di Monica Vendrame
CASTEL GANDOLFO — Non succedeva da più di dieci anni. Un Papa che torna a villeggiare a Castel Gandolfo, la storica residenza estiva dei pontefici affacciata sul lago Albano. A farlo, in questo luglio 2025, è Papa Leone XIV, che ha scelto di trascorrere qui due settimane di riposo, dal 6 al 20 luglio.
Niente annunci solenni, nessun programma speciale. Solo una scelta semplice, quasi d’altri tempi: prendersi una pausa, lasciare il Vaticano e salire su quelle colline dei Castelli Romani, che si affacciano sul cratere del lago Albano — le stesse che per secoli hanno accolto i suoi predecessori in cerca di respiro, pace e silenzio, ombra tra i giardini.
Con l'arrivo di Papa Francesco, Castel Gandolfo era diventata un affascinante ma simbolico museo aperto ai turisti. Ora, con il nuovo Pontefice, il posto torna a vivere anche come residenza privata. Non alloggerà nel palazzo apostolico – cioè quello che si visita – ma in un edificio accanto, una casa riservata vaticana, sempre all'interno del complesso.
Chi abita nel paese ha ricevuto la notizia con gioia. «Ci sentiamo un po' più protagonisti», ha detto un barista storico del corso.
L’ultimo Papa a venire qui fu Benedetto XVI. Dopo di lui, il silenzio. Ma ora qualcosa cambia, e cambia in modo sobrio: nessuna diretta, nessuna massa, solo due momenti pubblici previsti — il 13 e il 20 luglio — in cui Papa Leone apparirà per pregare e salutare i fedeli, forse affacciandosi dalla loggia del palazzo apostolico come si faceva un tempo.
Il Papa ha bisogno di fermarsi, e si vede. Ma non è solo una questione di stanchezza. In quella decisione c’è qualcosa di più: un ritorno a un posto che sa di fede, di natura, di silenzio. Niente clamore, nessun impegno. Solo tempo. E forse un po’ di pace.
In questi giorni in cui si parla solo di guerre, trattati, armi e summit, questa calma sembra voler dire qualcosa. È un gesto semplice, sì, ma anche fuori dal coro.
Papa Leone non rilascia comunicati, non fa rumore. Va a Castel Gandolfo. Forse si siede da qualche parte, davanti al lago, guarda, respira. E quello basta.
In fondo, quella di Papa Leone non è una pausa qualsiasi. È una scelta che parla piano, ma dice molto. Un gesto che ci ricorda — in tempi così rumorosi — il valore delle cose semplici. Il silenzio, un paesaggio, una routine diversa.
A Castel Gandolfo non succederà nulla di eclatante. Ed è proprio questo il punto: non tutto deve accadere sotto i riflettori per avere senso. A volte, basta esserci. E restare in ascolto.