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...... Arrivammo sul luogo del disastro in autocarro, lungo strade ombreggiate da pioppi e fiancheggiate da fossi formicolanti di animaletti che non potei osservare chiaramente a causa delle grandi nuvole di polvere sollevate dai camion. Arrivando nel luogo dove sorgeva lo stabilimento, alcuni di noi furono messi a piantonare quei grossi depositi di munizioni che, chissà perché, non erano saltati in aria, mentre altri venivano mandati a spegnere un incendio divampato in mezzo all’erba di un campo adiacente; una volta conclusa tale operazione ci ordinarono di perlustrare gli immediati dintorni e i campi circostanti per vedere se ci fossero dei corpi. Ne trovammo parecchi e li portammo in una camera mortuaria improvvisata e, devo ammetterlo francamente, la sorpresa fu di scoprire che questi morti non erano uomini ma donne... Ricordo che dopo aver frugato molto attentamente dappertutto per trovare i corpi rimasti interi ci mettemmo a raccogliere i brandelli. Molti di questi furono staccati da un fitto recinto di filo spinato che circondava l’area dove prima sorgeva la fabbrica e dalle parti di edificio ancora esistenti, da cui raccogliemmo molti di questi pezzi staccati che illustravano fin troppo bene la tremenda energia dell’alto esplosivo. Trovammo molti di questi brandelli nei campi, a una distanza considerevole, dove erano stati portati dal loro stesso peso."

Da "Una storia naturale dei morti" - Ernest Hemingwey

In questo racconto inserito nel volume "I quarantanove racconti", lo scrittore Premio Nobel per la letteratura narra - molti anni dopo l'accaduto - l'incrociarsi del suo destino con quello delle giovani donne che persero la vita in un tragico incidente avvenuto nella fabbrica Svizzera di armi "Sutter & Thèvenot" sita a Castellazzo di Bollate a nord di Milano (mimetizzata in un ambiente boschivo per l'attività bellica svolta) in cui ci fu un'esplosione che devastò il reparto spedizioni della ditta stessa, causando la morte di 59 persone, la maggior parte donne, tra i 16 ed i 30 anni impiegate in questa fabbrica che garantiva munizioni all'esercito ed in cui ci lavoravano circa 1.500 persone.
Heminguey arrivò per caso a Milano il giorno stesso dell'accaduto, 7 giugno 1918 provenendo da Parigi e - quale volontario diciannovenne della Croce Rossa Americana - fu inviato immeditamente a prestare soccorso sul luogo dell'accaduto.Quello che vivrà in quei momenti resterà indelebile nella sua memoria tanto da volerlo immortalare nel racconto.
L'incidente occorso ebbe scarsa risonanza, pochi trafiletti sui giornali, nonostante l'esplosione si sentì fino a 30 km di distanza ed accorsero da ogni paese limitrofo per prestarvi soccorso e fu una tragedia immane.
Ci fu una forte censura governativa al fine di nascondere quanto disastrosa fosse la macchina bellica e le conseguenze anche sui civili e nel mondo del lavoro,di conseguenza la strage fu dimenticata per quasi cento anni , tanto è vero che il racconto di Hemingwey- che non cita il luogo dell'esplosione nè il nome della fabbrica- non fu subito collegato alla strage accaduta a Castellazzo , in quanto la fabbrica fu chiusa e smantellata nel 1919 al termine della guerra ; troppi gli anni trascorsero tra l'evento e la pubblicazione del racconto per tracciare un collegamento.


Hemingwey unico testimone narrante quindi , come pure Luca Comerio lo fu per la testimonianza fotografica.
Incaricato dalla Sutter & Thèvenot di documentare il lavoro svolto nella fabbrica,un anno prima della strage, Comerio fa un notevole reportage sia per la qualità delle fotografie che per l'importanza che ebbero le stesse nel documentare la manovalanza ,gli interni e le attività svolte nel polverificio.Tale materiale fotografico ora è custodito nell'archivio di Stato di Perugia .
Su queste testimonianze e grazie all'impegno del Parroco di Castellazzo e di storici locali, con le loro personali ricerche e ritrovamenti si riannodano il fili della storia ,tant'è che nel 2018 il Comune di Bollate da vita ad una commemorazione ricordo"Quell'Esplosione cent'anni fa" per riportare alla memoria questo tragico episodio storico con una importante mostra fotografica delle immagini di Luca Comerio che consentirono una visita virtuale alla fabbrica per non dimenticare.
Tante le iniziative e le associazioni coinvolte in tale ricorrenza nella quale inoltre si inaugurò un murale di Ale Senso dedicato alle donne. "....E' stato l' marzo italiano..-sottolinea il sindaco-...... queste donne sono state un pezzo della storia dell'emancipazione femminile e vogliamo ricordarle cosi".Questo anniversario verà riconosciuto fra gli anniversari di interesse Nazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il Murale, con una targa commemorativa è stato eseguito sulla cabina elettrica di quell'epoca sopravvissuta alla demolizione del luogo ed è attualmente visibile quale "Sito della Memoria " raggiungibile con un sentiero da percorrere nella brughiera delle Parco delle Groane .
Simonetta Sarchi

Documentazione:
1) Estratto del racconto " Una Storia Naturale dei morenti ",
racconto inserito nel volume i quarantanove racconti di E.Hemingwey;
2)Lombardia Quotidiano - maggio 2018;
3)foto in allegato diS.SARCHI effettuato sul luogo della memoria di Castellazzo;
4)Corriere della Sera -28-5-2018 "Milano,Operaie nella trappola di fuoco :100 anni fa la strage dimenticata (Giovanna Fagnani )
5)Il Giorno 23-5-2018 Monica Guercini