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E’ trascorso più di un anno da quando la nostra vita è cambiata totalmente a causa del virus Covid-19, che dalla lontana Cina, precisamente da Wuhan, è giunto sino a noi.
Il 30 gennaio 2020 arriva la notizia dei primi due casi accertati di coronavirus in Italia: sono due turisti cinesi, ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma.
Il 31 gennaio in Italia viene dichiarato lo stato di emergenza.
Da allora è stato un crescendo di notizie da parte di virologi e di infettivologi, che si sono prodigati a isolare e studiare il maledetto virus, che in breve tempo si è diffuso in tutto il mondo.
Quante immagini e quanti ricordi affiorano alla mia mente,ripercorrendo questo terribile anno di isolamento,terribile soprattutto per noi di una certa età,in cui si devono farei conti con varie patologie e fragilità.
Un anno tragico fatto di paure, di solitudine, di sconforto, diesortazione a stare chiusi in casa, ma anche di speranza…quella speranza che non dovrebbe mai abbandonarci, specie se si crede in qualcosa di sovrumano… che ci aiuta a salvarci!
I ricordi più vivi del primo lock-down sono le strade incredibilmente vuote, le file ordinate e silenziose ai supermercati, le strisce con le scritte “Andrà tutto bene”, “Restate a casa”, i canti e i suoni dai balconi per dare speranza, il corteo dei camion dell’esercito che trasportavano i morti in cimiteri anonimi in quel di Bergamo.
Ricordo i tanti medici e infermieri distrutti da turni massacranti di lavoro per cercare di salvare vite umane,anziani soprattutto, spaventati e lontani dai propri cari,e destinati ad una morte indecorosa e crudele.
Chi può dimenticare papa Francesco, che la sera del 27 marzo 2020 attraversa, con la sua andatura claudicante, una Piazza San Pietro insolitamente deserta, sfidando il freddo e la pioggia per pregare Dio su di un altare disadorno, posizionato al centro della grande piazza, per l’umanità intera, eper infonderci coraggio,speranza nella salvezza,che non potrà realizzarsi se non lottando insieme…perché “nessuno si salva da solo” e nessuno, allora, metteva in dubbio che saremmo diventati tutti più umani!!!
Quella sera le parole del Papa erano sovrastate dal suono lugubre delle sirene delle ambulanze,che non smettevano di trasportare i malati nei vari ospedali romani.
Ricordo di aver pianto quando le frecce tricolori, in segno di unità, di solidarietà e di ripresa, dal 24 maggio, per cinque giorni, hanno sorvolato l’Italia, toccando tutti i capoluoghi di Regione.
Da allora niente o quasi niente è cambiato: l’Italia è diventata come il vestito di Arlecchino…a colori!
La scuola anch’essa si è adattata alla nuova situazione…ora c’è la DAD (didattica a distanza), ma le mamme protestano: vogliono la scuola in presenza. Poi ricompaiono focolai e si ritorna alla DAD…non si capisce più nulla…tuttoè precario, tutto è in subbuglio.
Gli ospedali, dopo una breve pausa di quasi normalità per qualche mese estivo, per effetto delle vacanze e degli assembramenti, a cui molti incoscienti non hanno saputo rinunciare, sono di nuovo al collasso.L’economia soffre, le imprese rischiano il fallimento, la gente non ce la fa più ad andare avanti.
Ma la cosa più terribile è che più di 100.000 persone se ne sono andate senza nessun conforto, senza la vicinanza di un volto familiare accanto.
Siamo ancora terrorizzati dal virus assassino,che si permette anche di prenderci in giro, mutando le sue caratteristiche, rischiando di annullare l’effettodei vaccini, celermente approntati da varie case farmaceutiche.
Anche se ci sono intoppi per quanto riguarda la distribuzione e la somministrazione dei vaccini,spero che tutti possiamo fare in tempo a vaccinarci prima di contrarre la malattia, che ora sembra colpire non solo gli anziani, ma anche persone molto giovani.E questo mi dispiace moltissimo!

 

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