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di Eugenio Maria Gallo                             

È un piacere passeggiare, in un giorno qualunque di luglio, fra le piante della Tenuta Bocchineri del dott. Carmine Altomare, a Rogliano, nell'ora in cui il sole, già alto, picchia forte.

Sì, è un piacere, procedere a passo lento, lungo il sentiero che scende verso il fiume.

Mi sono lasciato alle spalle le "grotte" dei briganti, come vorrebbe la tradizione, e vado a spasso, fra le piante, provando anche ad interrogarle sulla loro storia, sulla storia della Tenuta, sulla veridicità o meno del passaggio dei briganti in loco.

Un forte profumo di erba mi accompagna, nel corso della passeggiata, ed il lento fruscìo delle acque del fiume sembra quasi scandire il mio passo.

Ma ci saranno passati veramente, da queste parti, gli uomini di Pietro Monaco, il temuto capo brigante della Pre-Sila cosentina?

E' importante stabilirlo? Per la storia e per gli storici senz'altro.

Io, che vado a spasso fra le piante della Tenuta, preso dalla leggenda, al momento ci penso poco e, a dire il vero, mi piace immaginare di percorrere lo stesso sentiero,  magari battuto, nel dicembre del 1861 o nel giugno del 1863, dagli uomini della banda di Pietro Monaco.

Potenza della suggestione! E, poi, chi può dire che i briganti non ci siano veramente passati?

La fantasia galoppa, mentre lentamente scendo verso il fiume.

Il fenomeno dei briganti nella nostra terra non fu un evento fortuito, penso mentre cammino lentamente e guardo, ad appena un tiro di schioppo e forse anche meno, la Chiesa Madre di Santo Stefano di Rogliano.

Ed anche questa vicinanza mi spinge ancor di più a pensare a Pietro Monaco e ai briganti.

Sì, il fenomeno dei briganti, dalle parti nostre, non fu un evento fortuito.

Era, forse, una risultanza fatalmente implicita negli eventi relativi alla conclusione della spedizione garibaldina? Mi vengono in mente, allora, il Crocco, José Borges,  ma anche Ciccilla, ovvero Maria Oliverio, moglie di Pietro Monaco.

Mi vengono in mente i filo borboniani post unitari, che nel Sud furono dappertutto.

Penso, allora, ad Andrea Spadafora di Gaspare, uno dei capi dei filo borboniani, e sempre più mi sento spinto a ritenere che una Tenuta, quale la Tenuta Bocchineri, con le sue folte piante e con le sue due grotte, forse, non sia stata estranea al passaggio dei briganti.

Intanto giungo al fiume e mi trovo davanti agli occhi l'antico Mulino Spadafora.

La mente corre subito  a quel lontano e gelido 13 dicembre del 1861, giorno del rapimento dei fratelli Marco (morto per le ferite riportate nel corso dell'azione) e Domenico Spadafora, parenti di Andrea Spadafora di Gaspare.

Alzo la testa e scorgo, fra le prime case di Santo Stefano di Rogliano, anche la Chiesa Madre, accanto alla quale si consumò un'altra impresa della banda del Monaco, il 18 giugno 1863.

Sì, forse sto veramente camminando sulle tracce dei briganti e nell'ambito della dimensione della storia.

Mi guardo intorno, ancora per un pò,  poi sposto di nuovo lo sguardo verso il Mulino Spadafora, prima, e verso le case di Santo Stefano subito dopo e, quindi, mi accingo a tornare indietro risalendo per l'antico sentiero.

Ormai prossimo alla fine dell'erta, che conduce alla Casetta sull'albero, accanto alla Quercia monumentale, un pò prima di giungere alla "vetta", passo di nuovo per le due grotte.

In quella più grande c'è ancora un brigante che riposa: è solo un manichino che sta lì quasi a tracciare le linee d'una epoca e, forse, anche d'un evento storico.

Torno, allora, a pensare che i briganti della banda di Pietro Monaco, chissà, e la cosa non è da escludere, veramente potrebbero essere passati per la Tenuta Bocchineri, in quel dicembre del 1861 o in quel mese di giugno del 1863.

Non sta a me, però, stabilirlo. Trovare documenti ed atti, che lo confermino, è compito degli storici.

E, al momento, affascinato dal luogo e dalle leggende relative ai briganti, sento di non avere la necessaria disposizione alla ricerca e l'attenzione opportuna per un'analisi scientificamente rigorosa di fonti e documenti.

Posso solo aggiungere una cosa e cioé che andare a spasso sul sentiero della Tenuta Bocchineri, per me, è stata una piacevole occasione per un tuffo fra meandri della fantasia e "voci" della tradizione, fra mito e realtà, fra fascino della natura e suggestive emozioni.

 

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Info Autore
Eugenio Maria Gallo
Author: Eugenio Maria Gallo
Biografia:
Eugenio Maria Gallo è nato a Dipignano (Cs), ma risiede a Rogliano (Cs), ormai da più di quarant'anni. È laureato in filosofia ed ha insegnato Italiano e Storia negli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado. Ha collaborato con varie riviste, tra le quali "Parola di Vita" negli anni dal 1968 al 1973, il mensile "Confronto" di Acri (Cs) e "La Voce del Savuto" di Rogliano (Cs). Attualmente scrive per la rivista quadrimestrale di Marzi (Cs) "Confluenze". Ha pubblicato vari saggi fra i quali "Lorenzo Diano, Dal Lager di Sandbostel al dramma fecondo del ricordo", edito da Luigi Pellegrini Editore Cosenza 2017. Si interessa di critica letteraria e di ricerca storica.
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