Fragranza di Natale lontano
Forse il magico carro varcherà
il suo confine, mentre i bimbi
già dormono in trepida attesa
e sarà fantasia a riempire Natale
di allegre e affiatate brigate
con salvifica e fresca presenza,
come rondini lungo la scia.

(Lucia Lo Bianco, da “Fragranza di Natale”, diritti d’autore riservati)

L’immaginario collettivo della comunità attribuisce da tempo un valore al contempo salvifico e ricreativo al periodo natalizio. La memoria genetica, come diceva Jung, ci lancia segnali inconsci che determinano i nostri comportamenti spingendoci a prefigurarci il Natale in un contesto ricco di valenza religiosa per la comunità cristiana ma contemporaneamente di allegra e spensierata festosità. Il mese di dicembre arriva già negli ultimi decenni trasfigurato in termini di scontato consumismo, con conseguente corsa ai regali e acquisti mentre si affollano strade e negozi e si comincia a respirare un’aria di leggera e illusoria felicità.
Festa tipicamente familiare, il Natale ha accompagnato generazioni di bambini formando per sempre la loro fantasia e determinando il livello di creatività da adulti. Gli ingredienti tipici vanno dalla preparazione del presepe di manifattura italiana a quella più nordica e di stampo dickensiano e vittoriano dell’albero e del vischio. In Sicilia i preparativi cominciano sempre ai primi di dicembre e, in modo più specifico, alla vigilia dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata. Si tirano fuori le scatole conservate l’anno prima e si collabora nella realizzazione di un presepe che i genitori mettono in scena come un rito di passaggio dalla fanciullezza all’età adulta e che finisce per accompagnare un individuo fino alla maturità. Il presepe è sempre presente nella vita di un bambino ma rimane anche come eredità nella sua fase più cresciuta, quando ad esempio ritorna a casa dopo tanto tempo. 


Ci si chiede come potrà essere il primo Natale ai tempi del Coronavirus, in un momento di restrizioni e divieti da alcuni accettati come male necessario e da altri visti come pesante punizione che, forse, in un periodo festoso come quello natalizio potrebbe essere evitata. La fase di emergenza non ancora conclusa impone, più per un dovere morale che per puri e semplici divieti imposti dall’ultimo DPCM, di rivedere i comportamenti passati riadattandoli ai nuovi scenari proposti. Sarà importante allora limitare gli spostamenti e le visite a parenti o amici, cercare di non affollare strade e piazze e per un anno rinunciare alle tanto agognate vacanze in montagna con conseguenti code negli impianti sciistici che tanta rilevanza hanno per buona parte della nostra economia.
Aspettare e ancora aspettare la formula magica, che chiamiamo vaccino, che possa interrompere la catena di contagi: una chiave che ci aiuti ad aprire la porta del giardino segreto dove ci troviamo rinchiusi per ridarci quella libertà che non sapevamo di possedere. La mancanza di contatto fisico e di vicinanza effettiva dovrà essere compensata da una ricreata presenza nell’assenza, con momenti di immaginaria festosità e virtuale allegria. Sarà strano e bizzarro all’inizio ritrovarsi a brindare come si faceva una volta con i parenti emigrati lontano all’estero, che si amavano a “distanza”, nell’impossibilità di incontrarsi fisicamente e con i quali ci si scambiavano vistose cartoline d’auguri. La tradizionale fragranza natalizia respirata nell’aria di dicembre dovrà riempirsi di nuove essenze per farci rivivere e sentire come ogni anno l’attesa di una autentica rinascita.

 

Info Autore
Lucia Lo Bianco
Author: Lucia Lo Bianco
Biografia:
Sono una docente di Lingua e Letteratura Inglese in un Liceo Classico di Palermo. Oltre all’insegnamento sono impegnata in tante attività, professionali e personali. Da tre anni collaboro con Eurosofia, un ente coinvolto nella formazione professionale docenti e ho tenuto diversi webinar di aggiornamento e di preparazione per i concorsi a cattedra. Sul piano personale, oltre ad essere una runner, scrivo poesie, racconti e articoli e sto lavorando alla stesura del mio primo romanzo.
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