di Martina Pitarra

Facevo una riflessione sulla neurodiversità, collegandola alla teoria sulla selezione naturale di Darwin.
Che cosa significa "diversità"? Penso che questa parola abbia un significato molto ampio.
 
In una classe in cui 24 ragazzi sono destri e uno solo è mancino, l'unico ragazzo mancino è diverso dagli altri perché ha una caratteristica che gli altri non hanno. Significa che è inferiore agli altri? No: è solo svantaggiato perché, essendo la maggior parte della popolazione destra, tutti gli oggetti (come ad esempio le forbici) sono pensati appunto per la maggior parte della popolazione. Ma se in un mondo parallelo la maggior parte delle persone fosse mancina e solo una piccola parte fosse destra, chi sarebbe svantaggiato?
 
Un altro esempio lo troviamo anche nel mondo animale. Conoscete la Biston Betularia? Si tratta di una farfalla notturna; dei ricercatori inglesi avevano notato che si posava sui tronchi ricoperti da licheni; su questo sfondo chiaro, il colore altrettanto chiaro di queste falene le rendeva quasi invisibili. Fino al 1845 tutti gli esemplari conosciuti di Biston betularia erano di tonalità chiara, ma in quell’anno, nel nuovo centro industriale di Manchester, venne catturata una falena di questa specie che aveva le ali scure: i naturalisti rimasero stupiti e pensarono che si trattasse di un'anomalia.
 
Mentre l'Inghilterra venne industrializzata, l'inquinamento colpì le piante, uccidendo i licheni e lasciando scoperti i tronchi degli alberi. Nelle zone più inquinate, i tronchi divennero neri e, di conseguenza, diventarono sempre più rare le falene chiare, che si trovavano solo in alcuni luoghi lontani dalle zone industriali. Al contrario, si videro sempre più farfalle scure. I ricercatori scoprirono così che il colore nero era sempre stato presente come una variante naturale nella popolazione di queste falene: prima dell'industrializzazione, erano solo in proporzioni molto minori rispetto alle falene chiare. Ma per quale motivo allora il loro numero era aumentato in modo così vertiginoso? Si ipotizzò che le falene che si potevano mimetizzare meglio grazie al colore delle loro ali sfuggivano più facilmente agli uccelli da cui venivano predate, riuscendo così a riprodursi più agevolmente e a sopravvivere più a lungo.
 
Successivamente, infatti, quando l'inquinamento diminuì a seguito di alcuni provvedimenti volti a limitare le emissioni, la percentuale di farfalle chiare rispetto a quelle scure riprese ad aumentare, insieme alla ricomparsa di lichene sui tronchi degli alberi.
 
L’esempio della Biston betularia è una prova ulteriore dell’opera selezionatrice dell’ambiente, che tende a favorire la sopravvivenza e la riproduzione degli organismi più adatti al contesto in cui vivono e che non esiste un organismo migliore in senso assoluto.
 
In questo stesso discorso, rientra anche la neurodiversità. I neurodiversi non sono né disabili né inferiori rispetto agli altri. Essendo in minoranza, però, hanno solo più difficoltà a integrarsi nella società e, nel senso sopra descritto, è soltanto il contesto in cui vivono che li rende meno "adatti" rispetto agli altri. Anzi: è il tessuto sociale in cui viviamo a essere inadatto per i neurodiversi. Sono sicura che, sempre in un universo parallelo, se la maggioranza delle persone fosse come loro, sarebbero molto più apprezzati e vivrebbero meglio. In quell'universo ipotetico, sarebbero loro i neurotipici: essendo la maggioranza, il mondo e la società sarebbero plasmati appositamente da loro e "per loro". In questo senso, il concetto di neurodiversità è molto relativo.
 
 
Info Autore
Martina Pitarra
Author: Martina Pitarra
Biografia:
Laureata con 110 e lode nelle facoltà magistrali di Giurisprudenza e Scienze Economiche, attualmente sto studiando per prendere il “Master II livello in Strategie organizzative e di innovazione nella Pubblica Amministrazione”. I miei articoli vogliono essere uno spunto di riflessione su temi di carattere generale, quali la scuola, il disagio dei giovani, ecc. Adoro leggere e viaggiare. Vivo a Pegli (Genova).
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