di Giovanni Macrì

Vitaly e Alla Taranov, lui funzionario delle Finanze, lei parrucchiera avevano, prima del 24 febbraio 2022, giurato il loro amore l’uno verso l’altra. Ma lo avevano, nel loro cuore, giurato anche alla Patria: l’UCRAINA!


Quindi, quando questa ha richiesto il loro “SÌ”, hanno risposto senza esitazione indossando la divisa e andando a combattere per il loro paese, per la loro libertà e per quella del loro popolo.
Ingabbiati come topi in trappola, senza poter sfuggire all’attacco criminale della vicina Russia, hanno continuato, all’interno dei cunicoli scavati sotto le acciaierie di Azovstal, ad ostacolare l’avanzata nemica.
Sicuramente consci del fatto che da lì non ne sarebbero venuti fuori vivi, hanno voluto coronare il loro sogno d’amore sposandosi nel grembo del gigantesco ventre dell’impianto di Mariupol. Quel complesso siderurgico che è diventato un simbolo della resistenza ucraina.
Le fedi... due strisce di carta stagnola. Il simbolo della loro unione!
Accanto a loro il frutto di questo amore... un bimbino di pochi mesi che ora è uno dei tanti orfani che questa maledetta e ingiustificata guerra sta producendo.
Non ce l’hanno fatta a vederlo crescere anche fuori: sono caduti a tre settimane di distanza durante l’assedio russo.
Vitaly il 15 aprile durante un combattimento, Alla l’8 maggio in un bombardamento aereo dell’esercito nemico.
E lì, sotto le bombe russe, tra sirene d’allarme, grida disperate e notti interminabili, Alla aveva partorito.
Vitaly e Alla Taranov, una giovane coppia di sposi, non volevano cedere all’orrore della guerra e avevano deciso di suggellare con una nota positiva il loro amore, ma la violenza del conflitto ha avuto il sopravvento portandosi via le loro vite.

La vicenda è stata resa nota dal vice comandante del reggimento Azov, Sviatoslav Palamar, in occasione della Giornata Mondiale della Famiglia del 15 maggio, e rilanciata su Telegram dal Comune di Mariupol.
Palamar ha detto che questa "famiglia di difensori" si è unita al reggimento Azov quasi dall'inizio della sua nascita: “Si sono sposati ad Azov. La loro famiglia è nata qui e anche loro sono cresciuti qui. Anche il loro figlio è nato a Mariupol. Lei prima della guerra lavorava come parrucchiera, lui era un funzionario delle Finanze, si preoccupava sempre più per gli altri che per se stesso. Cantava molto bene”. -  continuando -
“Due eroi sono morti, non c’era niente che potessi fare. Io e l’intero comando combattiamo 24 ore al giorno. Questa storia parla di una sola famiglia. Ma qui dentro ne sono nate tante altre di famiglie. Ricordiamoci che queste persone giovani e belle ora muoiono per difendere la nostra terra”.
Dopo che gli ucraini hanno ceduto l'impianto, diversi combattenti feriti sono stati portati nel villaggio di Novoazovsk per cure mentre circa 264 sono tenuti in ostaggio dai russi.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelens'kyj, ha affermato che l'Ucraina ha bisogno di eroi viventi e ha menzionato come continueranno i tentativi diplomatici in altre aree colpite dai combattimenti.

(foto web)

Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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