×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 116

 

Ancora una volta il Parco Archeologico di Pompei non smette di stupire: i ricercatori e gli archeologi che quotidianamente studiano ed esplorano la città sepolta da lava e cenere durante l’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, descritta da Plinio il Giovane in due famose lettere a Tacito.
L’ultimo regalo degli Scavi di Pompei è il ritrovamento di due corpi pressoché intatti: si tratterebbe di due uomini, uno schiavo ed il suo padrone; il primo, infatti, sembrerebbe già prostrato dalla fatica dei lavori pesanti a cui è sottoposto, mentre il secondo – un uomo di circa 40 anni – è invece avvolto in un pesante mantello di lana, che evidenzierebbe la sua condizione agiata, probabilmente una persona di alto ceto sociale.
La scoperta è davvero eccezionale, perché per la prima volta, dopo 150 anni dal primo impiego della tecnica, è stato possibile realizzare non solo dei calchi perfettamente riusciti dei corpi, ma anche indagare e documentare con nuove tecnologie gli oggetti che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione.
Entusiasta del ritrovamento Massimo Osanna, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, che da anni segue con meticolosa attenzione e passione tutti gli scavi effettuati per riportare alla luce le testimonianze storiche di quello che è considerato uno dei più preziosi documenti per la vulcanologia.
I due corpi perfettamente conservati sono stati ritrovati nella villa Suburbana di Civita Giuliana, una grande domus alla periferia di Pompei, distrutta dall’eruzione, che già nel 2018 regalò un’altra grande scoperta: i resti di un cavallo, bardato e pronto probabilmente per fuggire dalla cenere e dalla lava.
Queste scoperte che affascinano i ricercatori e gli studiosi delle aree della città richiamano ogni anno centinaia e centinaia di visitatori provenienti da tutti gli angoli della Terra: Pompei è pertanto uno dei siti più importanti del mondo dal punto di vista archeologico e storico, eccezionale patrimonio dell’umanità.