di Ornella Gatti

I NUMERI, nella loro entità astratta, con precisione, stabiliscono la quantità degli elementi di un insieme.
Elementi, protagonisti di una moltitudine di drammi, cagionati dal mostro silenzioso e subdolo, cui abbiamo assegnato il nome di Coronavirus.
Nel nostro paese, dal 9 marzo 2020, al 9 marzo 2021, esattamente un anno, il numero devastante è di 100.479 vittime. Vittime di, per o con Covid. 

La cronaca la conosciamo tutti. Il virus soggioga il mondo sfidando l’uomo. Tutti abbiamo cognizione del carico di angosce, limitazioni, crisi economiche e sociali che ha prodotto e che, tuttora, senza pietà, continua a perpetrare. Siamo sfiniti dall’assenza di libertà che ciò ha determinato in tutti gli ambiti. Siamo preoccupati, terrorizzati, altre volte spavaldi e negazionisti. Siamo inclini a dimenticare che il protagonista assoluto della pandemia, è il Numero. Numero, dei ricoveri, dei contagiati, dei guariti, percentuale d’infezione e tutto ciò che ne consegue.
100.479 vittime. Dietro la freddezza di questo numero ci sono delle persone.
Sono nonni, nonne, padri, madri, figli, sorelle, fratelli, amici. Persone! Persone che ci hanno lasciato in un istante, senza appello. Senza avere avuto il tempo di un estremo saluto, del conforto di una carezza, della speranza di una preghiera, della tenerezza di un fiore, di un conclusivo sguardo.
Persone, svanite inaspettatamente dalla nostra vita, lasciandoci attoniti, storditi dalla rapidità degli eventi, lacerati dal distacco, privati del commiato di un addio.
Ai bambini indichiamo le stelle, attribuendo a ogni lucina sfavillante, il nome di chi non c’è più, volendo persuaderci che davvero i nostri amati, ci vigilano da lassù. Il vuoto rimane incolmabile, l’assenza insostituibile, il dolore straziante.
100.479 persone decedute. Il conto amaro, dell’anno appena trascorso, che mai avremmo potuto immaginare. Sarebbe agevole, se si trattasse soltanto di un incubo passeggero e, risvegliandoci, la nostra vita riprendesse esattamente come prima. Ma non è così. Questa è la realtà!
Dimenticare, i camion dell’esercito che conducevano via le bare da Bergamo, le sirene delle autoambulanze che ululavano nelle strade deserte, le persone anziane terrorizzate e sole, i medici e gli infermieri, che allo stremo, senza conoscenza e difese, combattevano il mostro ignoto, perdendo loro stessi la vita, generano infinita amarezza.
Se per un minuto ci concedessimo una riflessione, tentassimo d’indagare cosa c’è oltre l’apparenza di un numero, fosse anche uno solo, intuiremmo con infinito sgomento, che aveva un corpo, una vita, un nome. E se con uno sforzo d’immaginazione in più, pensassimo, che uno di quei nomi, sarebbe potuto appartenere a un nostro caro, a un nostro familiare, a un nostro amico, forse, e ripeto forse, riusciremmo a comprendere.
Ne usciremo alla fine! E riavremo la nostra vita. Per il momento s’impone ancora attenzione alle regole, rispetto dell’altro, educazione nei comportamenti. Ogni libertà deve fermarsi dinanzi la libertà altrui. Rinunciare a un viaggio, alla settimana bianca, all’aperitivo a qualsiasi voglia desiderio di socialità, ci permetterà di bloccare quella numerazione, di fermare la strage.
È una nostra responsabilità. Fermare è una nostra responsabilità CREDERLO e VOLERLO deve essere il NOSTRO IMPEGNO.
Sono persone! E mentre sto scrivendo quel freddo insieme di numeri, continua a salire…. 16 marzo 2021, vittime 103.001. 

 

Info Autore
Ornella Gatti
Author: Ornella Gatti
Biografia:
Ornella Gatti ha studiato e lavora a Roma; ama la lettura e soprattutto il mare. Ha preso parte a vari concorsi letterari con poesie e racconti, pubblicando alcuni suoi scritti con diversi editori. Attraverso gli impulsi emotivi, il fascino della natura e le meraviglie del creato, la poetessa scopre la sensibilità dell’anima, il valore dello spirito e lo spessore della bellezza, quindi descrive le sue sensazioni in versi la cui pienezza elegiaca ci fa conoscere l’essenza di un’autrice che merita gli onori della cultura contemporanea. (2009-2012)- si aggiudica il Premio Letterario Città di Fucecchio, con il romanzo Il Pescatore di Tridacne, pubblicato con l’Aletti Editore, riedito dalla Gds Editore; (2011)- 1° classificata al Premio Duomo, con la silloge inedita L’oblò; 1° classificata al Concorso Giuseppe Marco Calvino, con la poesia inedita Sfumature; 1° classificata al Premio Santa Rita, e al Premio La Clessidra con il racconto inedito Soldati; (2020)- si aggiudica il Premio Letterario per Agnese, con la silloge Se lo sguardo è da un oblò, edita Edizioni del Faro. I sentimenti sono valori che si rivelano preziose gemme, giacché l’anima del poeta riesce a comunicare percezioni e riflessioni che gli offrono il quorum del bello e della bellezza stessa, pertanto la nostra autrice ci fa incamminare nel suo tempio, là dove il silenzio scuote l’anima e nutre lo spirito con quella certezza che canta le melodie del vivere, un vivere per la poetessa romana, sostenuto da un humus elegiaco le cui aperture le offrono profumi di speranza e preludi di essenza cosmica.
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