di Giovanni Macrì

Al tavolo delle trattative, in una villa sulla riva del fiume Pripyat, nella città di Gomel, non lontano dalla centrale di Chernobyl, al confine con la Bielorussia, lo “zar” russo Vladimir Putin, attraverso i suoi delegati, ha dettato ieri le sue condizioni per far tacere le armi: neutralità di Kiev, stop alle armi dall’Occidente, mentre l’adesione Nato resta “la linea rossa” e il riconoscimento internazionale come territorio russo della Crimea, annessa nel 2014.

E mentre si discuteva le città di Kiev e di Kharkiv restavano sotto attacco.
Addirittura le immagini satellitari di Maxar Technologies hanno avvistato un convoglio militare russo di circa 64 chilometri, composto da veicoli corazzati, carri armati, artiglieria rimorchiata e altri veicoli logistici chesta raggiungendo la periferia della capitale ucraina.



Al momento più di 400 civili sono già stati uccisi o feriti da quando giovedì ha avuto inizio l’attacco russo.
Metropolitane, tunnel, bunker di fortuna, seminterrati… tutti luoghi dove la popolazione ucraina sta trovando riparo dalle bombe.

Raid missilistici alla sede del governo regionale nel tentativo di decapitare il governo dell’Ucraina: uccidere il governatore e la squadra che con lui guida la difesa della città.

Il presidente Zelensky in un nuovo videomessaggio: “Lanciare un razzo nella piazza centrale di Kharkiv è stata una vera e propria azione terroristica. Così, la Russia è diventata uno stato terrorista. Nessuno perdonerà. Nessuno dimenticherà”.

Contemporaneamente, parlando in video-collegamento, alla plenaria straordinaria del Parlamento Ue, chiedeva agli europei “Provate che siete con l’Ucraina!” – poi presentando una richiesta di adesione facendo appello ad una procedura speciale – “Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell'Ucraina verso l'Europa venga incoraggiata. Vogliamo essere membri a pari diritti dell'Ue. Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo!”.

E sul campo è ancora conflitto!

Ma la guerra non si fa solo con le bombe o la minaccia di testate nucleari, si fa sul campo dove, riferisce il “Times” pare che ci siano oltre 400 mercenari russi, facenti parte del gruppo “Wagner”, una milizia privata, gestita da uno dei più stretti alleati di Putin, che starebbero operando a Kiev con l’ordine partito dal Cremlino di uccidere il presidente ucraino Zelensky e preparare il terreno per fare in modo che Mosca possa prendere il controllo della capitale ucraina. Utilizzando divise di soldati ucraini per non farsi identificare, sono nella capitale. Il primo cittadino di Leopoli, Andriy Sadovy, sul proprio profilo Facebook, ha avvisato: “Le persone in uniforme mimetica con il nastro rosso possono essere dei sabotatori. Se viene rilevata una persona con comportamenti sospetti segnalatela immediatamente al 102. State attenti!”.
Una circostanza, questa, che di colpo ci riporta ad altre epoche e a scenari che sembravano ormai depositati al passato.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in conferenza stampa dalla base militare Lask, in Polonia: “In queste ore, per la prima volta stiamo dispiegando le forze di risposta della Nato e truppe francesi sono in arrivo in Romania. Noi proteggeremo e difenderemo qualsiasi territorio della Nato. Noi siamo un’Alleanza difensiva. Non cerchiamo il conflitto con la Russia, che deve immediatamente fermare la guerra e tornare alla diplomazia. La guerra di Putin ha effetti su tutti e gli Alleati della Nato sono uniti” - aggiungendo – “La Nato non invierà truppe in Ucraina o aerei nel suo spazio aereo!”.

Mentre il presidente della Polonia Andrzej Duda: “Gli Alleati provvedono al supporto militare per Kiev. Non manderemo aerei in Ucraina perché si tratterebbe di un’interferenza in questa guerra!”.
Si parla di pace, si chiede a viva voce la pace, ma questa sempre essere molto lontana!

Di contro il presidente russo Vladimir Putin ha deciso, in risposta, di mettere le forze di deterrenza nucleare in un “regime speciale di combattimento”, sostenendo che le principali potenze della Nato hanno manifestato chiare “dichiarazioni aggressive” insieme all’Occidente, che ha imposto dure sanzioni finanziarie contro la Russia e di minacciare una dura rappresaglia contro qualsiasi nazione che interverrebbe direttamente nel conflitto in Ucraina.
Il suo alleato di sempre, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, proprio in questo contesto ha invitato Mosca a schierare armi in Bielorussia se gli Stati Uniti o la Francia le schiereranno in Polonia o in Lituania.

La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha detto, in merito al blocco dello Swift (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) cui aderiscono più di 11mila tra istituzioni finanziarie e aziende di oltre 200 Paesi nel mondo: “Tagliare fuori selezionate banche russe impedirà loro di condurre la maggior parte delle transazioni finanziarie in tutto il mondo e bloccherà efficacemente le esportazioni e le importazioni russe!”.
Una sanzione, questa, che potrebbe avere un impatto senza precedenti sul sistema economico-finanziario del Cremlino. Ma al momento manca ancora l’unanimità!
Con tale provvedimento, i leader occidentali puntano anche a paralizzare le transazioni della Banca Centrale russa, in modo che le riserve a sua disposizione non siano in grado di attenuare gli effetti delle sanzioni fino a questo momento imposte.
Addirittura ammonterebbero a circa 643 miliardi di dollari le riserve che il presidente Vladimir Putin ha accumulato nella Banca centrale russa, prima della pianificata invasione dell'Ucraina.

Come sanzioni decise nel pacchetto di misure dall’Ue nei confronti della Russia, oltre i limiti ai depositi che i cittadini russi possono versare nei conti bancari dell’Unione Europea a partire da 100mila euro e il divieto di export di prodotti hi-tech con applicazioni militari, c’è anche per l’appunto: il congelamento dei beni di personalità russe di alto profilo, tra cui spiccano lo stesso presidente russo e il suo ministro degli Esteri Serghei Lavrov.
Con il blocco dei beni, Unione europea, Stati Uniti, Canada e Regno Unito vogliono impedire ai ricchi oligarchi russi di diventare cittadini dei Paesi occidentali, guadagnando così accesso a sistemi finanziari diversi da quello russo.
Intanto il rublo crolla con le nuove sanzioni, cedendo quasi il 30% sul dollaro: sui mercati asiatici la valuta russa è indicata in calo del 28% a 117.817 sul biglietto verde nel trading offshore, a nuovi minimi.

Su Twitter il media locale “The Kyiv Independent” rende noto che le forze armate russe hanno colpito la Torre della Tv di Kiev. Pertanto i canali televisivi del Paese hanno smesso di trasmettere pochi minuti fa.

Mentre l'ambasciata ucraina presso la Santa Sede riferisce: “Secondo l’intelligence le truppe russe stanno preparando un attacco aereo sulla Cattedrale di Santa Sofia a Kiev, patrimonio dell’Unesco!”.

Al momento sono stimate in circa 400.000 le persone che hanno lasciato l’Ucraina verso i Paesi della Ue. E secondo fonti governative citate dal New York Times potranno essere tra uno e cinque milioni gli ucraini a cercare rifugio in Europa, passando soprattutto attraverso la Polonia.
A piedi, o in auto, o in pullman, o ammassati sui pochissimi treni… verso la salvezza. Riducendo al minimo indispensabile quello che portano con sé… solo donne e bambini, perché gli uomini sono rimasti a combattere!
E come sempre accade nelle sventure, compaiono gli sciacalli… autisti improvvisati che portano a Leopoli, cittadina, al momento sicura, posta a circa 60 km dal confine polacco, per 1.200 dollari a persona.

Anche il noto collettivo internazionale di hacker, Anonymous è contro lo “zar” russo. “Conoscerà la furia degli hacker di tutto il mondo! Signor Putin, l’invasione in corso dell’Ucraina ha mostrato come il suo regime non abbia rispetto per i diritti umani, né per il principio di autodeterminazione dei Paesi vicini. Questa è una guerra che lei non può vincere. I siti web oscurati sono solo l’inizio!”

Intanto uomini e bambini innocenti muoiono, continuano a morire o temono per la loro vita per il delirio di onnipotenza di un uomo.

Sembrava che lo spettro di una guerra, la terza guerra mondiale fosse qualcosa di impensabile, mentre invece alla luce di quello che sta accadendo…

La nostra generazione ha il preciso dovere morale di non risparmiarsi per esorcizzare lo spettro di una guerra nucleare.

(Foto Web)

Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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