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Se davvero ci si vuole orientare fattivamente verso una visione di rispetto e valorizzazione della donna, omaggiata ogni anno l'otto di Marzo, per quanto concerne gli ultimi mesi, un doveroso riconoscimento dovrebbe destinarsi quest'anno a tutte quelle donne, docenti e ausiliarie, che operano nel primo ciclo di istruzione (l'ambito 0/6), interagendo quotidianamente con bambini e bambine, giustamente sprovvisti di dispositivi di protezione, che debbono essere accuditi nei loro bisogni fondamentali: dal soffiarsi il naso, ai momenti di igiene e a tutto quanto concerne la cura del bambino.
A queste donne va un doveroso apprezzamento per il delicato operato a cui sono chiamate, maggiormente reso critico, dalle condizioni di emergenza in cui tutti siamo coinvolti. Esse, infatti, non sono state minimamente considerate  circa il loro esporsi quotidiano (considerate anche le varianti del Covid 19, di cui proprio i bambini/e sono potenziali portatori)  il cui contesto educativo è relegato ancora alla "cenerentola dell'istruzione" e allo spontaneismo, ma che concorrono responsabilmente, alla costruzione dell' identità futura di ogni singolo bambino/a.

 

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