Medico dal cuore grande, ha fatto della professione un atto d’amore verso la sua città e verso chi aveva più bisogno
di Monica Vendrame
Genova - Nel suo studio di Pegli poteva capitare di incontrare Gino Paoli, Ornella Vanoni, Renzo Piano o don Andrea Gallo, ma anche pensionati, migranti, abitanti del Cep che non avevano i mezzi per una visita. Per tutti lo stesso sguardo attento, la stessa mano sicura.
Flavio Gaggero, scomparso a 88 anni, non è stato soltanto un dentista, ma un punto di riferimento morale per la sua città: un uomo capace di coniugare professionalità e solidarietà con naturalezza disarmante.
Lo chiamavano “il dentista degli ultimi”, ma chiunque a Pegli sapeva che da lui poteva entrare. Non chiedeva chi fossi né cosa potessi permetterti. Ti accoglieva con un sorriso e trovava sempre un modo per aiutarti. Restava al lavoro anche quando fuori era buio, con la luce dello studio ancora accesa sul mare. Di quella generosità non parlava mai, ma la ricordano in tanti, perché lasciava il segno in silenzio.
Nel 2013 il suo nome comparve persino nelle cronache politiche nazionali: Pier Luigi Bersani si affidò a lui per tentare un contatto con Beppe Grillo, suo paziente e amico. L’incontro non avvenne mai, ma quell’episodio racconta molto della sua figura: un uomo capace di unire mondi lontani, sempre con misura e senza mai cercare la ribalta.
Pegli lo ricorda come una presenza familiare, la Croce Verde come presidente onorario, e Genova tutta come esempio di generosità e rigore morale. Al Circolo Arci Pianacci resta viva la memoria delle serate rese possibili dal suo entusiasmo e dalla sua rete di amicizie: fu lui a far arrivare al Cep Gino Paoli, Don Gallo, Adriano Celentano, Biagio Antonacci, Renzo Piano. Eventi che ancora oggi raccontano il suo modo discreto ma concreto di fare del bene.
A ottantotto anni continuava a ricevere pazienti, fedele a un principio semplice e grande: non lasciare indietro nessuno. Così Pegli lo saluta — con gratitudine e affetto — come si fa con un amico di sempre, un uomo che ha creduto nel valore delle persone e nella forza del bene silenzioso.
Un pensiero particolare va al figlio Gabriele, che ho avuto il piacere di ritrovare qualche anno fa nello studio di famiglia: un professionista serio e sensibile, che porta avanti con dignità e passione l’eredità morale e umana di suo padre.
Addio, dottor Gaggero. Le sue medaglie, quelle vere, resteranno per sempre appese all’anima.


