di Fiore Sansalone
È finita. È tutto vero. Il Napoli è Campione d’Italia.
Un urlo liberatorio si è alzato alto su Fuorigrotta, ha attraversato Spaccanapoli, si è arrampicato su San Martino, ed è esploso nelle piazze, nei vicoli, nei bar, nelle case e nei cuori di milioni di napoletani. Dopo una stagione straordinaria, dopo mesi di dominio, di bel gioco, di emozioni, di speranza e passione, il Napoli ha scritto la parola fine sul campionato con una vittoria per 2-0 sul Cagliari, conquistando uno scudetto storico, il quarto della sua leggenda.
I gol che hanno deciso la partita portano le firme di Scott McTominay e Romelu Lukaku. Il primo ha sbloccato il risultato nel finale del primo tempo con un inserimento micidiale in area, facendo esplodere di gioia Piazza del Plebiscito, dove migliaia di tifosi stavano seguendo la partita su un maxischermo. Un boato di Napoli che ha scosso le pietre, i balconi, le anime. Poi, in apertura di secondo tempo, è arrivato il raddoppio: Lukaku, inarrestabile, ha scaricato in rete il pallone del trionfo definitivo. Da lì in poi, è stato solo un inno alla felicità.
Il Maradona, lo stadio e il Dio del calcio, è diventato tempio e teatro di un trionfo atteso troppo a lungo. Il quarto scudetto nella storia del club, il primo senza Diego, ma con Diego nel cuore. Ogni tocco, ogni coro, ogni sventolio di bandiera sembrava portare la sua benedizione.
Antonio Conte ha guidato questo gruppo con lucidità, con cuore, con visione. Non è stato un trionfo fortuito: è stata una marcia costruita partita dopo partita, senza mai perdere l’identità. Il Napoli ha giocato il miglior calcio d’Italia, senza se e senza ma.
E mentre la squadra festeggiava sul campo, Napoli intera impazziva di gioia. Le strade del centro sono diventate fiumi di gente, i vicoli hanno vibrato di vita, i balconi si sono accesi di cori, tamburi, fuochi d’artificio. Piazza del Plebiscito, cuore simbolico della città, è diventata una curva gigantesca, un abbraccio collettivo, una festa d’amore.
Questo scudetto è più di una vittoria sportiva. È un riscatto, una bandiera, un’emozione che unisce intere generazioni. È il grido di chi non ha mai smesso di crederci. È il sogno che torna realtà. È Napoli che si prende quello che merita.
Non servono grandi discorsi, oggi. Basta guardarsi attorno: i sorrisi, gli abbracci, le lacrime. Napoli non ha solo vinto un campionato – ha scritto una pagina d’anima, qualcosa che resta. E chi c’era, chi ha vissuto questo momento, lo racconterà per sempre. Con orgoglio. Con amore. Con la voce rotta, magari, ma con il cuore pieno.