di Giovanni Macrì

Era il 22 marzo del 2021, quando, in un viottolo di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, Marta Novello, una giovane studentessa di 26 anni, veniva brutalmente aggredita con una ferocia inaudita, colpita ben 23 volte e ridotta in fin di vita.

A compiere il brutale attacco, si saprà poi a scopo rapina, sì una rapina finita nel sangue, era stato un 15enne. Un 15enne partito da casa a bordo della sua bicicletta, armato di coltello da cucina, con l’intento di aggredire qualcuno per procurarsi il denaro per acquistare del “fumo”.

Era stato solo grazie al tempestivo e coraggioso intervento di due passanti, Massimo Michielutti e il suo collega Denis Sztuka, due angeli che hanno di fatto strappato alla morte la 26enne interrompendo l’animalesco assalto, che l’epilogo non è stato fatale per la donna.

La giovane trasportata d’urgenza in gravissime condizioni e ricoverata in terapia intensiva dell’ospedale “Cà Foncello” di Treviso, veniva sottoposta a delicati interventi chirurgici. Dopo due giorni di coma si era risvegliata  e iniziava il suo calvario fisico e psicologico per accettare quello che le era capitato. La giovane aveva subito danni gravissimi agli organi interni e solo grazie a diverse operazioni era riuscita a sopravvivere.

Il baby-criminale veniva preso in custodia dagli inquirenti e l’indomani dell’arresto, alla presenza del pm del Tribunale dei minori di Venezia, la dott.ssa Giulia Dal Pos, questo gli veniva convalidato per tentato omicidio e tentata rapina.

Il 15enne, dopo una perizia psichiatrica che ne aveva confermato la capacità di intendere e di volere, era stato condannato dal Tribunale per i minori di Venezia in primo grado a 6 anni e 8 mesi di carcere per tentato omicidio e tentata rapina. In aula era stato ricostruito che era uscito di casa con l’intento di compiere una rapina per comprarsi della droga e Marta era stata la vittima inconsapevole del suo bisogno di trovare rapidamente del denaro.

In secondo grado, nell’aprile dello scorso anno, la Corte d’appello di Venezia, dopo una seconda perizia psichiatrica che ne attestava l’incapacità di comprendere, a causa di una parziale infermità, la differenza tra comportamenti leciti e illeciti, aveva ridotto la pena a cinque anni di reclusione per i medesimi capi d'accusa, confermando la prescrizione di sicurezza di due anni da scontare successivamente alla pena detentiva, alla luce della sua pericolosità sociale.

Per una data erroneamente indicata sull’atto, 20 settembre, anziché il 20 luglio, come termine ultimo per la notifica, il provvedimento emesso il 19 luglio dal giudice del Tribunale dei minori di Venezia, su richiesta della Procura, non gli veniva notificato prima della scarcerazione. Così il 21 luglio il giovane criminale ha potuto lasciare l’istituto penitenziario minorile napoletano di Nisida, dove era stato portato in seguito ad alcuni episodi di tensione registrati nel carcere per i minorenni di Treviso, per scadenza dei termini massimi di custodia cautelare in carcere ed è quindi tornato in libertà.

Così a soli sedici mesi dalla brutale aggressione è a piede libero!

Al momento voci insistenti lo danno a Londra con la madre, che lavora lì come cuoca. Il tutto entro i confini della legalità: nel suo allontanamento infatti non c’è nulla di illecito, visti i termini di custodia scaduti e in assenza di un ordine del giudice.

L’avvocato difensore del baby-criminale, il dottor Matteo Scussat, non conferma e non smentisce quanto accaduto, ma fa capire tra le righe che c'erano tutti gli strumenti per rendere immediatamente efficace il dispositivo appena il 15enne è uscito di prigione.

Ora il ministero della Giustizia vuole metterci la solita “pezza” e capire cosa sia realmente accaduto e la ministra Marta Cartabia ha incaricato gli ispettori di approfondire la vicenda e svolgere “i necessari accertamenti”.

Una vicenda che riapre la ferita, forse mai chiusa, di Marta e dei suoi familiari e che lascia sconcertato il loro avvocato, il dottor Alberto Barbaro, che commenta: “A pesare è soprattutto la frustrazione per quella che viene vissuta come l’ennesima ingiustizia. Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l’aggressore affinché sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo?”.

Il commento di Marta: “Un colpo per tutte le vittime di violenza”

È questa una storia che fa perno su di un errore burocratico-amministrativo e che diventa una sconfitta per lo Stato, ma soprattutto per Marta Novello e per tutte le vittime di tali crimini assurdi.

 

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Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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