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Non avrebbe dovuto trovarsi lì. Nessuno dovrebbe. Invece una ragazza di appena 14 anni è morta nel silenzio di un luogo dimenticato, tra ruderi e abbandono

 

di  Fiore Sansalone

Bergamo si risveglia con il cuore ferito dopo il ritrovamento del corpo della giovane all’interno dell’ex fabbrica Reggiani, teatro da anni di incuria e degrado. Scomparsa da mercoledì, doveva affrontare l’orale dell’esame di terza media proprio il giorno dopo. Non si è mai presentata. A ritrovarla sono stati i suoi familiari, in un luogo che conoscevano, e che temevano.

Il corpo giaceva ai piedi di uno dei capannoni della struttura. Secondo le prime ricostruzioni, la ragazza sarebbe precipitata da un’altezza di circa quaranta metri. Una caduta spaventosa, avvenuta in circostanze ancora tutte da chiarire. Le ipotesi sono due: un gesto estremo o un drammatico incidente. Nessuna certezza, solo interrogativi e dolore.

La giovane viveva a Ponteranica con la nonna e uno zio. Di origini ucraine, era in Italia da anni. Come tanti adolescenti della zona, conosceva l’ex Reggiani, spesso frequentata da ragazzi in cerca di emozioni forti, sfide fisiche o semplicemente un angolo nascosto da cui fuggire per qualche ora. Un luogo che non avrebbe dovuto essere accessibile, e invece lo è stato. Troppo a lungo.

A condurre le indagini è la procura di Bergamo. Il fascicolo aperto è per omicidio, un atto tecnico che permette agli inquirenti di analizzare ogni possibile scenario. Il pubblico ministero Raffaella Latorraca ha disposto l’autopsia per accertare le cause esatte della morte e ricostruire le ultime ore della ragazza. Saranno analizzate le immagini delle videocamere di sorveglianza e raccolte le testimonianze di chi potrebbe aver visto qualcosa.

Intanto, la fabbrica torna al centro dell’attenzione, non per i suoi trascorsi industriali, ma per essere – ancora una volta – luogo di tragedie annunciate. Non è la prima volta che accade qualcosa di grave: già nel 2023 un altro giovane era precipitato da un lucernario. Nel solo 2024, oltre quaranta incendi dolosi sono stati registrati all’interno dell’area. Lamiere contorte, scale pericolanti, tetti sventrati. E nessuna sorveglianza.

La visita della sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, e dell’assessore alla Sicurezza, Giacomo Angeloni, sul luogo del ritrovamento, non ha potuto che certificare la gravità della situazione. In molti, oggi, si chiedono perché quel luogo, da anni conosciuto come rifugio di sbandati, tossicodipendenti e giovani in cerca di brividi, sia rimasto aperto, senza interventi reali.

C’è un’età in cui ci si crede invincibili. In cui si cerca un posto “altro”, magari per sfogare rabbia, solitudine o soltanto per sentirsi vivi. Ma quando questi luoghi sono lasciati al degrado, quando diventano voragini nel cuore delle città, è come se dicessimo ai nostri ragazzi: “fate da soli”. E da soli, a volte, si muore.

Non conosciamo ancora la verità su cosa sia accaduto. Ma una verità già la sappiamo: nessuno dovrebbe mai finire i propri giorni in un luogo abbandonato, senza che nessuno abbia saputo proteggerlo prima.

Il vuoto che ha inghiottito questa giovane vita non è solo quello fisico, ma quello sociale, umano, istituzionale. Che almeno questa morte ci scuota. Non per un giorno solo.

 

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Info Autore
Fiore Sansalone
Author: Fiore Sansalone
Biografia:
Fiore Sansalone vive e lavora a Rogliano, in provincia di Cosenza. Editore e giornalista pubblicista, è iscritto all'albo della Calabria dal 2003. Ha studiato Scienze economiche presso l'Unical di Cosenza e Scienze politiche all'università degli studi di Bari "Aldo Moro". Ha collaborato con il quotidiano "La Provincia cosentina". Dal 1998 dirige il periodico del territorio a sud di Cosenza, "La Voce del Savuto"; per alcuni anni ha diretto il mensile "Grimaldi 2000", edito dall'amministrazione comunale. Ed ancora, è stato editore e direttore responsabile de "La Voce del Savuto in Canada". È ideatore del "Premio Sabatum", un'importante rassegna che rende testimonianza ai protagonisti attivi delle arti, della cultura, delle scienze, dello spettacolo e del giornalismo che, negli anni, con passione e professione, hanno dato lustro alla terra del Savuto. Organizzatore di eventi, da un trentennio promuove concorsi letterari, mostre e rassegne culturali e musicali. Per 18 anni è stato direttore artistico del concorso regionale della canzone "Città di Rogliano". Studioso di tradizioni, da 22 anni pubblica "Il calendario del Savuto", ed è coautore in numerosi volumi sulla ricerca popolare. Nel 1980 ha pubblicato, insieme all'insegnante Brunella Aiello, "Trilogia della vita - Quannu sona la campana - Nascita, matrimonio e morte nella cultura contadina". È presidente dell'associazione culturale "Atlantide - Centro studi nazionale per le arti e la letteratura", con sede a Rogliano (Cosenza) e Pegli (Genova). Suona la chitarra e ama la pittura, la fotografia e la poesia.
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