di Giovanni Macrì

È la tradizione che si fonde con la religione!

Ogni anno, il Venerdì Santo, si rinnova a Barcellona e a Pozzo di Gotto (un’unica cittadina nel messinese, per l’appunto “Barcellona pozzo di gotto”, ma con proprie tradizioni) la doppia processione delle “Varette” o “Barette”. Queste, a tarda sera, intorno alle ore 21,00, si incontrano sull’ampia via urbana che copre il “torrente Longano”, creando un momento cruciale di comunione sociale atto a indicare l’unità dei due centri urbanistici in solo Comune.

Proprio per le sue tradizionali peculiarità questa doppia processione è stata recentemente iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia (Gazzetta Ufficiale della Sicilia del 9 maggio 2014, pp. 38-44).

Barcellona e Pozzo di gotto, due nuclei abitativi originariamente separati dal torrente Longano, anche se oggi riuniti in unica cittadina, con un “Real Decreto”, per concorde intesa dei rispettivi “Collegi decurionali” sin dal 1835, hanno fatto sì che in questa realtà, per l’appunto Barcellona Pozzo di gotto, in provincia di Messina, si sviluppassero due processioni che confluiscono, caso unico al mondo, in un’unica sfilata con ben ventisei “varette”, tredici per parte, costituite da sculture ispirate a opere d’arte barocca e rinascimentale.

Un evento sicuramente esclusivo e singolare che rispecchia le antiche tradizioni e la devozione degli stessi abitanti. Le “varette”, oggi su ruote, vengono trasportate per tutte le vie cittadine. Mentre cantori chiamati “Visillanti”, al dietro di queste, in coro intonano l’antico canto polivocale del “Vexilla Regis”, testo scritto dal poeta latino Venanzio Fortunato (530 – 600 d.C.). Ai quali peraltro, come vuole la tradizione, per schiarirne la voce, durante la processione, si propinano sarde salate accompagnate da buon vino.

Le due processioni hanno effettivamente origini ben diverse.
Quella di Pozzo di Gotto, con chiari riferimenti alla tradizione spagnola, risale al 1621 (la “vara” dell’Ecce Homo è datata, infatti, in quest’anno). Naturalmente, all’origine, la processione aveva un numero ridotto di “vare”. Di certo non contava le tredici che oggi si annoverano. Alcune di queste sono custodite, durante tutto l’anno, nel Duomo di “Santa Maria Assunta”, e dove confluiscono per la partenza anche quelle custodite in altre chiese o magazzini. Vengono il Venerdì mattino sobriamente addobbate con fiori e luci o con solo con candele. Ogni “varetta” è, infatti, rappresentata da una famiglia che fa a gara con le altre per chi ha quella più adornata. Spesso sono gli stessi discendenti di coloro che l’hanno fatta realizzare in origine, oppure è rappresentata da una confraternita o da un gruppo di artigiani o commercianti o addirittura da un quartiere, che provvedono a tutto, dalla custodia all’addobbo floreale e al trasporto. 

Le “vare”o “bare” sfilano in questo ordine: Ultima cena, Cristo nell’orto, Cristo alla colonna, Ecce Homo, Cristo porta croce, Incontro con le pie donne, Cristo caduto sotto la croce , Cristo spogliato dalle vesti, Cristo in croce, Pietà, I simboli della Passione (la più recente… 1981), Urna col Cristo morto, chiude la vara dell’Addolorata

L’Urna col Cristo morto viene silenziosamente scortata dai cosiddetti “Giudei” in numero di 12 guidati da un “capo”. In realtà comuni cittadini che rappresentano gli antichi soldati romani con in testa il caratteristico elmo sormontato da penne di pavone, simbolo della consacrazione della Chiesa e della Resurrezione. La processione si chiude con un baldacchino sotto cui il sacerdote, con a lato i chierichetti, reca la reliquia della Croce, custodita in un ostensorio. Infine la Banda musicale di Pozzo di gotto accompagna il tutto. 

Le “varette” di Barcellona invece muovono dalla cattedrale di San Giovanni, dove si radunano anche quelle provenienti da altre chiese e magazzini. L’origine di questa seconda processione risale alla metà del Settecento (le “vare” del Crocefisso e dell’Addolorata, risalgono, infatti, al 1754), anno in cui l’allora Chiesa di San Giovanni fu ingrandita acquisendo l’assetto architettonico attuale. Le “vare” procedono secondo quest’ordine: Ultima cena, Cristo nell'orto, Pretorio di Pilato (la più recente…1980), Cristo alla colonna, Ecce Homo, Cristo porta croce, Incontro con la Veronica, Crocefisso, Discesa dalla croce, Pietà, Cristo portato al sepolcro, Urna col Cristo morto. Chiude la vara dell’Addolorata. Anche qui l’Urna del Cristo morto è accompagnata da 12 “Giudei” guidati dal “capo”, però senza le penne di pavone, ma con un semplice elmo con pennacchio. La processione si conclude anche qui con il sacerdote sotto un baldacchino recante la reliquia della Croce e infine la banda musicale. 

A conclusione della serata a tutti coloro che hanno partecipato al trasporto delle “varette” e al canto della “visilla” viene offerta una cena a base di “ghiotta di pesce stocco”, innaffiata sempre da buon vino.
Ogni anno quasi tutto il popolo barcellonese e quello pozzogottese, ma anche tanta gente venuta da fuori per seguire la caratteristica processione, si riunisce al seguito delle “varette” per celebrare questo giorno e vivere un momento di sana comunità e di fede. 

 

Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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