al 15 giugno, ossia fino a ieri.

Arrivare in aereo o in nave non farà differenza, non sarà più richiesto alcun green pass, e non ci saranno più i limiti riguardanti i ristoranti al chiuso, ossia i 20 metri cubi richiesti per ragioni di prevenzione e sicurezza.

La Regione Sardegna ha preso atto che vincolare il turismo al certificato vaccinazioni e tampone, avrebbe costituito un deterrente per gli arrivi: l’isola è stata fin troppo penalizzata, anche per via della sua condizione geografica d’insularità. La scorsa stagione sono stati rilevati danni ingentissimi per le strutture ricettive, e tutto l’indotto strettamente legato ai movimenti turistici.

Era necessario, anzi, indispensabile, adeguarsi alla normativa in vigore nel resto della penisola, i dati sui contagi e l’avvio della campagna vaccinazioni rendono gli spostamenti molto più sicuri rispetto al 2020. La scelta di Solinas è orientata verso questo obiettivo, incoraggiare il turismo dall’Italia e dall’estero.

Qualora l’ordinanza del governatore sulla richiesta del green pass per chi sbarca nell’isola fosse stata prorogata, si sarebbe messo a rischio il buon esito della stagione turistica che ha da poco preso avvio. Una scelta dunque responsabile, si tratta di sostenere la Sardegna in questo difficile passaggio di transizione verso il post-Covid. E soprattutto di aiutare gli operatori turistici, i lavoratori stagionali, tutta questa ruota di ingranaggi che gira intorno al settore, praticamente trainante per l’economia dell’isola.

La Sardegna era l’unica regione che ancora chiedeva nei porti e aeroporti la certificazione sanitaria che garantisse un soggiorno sicuro, green pass peraltro stabilito dal Dpcm per gli spostamenti tra regioni arancioni e rosse.

Memori anche delle esperienze poco felici della scorsa estate, allorché l’isola, in gran parte al nord, nelle località più note e rinomate, si ritrovò a gestire un aumento di contagi di chiara ‘importazione’ esterna. I focolai si svilupparono in locali assediati dai turisti della penisola e stranieri, e il dopo ferragosto presentò un conto salato agli abitanti, che per ovvie ragioni subirono le conseguenze del dilagare dei contagi. Insieme al dramma ne scaturì anche una tempesta di polemiche, il rimbalzo delle responsabilità ha occupato le pagine dei giornali per mesi.

A partire da oggi, 16 giugno, dunque, l’isola è considerata ‘zona bianca integrale’, non saranno esatte ulteriori certificazioni, né si dovrà seguire l’iter di registrazione sul portale della Regione.

Non sarà richiesto nemmeno il test molecolare o antigenico rapido, il cui risultato sia negativo; nessun limite ai movimenti, ci si dovrà attenere, ovvio, alle disposizioni relative alla normativa nazionale in materia di contenimento dei contagi, rispettando pertanto le regole d’igiene seguite ovunque, con l’uso in particolare della mascherina.

E che Dio ce la mandi buona, quest’estate si avrà l’impressione di essere stati liberati dalla gabbia delle restrizioni, in particolare per quel che concerne gli spostamenti tra regioni, e verso l’estero. Sarà la prova del nove che la normalità riprende il suo corso.

 

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