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di Maria Cristina Sabella

Il compito fondamentale per l’adolescente è la definizione della propria identità.
La sua personalità è in via di definizione, in questo particolare periodo della sua vita, ma spesso gli impulsi prendono il sopravvento.
Quando gli adolescenti si uniscono in un gruppo, è positivo, unirsi è segno di civiltà. 

Stare assieme per studiare, per fare sport, per condividere esperienze è importante, importante per la crescita, per imparare a comunicare e a interagire con gli altri, nell’ambiente esterno alla famiglia, favorendo una SANA maturazione.
Spesso il gruppo è quello che definisce come è meglio ci si debba vestire, quale musica è meglio ascoltare, come tagliare i capelli, eccetera.
Un gruppo può però essere o diventare negativo...
Si passa così dalla fase del “gruppo” a quella del “branco” dove iniziano ad emergere comportamenti aggressivi.
L’unione fa la forza: il branco si sente potente, abusa del proprio potere, oltrepassa i limiti, diventa violento, sfascia, rompe, distrugge, prevarica i più deboli.
È ciò che accade con il bullismo: il bullo odia, il bullo decide, il bullo prevarica la vittima, e il branco e suoi gregari lo seguono.
Il termine Bullismo deriva dall'inglese Bulling e descrive la condizione di sofferenza, svalutazione ed emarginazione che un bambino o un adolescente vive ad opera di un suo compagno o di un Branco.


La vittima … L' anello debole, vive l'impotenza di non potersi difendere, subisce in modo diretto e visibile il branco.
Aspetta impotente che qualcuno intervenga, senza chiedere aiuto, a occhi che guardano a bocche che tacciono … all'indifferenza.
Bullo e Vittima sono posti in una forte asimmetria di potere.
La vittima non fa nulla per provocare, ha solo un bisogno fisiologico nella sua fragilità, di voglia di aggregazione, di appartenenza a un gruppo...mentre il bullo ha sempre il bisogno di supremazia e di sottomettere il debole.
La vittima non denuncia mai, verrebbe escluso immediatamente, anche quando un adulto, come me redarguisce il bullo, quando lo blocca, nell'atto di violenza fisica che sta perpetrando ai suoi danni.
Il Branco copre il bullo, lo sostiene, lo incita, in questi casi si innescano meccanismi pericolosi.
Il livello di autostima è alto negli adolescenti del branco, si sentono superiori intoccabili... sbruffoni.
Rispondono altezzosi, minacciosi, non hanno rispetto per l'interlocutore adulto, ma in tutto questo mi domando: dove sono i genitori ?
Il genitore della VITTIMA … è possibile che non noti lividi, i vestiti stropicciati, gli occhi tristi del figlio?
I genitori dei BULLI e degli appartenenti a un BRANCO è possibile che non notino il comportamento aggressivo, supponente, gli occhi poco lucidi, gli odori che rimangono impressi sui vestiti dei propri figli?
DOVE SONO I GENITORI ?
Sono stanca, come mamma, di dover intervenire spesso a sedare, a redarguire giovani adolescenti, in pieno giorno, dove, incuranti di tutto e di tutti, usano violenza, stupefacenti, in un luogo, dove i bambini dovrebbero solo giocare.
Posti così sensibili hanno bisogno di telecamere, di una maggiore sorveglianza.
Come occhi, orecchie, bocche, possono rimanere indifferenti a un adolescente che grida di dolore: BASTA, mi spezzi la schiena???
Ho occhi solo io? … No!
Ho il dono della parola solo io? … No!
Sono indignata? SI!
Mi sento dire: chi te lo fa fare.
Io DEVO farlo, la mia coscienza mi IMPONE di intervenire.
MI METTO IN PERICOLO? Non importa, il Branco continuerà a essere un branco, perché le istituzioni non guardano, perché i genitori non insegnano, ma almeno, quel ragazzino, per il momento, l'ho messo in salvo, da atti violenti, che stavano degenerando.
Domani è un altro giorno, anche il Bullo,il Branco,la Vittima.
Anche chi vede, chi sente, chi … non parlerà MAI. 

(@Sabella Maria Cristina 18 Maggio 2021)