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di Paolo Russo

Stamattina sul corriere della sera è stata pubblicata una lettera a firma di Susanna Tamaro destinata al premier Draghi.

La Tamaro, scrittrice profonda e straordinaria e autrice del best seller anima mundi, pone una questione indispensabile: siamo solo corpo o anche psiche  e anima?

Una domanda retorica ovviamente a cui la stessa scrittrice risponde attraverso una lettera di cui pubblichiamo le parti più salienti!

“Gentile presidente Draghi, mi dispiace rubarle un po’ del suo tempo prezioso e se lo faccio è perché credo che, a questo punto, il nostro Paese abbia bisogno di una riflessione seria e non partigiana su quello che è successo e su quello che sta ancora succedendo. Non ho mai temuto il Covid, anche perché in me è molto chiara la divisione tra ciò che è fisico e ciò che è metafisico. I virus fanno parte del mondo naturale, come noi dunque, per quanto bizzarri e imprevedibili, sottostanno sempre alle leggi della chimica e della fisica; ed è proprio tramite queste leggi che noi, grazie ai vaccini, riusciamo in qualche modo a contrastarli e a limitarne i danni. Quando ho cominciato a incrociare in montagna, in luoghi popolati da marmotte e camosci, escursionisti bardati da invalicabili Ffp2, quando ho visto le forze dell’ordine costrette a inseguire persone che passeggiavano nei boschi diabetici, cardiopatici etc. che riescono a mantenere l’equilibrio grazie al movimento quotidiano come fossero delinquenti, ho capito che la nostra società era entrata in una pericolosissima dimensione, quella che confonde il fisico con il metafisico. Il virus non è più un virus bensì un’incarnazione del demonio, e questa incarnazione porta come conseguenza la necessità di un capro espiatorio, il no vax, e la divinizzazione del suo antagonista, il vaccino.

La necessità del capro espiatorio ha trasformato il non vaccinato in un untore manzoniano. La scienza però ci dice che, vaccinati e non vaccinati, ci scambiamo comunque tutti allegramente il contagio. In quest’ottica risulta anche difficile capire l’attribuzione taumaturgica del green pass. Personalmente non ho alcuna osservazione morale, filosofica o politica su questo importante documento. Nell’archivio del piccolo comune in cui vivo è registrata l’esistenza di posti di blocco istituiti nel 1800 durante un’epidemia di peste in Campania: per entrare nel paese bisognava, infatti, esibire un lasciapassare che attestasse l’assenza di soggiorni partenopei. Ma se ci contagiamo tutti in continuazione che senso ha? Non costituisce piuttosto un importante fattore di rischio? Con il super green pass, magari addirittura illimitato, una persona, soprattutto giovane, si sente appunto super sicura e abbandona quelle cautele che, davanti a un’epidemia così insidiosa, bisognerebbe pur sempre continuare a mantenere. E il fatto che si impedisca alle persone che non hanno ancora fatto la terza dose, come me ora, di avere qualsiasi tipo di vita sociale non è qualcosa che, oltre a ledere i diritti fondamentali della persona, dà anche il colpo di grazia ai negozi e ai parrucchieri che fin qui, con le unghie e con i denti, hanno tentato di resistere? In questo momento ho gli anticorpi molto alti e dunque sarebbe una follia, nonché uno spreco, fare la terza dose, sarebbe come entrare in un bosco in cui c’è un orso feroce con un solo colpo in canna e sparare alla prima lepre che passa davanti. Un’occasione pericolosamente sprecata. Se il green pass è così essenziale era così difficile immaginarne uno ‘indebolito’, che impedisse la partecipazione ai grandi eventi, ai concerti, agli stadi, permettendo ai ‘fully vaccinated’ con due dosi di poter continuare con dignità la propria vita?

Se è comprensibile e umanamente giustificabile, davanti alla gravità della situazione, il caos organizzativo dei primi mesi, lo è molto meno quello che si è creato nella comunicazione proprio nel momento in cui sono arrivati i vaccini. Possiamo dire che la baraonda mediatica, la canea di esperti di ogni tipo, i nefasti vaticini quotidiani lanciati da cassandre del piccolo schermo abbiano fatto un danno non indifferente alla campagna vaccinale? Creare confusione non è mai una buona strategia quando si vuole raggiungere un risultato. In un Paese serio ci sarebbe stato un unico portavoce del governo, un medico competente e capace di usare parole pacate e sagge e tutta la comunicazione con i cittadini sarebbe stata affidata a lui. Non posso non pensare alla povera famiglia Mancuso di Enna sterminata dal virus, non perché fosse ideologizzata dal web, ma semplicemente perché aveva paura. Quanti come loro, sono stati abbandonati ai loro fantasmi, senza nessuno che li prendesse per mano? Perché, ovviamente, ai giudizi spesso sprezzanti degli scienziati si è unito il coro degli esperti di rimbalzo, capaci di insultare chiunque esitasse a vaccinarsi con i toni di livida rabbia che si concede soltanto agli ubriachi al termine della notte. La necessità del capro espiatorio ha trasformato il non vaccinato in un untore manzoniano.

 In Israele, un Paese certo non sprovveduto, hanno capito che i malefici del green pass superano di gran numero i benefici e ne hanno delimitato l’uso ai grandi eventi mentre noi abbiamo le forze dell’ordine costrette a entrare nei parrucchieri di paese per chiedere il green pass alle anziane clienti che si fanno la permanente. Non stiamo sfiorando il ridicolo? L’epidemia per fortuna è alle spalle, la sua virulenza si è affievolita, andiamo verso la bella stagione, il Paese è stremato, le persone sono sempre più povere e le famiglie dilaniate da feroci conflitti tra diverse fazioni, amicizie di una vita cancellate per sempre da reciproci anatemi creando nuove e terribili solitudini umane, per non parlare dei bambini che, dopo due anni di isolamento e di nefaste comunicazioni dei media, vivono in uno stato di fragilità e di terrore a cui sarà difficile porre rimedio. Comunicare ogni giorno per due anni il numero dei morti al telegiornale e concentrare tutta l’attenzione su questo ha costituito e costituisce un danno gravissimo per l’equilibrio delle persone. Molte persone vivono ormai nella condizione di irragionevole terrore e questa condizione rende debolissimo il loro sistema immunitario.

Penso che il nostro Paese abbia molte forze creative da mettere in gioco, e per liberarle abbia bisogno di essere sollevato dalla ossessiva e sempre mutevole emanazione di decreti che, come un sortilegio maligno, paralizza la vita civile, l’economia, le iniziative individuali annichilendo l’idea di futuro. Siamo 60 milioni di abitanti e soltanto il 9% della popolazione non è vaccinata, per la maggior parte bambini. Demonizzare i no vax a questo punto, imponendo la loro resa totale con l’obbligo dei vaccini, non può che esasperare la situazione perché spinge verso reazioni sempre più estreme e irrazionali. E l’irrazionalità è la cosa di cui abbiamo meno bisogno in questo momento."

Caro presidente, credo che anche lei durante l’infanzia abbia giocato a nascondino, si ricorda quel momento magico in cui il bambino più abile e veloce riusciva a toccare l’albero gridando: ‘Tana libera tutti’? Ecco, forse il nostro amato Paese ha bisogno proprio di questo, di lasciare alle spalle il dolore, la paura, l’impotenza, gli ossessivi controlli polizieschi per permettere alle energie vitali di rinascere e affrontare il periodo comunque economicamente difficile che ci aspetta. Verranno nuove epidemie, certo, come ci viene funestamente ricordato ogni santo giorno dai media ma tutti i viventi lottano costantemente contro gli agenti patogeni, in questo caso però la pandemia è alle spalle e continuare a ipotizzare catastrofi future è, da tutti i punti di vista, una follia. Comunque una profezia la posso fare anch’io. Prima o poi moriremo tutti. Intanto però sarebbe bello che potessimo riprendere a vivere“.

 

Susanna Tamaro è nata a Trieste. Si è formata presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, diplomandosi in regia. Per dieci anni ha lavorato per la televisione, realizzando documentari scientifici. I suoi libri hanno venduto milioni di copie in Italia e sono stati tradotti in tutto il mondo. Tra i suoi titoli ricordiamo Ogni angelo è tremendo, Illmitz, Per voce sola, Va’ dove ti porta il cuore, Rispondimi, Fuori, Ascolta la mia voce, Luisito, Anima mundi, Cara Mathilda, Verso casa, Più fuoco, più vento, Ogni parola è un seme, L’isola che c’è, Per sempre (Giunti).

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Info Autore
Paolo Russo
Author: Paolo Russo
Biografia:
Giornalista pubblicista, Psicoterapeuta e Psicoanalista a Padova e Portogruaro, scrittore e autore del "Trattato di Poesia Clinica", conduttore e ideatore delle trasmissioni radiofoniche "I Fiumi di Jane" e "GAMMA5NEWS" trasmesse dall'emittente padovana Radiogamma5.
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