di  Michele Petullà

La diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e tutta la Chiesa di Calabria si apprestano a celebrare solennemente ed ufficialmente la proclamazione di don Francesco Mottola "beato", il prossimo 10 ottobre.

Dopo il via libera di Papa Francesco, a seguito del riconoscimento di una guarigione miracolosa, avvenuta nella notte tra il 12 e 13 maggio del 2010, a favore di un seminarista – don Felice Palamara, oggi parroco di Pannaconi – per intercessione di don Francesco Mottola, la lieta notizia è stata data nel corso di una conferenza stampa – tenuta nel palazzo San Paolo della Curia vescovile di Mileto –, dall’amministratore apostolico della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Francesco Oliva (vescovo di Locri-Gerace), il quale non ha mancato di sottolineare l’importanza che tale evento riveste per tutta la Chiesa calabrese ed in particolar modo per la diocesi di cui egli è attualmente guida pro-tempore.  

Alla conferenza stampa erano presenti anche il postulatore della Causa del sacerdote tropeano, don Enzo Gabrieli, il fratello maggiore degli Oblati del Sacro Cuore, don Francesco Sicari, e il direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, mons. Gaetano Currà.

La solenne celebrazione eucaristica di proclamazione di don Mottola beato – durante la quale il sacerdote sarà elevato ufficialmente agli onori degli altari – si terrà il prossimo 10 ottobre a Tropea, e sarà presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.  

C’era sicuramente molta attesa nella diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, riguardo la data della cerimonia ufficiale di beatificazione di don Mottola, sin da quel 3 ottobre del 2019, quando il Santo Padre comunicò ufficialmente il suo assenso alla beatificazione medesima: a quel punto mancava solo la fissazione della data, ma l’irrompere della pandemia da Coronavirus, esplosa in tutta la sua drammaticità nei mesi successivi, di fatto ha ritardato quel momento, fino ad ora. E proprio il persistere della pandemia, con le tante limitazioni che sta ancora provocando, renderà molto delicata la fase organizzativa della cerimonia, i cui dettagli saranno resi noti nei prossimi giorni.

Il lieto annuncio di mons. Francesco Oliva.  “Con grande gioia – ha detto mons. Francesco Oliva –, unitamente al vescovo eletto, mons. Attilio Nostro, vi annuncio che il Santo Padre Francesco ha disposto che il 10 ottobre prossimo si celebri il rito di beatificazione del Servo di Dio venerabile Francesco Mottola, sacerdote e fondatore degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore. È una notizia bella e attesa, che riguarda un evento di portata storica per la diocesi. Dataci dal Santo Padre e che conferma che questa non è una terra di soli criminali, delinquenti e briganti, ma soprattutto di santi. Le modalità per la celebrazione eucaristica a Tropea verranno stabilite successivamente, con l’istituzione di un apposito comitato organizzatore. L’iter che ha portato alla beatificazione di don Mottola è iniziato nel lontano 1972, tre anni dopo la morte del sacerdote di Tropea. Perla del clero calabrese, egli brilla come una stella della nostra Chiesa sull’intera Calabria, mostrando, dalla sua Tropea, la meravigliosa testimonianza di un sacerdozio vissuto nell’impegno della carità e della contemplazione. Un ministero che lo ha coinvolto interamente, vivendo la strada come via della Croce per un’umanità ferita di tanti ultimi, che lui chiamava “i nuju du mundu” (“i nessuno del mondo”), facendosi buon Samaritano e versando sulle loro ferite l’olio della carità ed il vino della speranza”.

La gioia di don Francesco Sicari.  Molto soddisfatto s’è dichiarato il fratello maggiore degli Oblati del Sacro Cuore, don Francesco Sicari – fratello maggiore degli Oblati del Sacro Cuore, quarto successore proprio di don Mottola alla guida dell’Istituto secolare –, che nell’accogliere la lieta notizia non ha esitato a definire l’evento “un raggio di luce e di speranza in questo periodo”. Don Sicari si è augurato che “l’esempio di vita del nuovo Beato e il suo messaggio di carità” possano diventare per tutti gli Oblati, ma anche per tutti i cristiani, “seme di una nuova primavera nella forza dello Spirito che rinnova ogni cosa”. “La famiglia degli Oblati del Sacro Cuore – ha affermato don Sicari – esulta di gioia per la tanto attesa comunicazione della data del rito di beatificazione del nostro Padre Francesco Mottola. Con il riconoscimento pubblico della santità di don Francesco Mottola, la Chiesa rende grazie a Dio e onora questo suo figlio che ha risposto generosamente alla grazia divina e ce lo propone come intercessore e come esempio di quella santità alla quale ogni uomo è chiamato, qualunque siano le circostanze concrete della sua vita su questa terra… Così, proprio nella nostra città di Tropea, laddove la vicenda umana, cristiana, sacerdotale di don Mottola si è incarnata fino a raggiungere le vette della santità, laddove tutto profuma della sua carità testimoniale, avremo il dono di poterlo pubblicamente riconoscere icona del vangelo, partecipe della santità di Dio, beato”. Don Sicari, inoltre, ha voluto esprimere, in questa “lieta circostanza”, una sentita e “filiale gratitudine” a mons. Francesco Oliva, amministratore apostolico della diocesi, “che si è adoperato in poco tempo affinché il rito della beatificazione trovasse conferma nella suddetta data” ed ha voluto esprimere anche “un benvenuto” al (nuovo) vescovo eletto mons. Attilio Nostro, “che avrà la grazia di iniziare il suo ministero episcopale nella nostra Chiesa diocesana di Mileto-Nicotera-Tropea sotto lo sguardo benedicente del nuovo Beato”. Un pensiero di gratitudine l’ha riservato anche al vescovo emerito della diocesi mons. Luigi Renzo, “che tanto s’è speso negli anni del suo episcopato perché il nostro padre don Mottola fosse elevato agli onori degli altari”.

Dal vescovo emerito Luigi Renzo al nuovo vescovo eletto don Attilio Nostro.  Mons. Luigi Renzo, come ormai noto, s’è dimesso da vescovo della diocesi il primo luglio, per non meglio precisati “motivi di salute” – a cui nessuno sembra realmente credere –, dopo una convocazione d’urgenza in Vaticano, che ha lasciato sul terreno non pochi dubbi sulle reali motivazioni delle sue dimissioni, seguite a diverse vicende “non chiare”  ed “irrisolte” che hanno riguardato la diocesi durante il suo apostolato. Ne è seguita l’immediata nomina, da parte di Papa Francesco, di un amministratore apostolico, nella persona di mons. Francesco Oliva, attuale vescovo di Locri-Gerace. Il 19 agosto scorso, poi, il Santo Padre ha comunicato la nomina del vescovo eletto della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, nella persona di don Attilio Nostro, originario di Palmi ma proveniente dalla parrocchia di San Mattia di Roma. Nel suo messaggio di saluto, il nuovo vescovo eletto – la cui consacrazione episcopale avrà luogo a Roma, il 25 settembre, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, mentre l’ingresso ufficiale nella sua nuova diocesi è previsto per il 2 ottobre – ha dichiarato che il caso di don Francesco Mottola e  quello di mamma Natuzza Evolo, che rappresentano entrambi il “segno di una fede matura ed eccezionalmente viva”,  rientrano tra le sue più immediate priorità. E a questo proposito, non sarà probabilmente un caso il fatto che la questione della beatificazione di don Mottola abbia registrato una forte accelerazione proprio all’indomani dell’elezione del nuovo vescovo diocesano e il fatto che la relativa solenne celebrazione si terrà dopo appena una settimana dal suo insediamento ufficiale. Insomma, se la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea aveva bisogno di un rinnovato impegno spirituale e missionario, l’apostolato del nuovo vescovo, don Attilio Nostro, non poteva iniziare sotto migliori auspici, come la beatificazione di don Francesco Mottola.

La soddisfazione di don Enzo Gabrieli.  Anche don Enzo Gabrieli – postulatore della Causa di don Mottola –, non ha potuto nascondere tutta la sua gioia e la sua soddisfazione nell’apprendere la lieta notizia. Don Gabrieli ha ripercorso il lungo, “articolato e complesso”, iter che ha portato a questo momento solenne, la beatificazione del fondatore degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore. “È stato un iter per nulla veloce – ha detto don Gabrieli – nella consapevolezza che è meglio un santo serio che un santo subito e che in questi casi subentra l’infallibilità del Papa. Don Mottola è stato dichiarato Venerabile nel 2007. Nel 2010 il miracolo avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 maggio a Roma e riconosciuto dalla Chiesa, con protagonista un seminarista e attuale sacerdote di questa diocesi. Il futuro beato gli apparve in sogno, guarendolo all’istante. Dopo il racconto del seminarista la diocesi ha avviato un primo “processo” – per accertare se don Felice Palamara fosse stato effettivamente miracolato –, che si è concluso nel 2013; ad esso sono seguiti gli accertamenti effettuati a Roma, dove il fascicolo sul presunto miracolo è passato al vaglio della consulta medica, della Commissione teologica e della Commissione ordinaria di cardinali e Vescovi. Nel 2019l’iter si è concluso con l’assenso del Sommo Pontefice”.

Chi era don Francesco Mottola.  Nato a Tropea il 3 gennaio 1901, don Francesco Mottola è morto nella stessa località il 29 giugno 1969, all’età di 68 anni. Fatti i primi anni di istruzione presso il Seminario vescovile di Tropea, di cui fu il primo seminarista, dal 1917 proseguì gli studi presso il Seminario regionale di Catanzaro e nel 1924 venne ordinato sacerdote. Insegnò Teologia e nel 1929 gli venne conferita la carica di Rettore del Seminario di Tropea, che mantenne fino al 1942. Nel 1930 fondò la Famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore, un Istituto secolare eretto a livello diocesano dal vescovo mons. Vincenzo De Chiara il 25 dicembre 1968. Nel 1931 don Mottola venne nominato penitenziere della cattedrale di Tropea. Testimone dello stretto legame tra preghiera e attenzione verso gli “ultimi”, don Mottola è particolarmente ricordato per aver dato vita ai cosiddetti “certosini della carità”, piccoli gruppi di sacerdoti e laici impegnati nell’apostolato al servizio dei poveri, un servizio che si tradusse praticamente anche nella fondazione di “Case della carità”, per l’accoglienza e l’assistenza dei disabili, in diverse località: Tropea, Vibo Valentia, Parghelia e Roma. All’età di 41 anni don Mottola venne colpito da una paralisi, che gli tolse quasi del tutto l’uso della parola, ma malgrado ciò egli continuò il suo ministero affrontando con fede e speranza anche la malattia, fino alla fine dei suoi giorni.

Vera e propria “perla del clero calabrese”, che amava definirsi “povera lampada che arde”, don Mottola è da sempre considerato un esempio di carità e devozione, non solo a Tropea. Un parroco, don Mottola, che fece della carità, della contemplazione mistica e della donazione totale a Dio la sua ragione di vita; martire d’amore e di carità, che si è spogliato di se stesso per accettare la condizione di uomo crocifisso, tutto speso per il Signore e l’incondizionata dedizione verso il prossimo. Per questo, don Francesco Mottola rappresenta una vera e propria perla del clero calabrese, la cui opera di carità ed il messaggio di speranza sono sempre più attuali.

Cantore del Creato, don Mottola è stato autore di diversi scritti, nei quali il silenzio, l’umiltà, la preghiera, il dono, vengono presentati come forti pilastri della sua profonda spiritualità oblata. A don Mottola e alle sue opere sono stati dedicati un Oratorio musicale, “Francesco Servo di Dio - l’Aquila che raggiunse il Sole” e una Commedia musicaleE l’Aquila raggiunse il Sole”, entrambi opera del musicista e compositore tropeano M° Vincenzo Laganà, che ripercorrono ed interpretano l’itinerario umano, ascetico,  mistico e spirituale di don Francesco Mottola. Due opere di grande bellezza poetica e spirituale, di alta valenza simbolica e spirituale, il cui ascolto apre le porte al sublime.

In cosa consiste la beatificazione.  La beatificazione, in sostanza, rappresenta l’atto con cui il Sommo Pontefice “autorizza” di fatto che un Servo di Dio venga venerato pubblicamente come beato, in luoghi (città, diocesi, regione o anche un ordine religioso) e modi determinati caso per caso. Si distingue dalla canonizzazione in quanto è la concessione di un culto facoltativo e limitato ad alcuni luoghi o gruppi di fedeli, mentre la canonizzazione prescrive un culto esteso a tutta Chiesa. 

Il processo di beatificazione, che salvo particolare dispensa non può iniziare prima di 5 anni dalla morte del Servo di Dio, mira a dimostrare il grado eroico delle virtù da lui praticate (per i martiri basta la certezza del martirio), nonché l’autenticità dei miracoli operati per sua intercessione. Dopo l’ammissione delle virtù eroiche, il Pontefice emette il decreto per cui il servo di Dio può essere chiamato “venerabile”. Dopo la prova dei miracoli, il Pontefice ordina la pubblicazione del decreto che ne permette il culto. La promulgazione avviene in solenni funzioni, che da Alessandro VII (1662) si tengono per lo più in Vaticano, a San Pietro. Con il motu proprio Sanctitas clarior (19 marzo 1969) Paolo VI sveltì notevolmente la procedura canonica per la beatificazione, stabilendo che le investigazioni necessarie sugli scritti, sulla vita ed eventualmente sul martirio del Servo di Dio venissero fatte non più in due distinti processi (ordinario e apostolico), ma in un unico processo introdotto in una diocesi, per decisione dell’ordinario del luogo, dopo aver ottenuto il benestare della Santa Sede. Giovanni Paolo II, con la Costituzione apostolica Divinus perfectionis Magister (25 gennaio 1983), coordinò la legislazione precedente e durante il suo pontificato incrementò notevolmente le beatificazioni e le canonizzazioni, proclamando oltre 450 santi e quasi 1300 beati. I beati non possono essere costituiti patroni, né le loro reliquie possono essere esposte se non dove siano stati concessi Messa e ufficio speciali: anche in tal caso non si possono dedicare loro chiese e altari senza indulto della Santa Sede. È permessa nell’immagine la “gloriola” di raggi luminosi intorno al capo, ma non il “nimbo” o aureola. Come ha precisato don Sicari, “la beatificazione è un evento certamente raro, che in passato si faceva a Roma e che più recentemente si è voluto promuovere nelle Chiese locali, riservando al Papa solo le canonizzazioni”.

La celebrazione solenne che si svolgerà a Tropea il prossimo10 ottobre, pertanto, costituisce il momento canonico attraverso il quale la Chiesa riconosce che don Mottola è asceso al Paradiso e possiede la capacità di intercedere presso Dio per conto dei fedeli che lo pregano. Il segno tangibile attraverso il quale viene effettuato questo riconoscimento – che di fatto e di diritto apre le porte alla venerazione ufficiale di don Mottola nell’ambito dei confini della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea – è l’elevazione dei resti mortali del Beato. Di conseguenza, sarà realizzato, a Tropea, un sepolcro posto in posizione elevata, dove saranno deposti i resti mortali di don Mottola, finora interrati sotto il pavimento – anche se al momento, in realtà, i resti sono stati traslati per poter effettuare le procedure di ricognizione previste dalla Chiesa. Una volta che don Mottola sarà proclamato beato, allora sarà possibile farne oggetto di culto e venerazione, entro il territorio diocesano, anche attraverso la stampa di iconografie varie (santini), l’intitolazione di cappelle o Chiese e l’erezione di statue.

Non resta dunque che attendere la proclamazione ufficiale di don Francesco Mottola “beato”, il prossimo 10 ottobre, un momento tanto atteso non solo dal clero ma anche dalla moltitudine festante dei fedeli: un evento straordinario, carico di profonda spiritualità e grande significato per la Chiesa diocesana e per tutta la Chiesa di Calabria.

 

Info Autore
Michele Petullà
Author: Michele Petullà
Biografia:
Laureato in "Scienze Politiche e Sociali" presso l'Università di Torino, ho conseguito il Perfezionamento Post-Laurea in "Teoria Critica della Società" presso l'Università Bicocca di Milano ed il Diploma di Alta Formazione in "Comunicazione e Cultura" presso l'Università Lateranense di Roma. Ho seguito il Corso di Formazione annuale per "Redattore-Consulente di Casa Editrice" presso l'Agenzia Letteraria "La Bottega Editoriale" di Roma. Sono Giornalista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2010; Sociologo, iscritto all'ASI (Associazione Sociologi Italiani), componente del Consiglio Direttivo Nazionale e Addetto Stampa; Educatore Finanziario AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari). Sono autore delle seguenti pubblicazioni: "Analisi sociologica dell'Informazione televisiva quotidiana: modelli professionali e routines produttive" (Tesi di Laurea, UniTo); "Un Uomo. Una Storia" (Racconto storico, Adhoc Edizioni); "Dall'Osanna alla Risurrezione" (Saggio, Adhoc Edizioni); "Opinione Pubblica, Stereotipi, Democrazia: il contributo di Walter Lippmann riletto al tempo dei new media" (UniMiB); "Frammenti d'Anima" (Meligrana Editore); "Teorie evoluzionistiche in Antropologia. Modelli e sviluppi", Miano Editore, Milano. Scrittore e autore di poesie, mi occupo in particolare di cultura, attualità e società. Sono interessato allo studio e alla ricerca nel campo delle Scienze sociali ed umane. Amo l'arte in genere ed in particolare la poesia e la musica. Son l'uomo dai mille pensieri, la vita mi mormora parole d'amore e libere le lascio volare, tra la terra ed il cielo!
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