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di Fiore Manzo

La città di Cosenza è abitata dalle comunità romanès da circa quattrocento anni. Nel 2001 con il trasferimento di una parte della comunità a San Vito Alto nei pressi di Via degli Stadi, zona periferica della città, la comunità ha subito un lento processo di esclusione e abbandono da parte delle istituzioni. Circa 450 persone (circa 90 famiglie) vivono recluse in un ghetto etnico che è stato pensato e costruito per valorizzare presunti tratti culturali. Nel luogo si accede attraverso una sola strada che separa le palazzine abitate da non Rom dal “villaggio Rom” in cui ci vive solo la comunità.

Da più di 10 anni, nel villaggio non passano nemmeno i pullman e chiunque deve prendere il mezzo di trasporto è costretto a percorrere a piedi circa un chilometro e ritornare a casa ripercorrendo una salita ripida essendo collocato sulla montagna la parte più alta dell’insediamento. 

Dal punto di vista della manutenzione il luogo è altrettanto abbandonato e gli interventi avvengono esclusivamente dopo ripetuti solleciti. La raccolta differenziata, ad esempio, viene fatta solamente da una parte della comunità, non viene prelevata con regolarità, ma un solo giorno a settimana. Questo inconveniente sta disincentivando gradualmente parte delle famiglie che avevano iniziato a farla.

Nel “villaggio Rom” non è stata mai fatta una campagna di sensibilizzazione per informare ed educare a fare la raccolta differenziata. Da anni l’associazione "Lav romanò" ha chiesto al sindaco Mario Occhiuto di costruire un’isola ecologica e di sensibilizzare le persone del luogo. Oltretutto, non risultava essere chiaro a chi spettasse lo spazzamento manuale e meccanizzato se alle cooperative private e o all’azienda ecologia oggi. Solo nel mese di dicembre 2020, con l’ennesima email all’azienda ecologia oggi, siamo venuti a conoscenza, dopo l’intervento della spazzatrice meccanizzata, che è compito loro pulire le strade del luogo in questione. Spetterebbe, invece, ad una cooperativa privata la pulizia delle piazze. 

Alle fine del 2020 la dott.ssa Scalise, responsabile di ecologia oggi, mi ha telefonato per collaborare e risolvere il problema dei rifiuti. L’incontro con la direttrice generale dell’azienda ha avuto come effetto l’ottenimento, su mia richiesta, dell’isola ecologica mobile, nella zona in cui abitano i non Rom. A questo incontro è seguito quello con l’arch. Carmen Trotta, direttrice dell’igiene urbana del comune di Cosenza, in data 28 gennaio che si era concluso con la volontà di collaborare e iniziare la sensibilizzazione per iniziare a fare la raccolta differenziata e togliere i rifiuti all’ingresso del villaggio.

Con un gruppo di attivisti e attiviste avevamo mandato alcuni punti per iniziare il percorso che prevede i seguenti punti:
- Istituzione tavolo;
- Pulizia dell’aria in cui si trovano i rifiuti;
- Riconsegnare i mastelli per la raccolta differenziata;
- Portare isola ecologica mobile;
- Garantire un servizio quotidiano di raccolta;
- Sensibilizzare la comunità alla raccolta differenziata.

Dopo l’incontro, il silenzio. Nessuna risposta alla pec in cui abbiamo esposto i punti sopra elencati.

Nel video si mostra la situazione all’ingresso del villaggio che diventa sempre più insostenibile. Questa situazione, che è comune a quelle di altre periferie o di altri campi Rom, è la dimostrazione che bisogna superare questi luoghi segreganti. Ci auspichiamo che si possa trovare delle soluzioni e di riuscire a instaurare un dialogo che porti a delle azioni future inclusive. Restiamo a disposizione per incontri e collaborazioni. 

 https://www.facebook.com/UCRIromesinti/videos/1906533862855604/ 

 

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