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Intervista a cura di  Monica Isabella Bonaventura - maestra d’arte

Jack Snow è uno scrittore emergente che sta conquistando il mondo della fantasy con i suoi racconti incantati. Nelle sue storie, il lettore è trasportato in un mondo fantastico quasi fatato, dove il mistero e la magia si intrecciano con creature mitiche come gli elfi e le rane blu. I villaggi fiabeschi e i regni umani con le loro fortezze e castelli sono lo scenario perfetto per le avventure dei suoi personaggi. Jack Snow si definisce un "racconta storie", e con umiltà e passione, crea mondi e personaggi che catturano l'immaginazione dei lettori e li portano in un viaggio di scoperta e meraviglia. Egli è anche un artista creatore, che attraverso il suo brand registrato, esprime la sua creatività e la sua visione in diversi ambiti, oltre la scrittura.

- Grazie Jack Snow per dedicare il tuo tempo ai lettori che vogliono conoscerti di più. Qual è il tuo vero nome e cosa ti ha spinto a scegliere lo pseudonimo di Jack Snow per la tua carriera di scrittore e per il tuo brand?

Grazie a te Monica, per questa opportunità. Mi chiamo Biasiato Alan. Da dove arriva Jack Snow? Beh arriva dall’unione di due personaggi fantasy che mi piacciono molto, di due saghe che adoro. Jack arriva da capitan Jack Sparrow, il pirata dei Caraibi iconico e irriverente, mentre Snow arriva da Jon Snow del Trono di Spade, un guerriero ed erede della casata dei draghi. Ho sempre adorato questi due personaggi ed ho semplicemente unito i loro nomi per creare un connubio, di caratteristiche diverse e lontane fra loro ma, che per me fosse unico e mi appartenesse.

- Quali sono le principali fonti di ispirazione per i tuoi racconti di fantasy?

Considerando che il genere fantasy mi piace più o meno da sempre, direi che le fonti da cui ho tratto ispirazioni, mi sono arrivate durante le varie fasi della mia vita.

Dalla lettura di romanzi fantasy e anche romanzi di stampo storico quali le vicende su Carlo Magno oppure le leggende di Re Artù e Robin Hood, dalla lettura dei manga di cui sono molto appassionato e dai film anime. Dai film o serie tv di genere fantasy ma anche in stile post apocalittico. Molte ispirazioni mi sono arrivate anche dai videogiochi, sempre di genere fantasy, di cui ero molto appassionato.

Insomma, un insieme di cose e di esperienze vissute che hanno creato un bagaglio, da cui accingo e che uso per creare le mie storie.

 - Come sei arrivato a creare il mondo fantastico quasi fatato che caratterizza le tue storie?

Con fatica, sicuramente, con molte idee.

Se partiamo dal presupposto, che mi è sempre piaciuto, con anche una certa facilità, creare ed immaginare storie nella mia mente, un giorno, durante gli studi delle scuole superiori, decisi di disegnare una mappa, di un territorio fantastico, per come io lo immaginavo nella mia mente. Un foglio di carta bianco e pastelli e disegnai, mappa che ancora conservo come una reliquia. Gli diedi il nome di Regno di Alors, con le sue foreste, laghi e fiumi. Le sue città e luoghi misteriosi. Diedi ad ognuno di loro un nome.

Poi, col passare del tempo, la mappa si è ingrandita, con l’aggiunta di nuovi regni quali il Regno di Fayland, ho creato l’isola di Phardes, ho inserito nuovi popoli come i Barbari e nuovi nemici come la razza dei Demoni, poi il grande mare, isole e altri luoghi lontani e misteriosi. Fino ad arrivare ad oggi con una mappa completa, che ho chiamato, il mondo di Yetzira. In cui ho racchiuso le terre e tutti i particolari che mi serviranno per poter scrivere tutte le avventure delle mie storie. Dal passato, al presente e al futuro, delle vicende dei personaggi che le vivranno.

- Quali autori o opere letterarie hanno influenzato maggiormente il tuo stile di scrittura?

Beh, se devo rispondere in modo secco, preciso e convinto, direi sicuramente, che tutto è iniziato con La spada di Shannara, di Terry Brooks.

È dalla lettura, di molti anni fa, di questo libro, di questa storia, che è cominciata ed è nata l’effettiva idea di potermi spingere oltre, a scrivere e non essere più solamente un appassionato di letture fantasy.

Le avventure degli Ohmsford e del druido Allanon sono state la goccia che hanno fatto traboccare il vaso.

Ma sicuramente, anche se Brooks ha dato il via, altri autori sono stati importanti per influenzare la mia creatività. Impossibile non citare Tolkien, colui che è il padre del fantasy moderno e di cui proprio Brooks viene considerato da molti il suo erede. La trilogia de Il Signore degli Anelli credo sia una tappa fondamentale per un appassionato di fantasy e a me, personalmente ha dato molto.

Ma anche Licia Troisi, considerata la regina del fantasy italiano, con le sue storie sul Mondo Emerso. Nihal della Terra del Vento, un romanzo immancabile in una collezione che si rispetti, sicuramente un’eroina fantasy di grande ispirazione. Per me lo è stata.

Ed in ultima, ma non per importanza, J.K.Rowling. Sicuramente tra le migliori autrici del nostro tempo per capacità di scrittura. Come non volere bene al suo Harry Potter? L’evoluzione della storia e dei personaggi, che ti tenevano lì in attesa di scoprire ciò che sarebbe successo appena dopo.

Questi gli autori che ritengo mi abbiano maggiormente e positivamente ispirato ed influenzato. V

- Come descriveresti il tuo processo di creazione dei personaggi e delle creature mitiche che popolano i tuoi racconti?

Beh, se intendiamo il loro profilo psicologico, l’abbigliamento, il loro modo di comportarsi, muoversi, camminare e parlare, tutto nasce nella mia mente in modo totalmente spontaneo e casuale. Cioè mi spiego meglio.

Al di là delle varie fonti di ispirazione che ho, i vari personaggi o creature o anche i luoghi e le ambientazioni come le foreste o passi di montagna o fiumi, non nascono o non sempre, secondo uno schema o un ragionamento, ma quasi sempre e soprattutto, li vedo come sono realmente, nella mia mente mentre si muovono e si creano.

Praticamente mi immagino quella scena, ad esempio vedo la locanda con la veranda, sedie e tavoli, immagino colori e profumi, vedo le persone e i miei personaggi, mentre interagisco con l’ambiente che li circonda.

Oppure quando ho scritto della scena della battaglia sulle mura del castello, non ho fatto ricerche su internet o libri per capire come si svolgesse, ma me la sono semplicemente immaginata e l’ho descritta per come la vedevo, con suoni e profumi.

Un po’ come se stessi guardando un film, immaginandolo nella mia mente e in tempo reale la mano si muove sul foglio descrivendo ciò che vedo.

- Qual è il tema o il messaggio che vuoi trasmettere ai lettori attraverso le tue storie?

Sicuramente la cosa più importante che vorrei trasmettere, è che chi legge le mie storie, si possa immedesimare nei personaggi vivendone le avventure, immaginandole nella propria mente. Credo che questo sia il riconoscimento più importante per chi scrive e racconta storie fantasy.

- Quali mitologie o folklore hanno ispirato la creazione delle tue creature mitiche, come gli elfi e le rane blu? Ci sono particolari storie, leggende o tradizioni che ti hanno influenzato nella scelta di queste creature e nella loro rappresentazione nelle storie?

Sicuramente la mitologia del mondo Norreno, dei Vichinghi, le leggende su Odino ed Asgard. Oppure le leggende della vecchia Britannia del popolo celtico e dell’Irlanda. Sono mondi che mi hanno sempre affascinato ed ispirato. Li seguo tramite serie tv, quali ad esempio The Last Kingdom, o leggendo romanzi che raccontano degli eroi e del folklore di queste vecchie terre, quali appunto le gesta di Re Artù sul quale tanto e in modi diversi si è raccontato.

Da queste mitologie del mondo nordico mi sono molto ispirato soprattutto per la creazione del mio popolo dei Nani.

A tal proposito, vorrei fare un piccolo inciso, perché proprio dalla serie tv di The Last Kingdom ho tratto una grande ispirazione, una frase molto ricorrente pronunciata dal protagonista, “Il fato governa ogni cosa”, che è diventata il mio mantra e tutt’ora mi accompagna nei miei progetti.

- Come gestisci la costruzione dei mondi e degli ambienti fantastici nelle tue storie?

Su questa domanda, vorrei rispondere spiegando il metodo che utilizzo per trovare i nomi di personaggi e luoghi soprattutto. Il più delle volte mi ispiro ad altre lingue, quali l’irlandese, latino, ebraico, danese, islandese, scozzese, o ricercando in vecchie mitologie e leggende come i Celti. O nel mito e nelle storie bibliche degli arcangeli.

Ad esempio, se devo dare il nome proprio al capo della razza dei demoni, che sono i nemici, prendo la parola demone e cerco la sua traduzione in un'altra lingua che sia ebraico, irlandese, ecc

finché non ne trovo una che mi piaccia, che sia comprensibile e di facile lettura, magari modificando una lettera. Oppure mi ispiro agli arcangeli, ma poi dirò perché, oppure ispirandomi alle storie degli autori citati nelle precedenti domande. Ma faccio qualche esempio.

Il mondo si chiama Yetzira. Da dove arriva questo nome. Ho immaginato il mio come creato da me, e ho cercato una traduzione di “il creato” in una delle lingue a cui mi ispiro e da questa ricerca è nato Yetzira.

Oppure Sachiel e Azrael, rispettivamente una tigre bianca e un lupo nero, gli animali di compagnia di Sidus Malak e Guinevere. Sachiel e Azrael sono due arcangeli secondo il mito biblico.

Oppure la fortezza di Esralas tra le montagne, che difende il confine settentrionale delle terre di Alors. La fortezza che riprende un po’ l’immaginario della fortezza del Fosso di Helm di Tolkien ed il nome Esralas, ispirato ad Aslan, il leone che protegge Narnia. Ed ecco un'altra fonte di ispirazione. Le storie e i racconti di Narnia.

- Quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine come scrittore, e come vedi il tuo lavoro evolversi nel tempo?

Come scrittore a lungo termine? Vorrei riuscire a scrivere e raccontare molto del mondo immaginario che ho creato, c’è una vastità di possibilità in questo senso. C’è un mondo immaginario con la sua mappa rappresentata in modo chiaro. Ci sono personaggi, già ben delineati con la propria psicologia e nuovi da poter creare, con ambientazioni e luoghi caratteristici per ogni popolo, che siano buoni o cattivi e c’è una linea temporale che va dal passato, al presente e al futuro. Insomma, con un po’ di fantasia, ci sono tutti gli ingredienti per poter inventare e far nascere miriadi di storie diverse.

Ora mi sto dedicando alla trilogia de Le avventure di Guinevere, di cui Guinevere di Harrandir è il primo volume, già pubblicato da Albatros il Filo, casa editrice che si occupa della pubblicazione delle mie opere e sto lavorando sul seguito. Inoltre ho pubblicato uno spinoff Caccia ai Fuochi Fatui.

In cantiere ci sono altri progetti in fase di sviluppo. Quali ad esempio la stesura di romanzi illustrati e poi c’è il progetto per creare dei fumetti in stile manga come trasposizione delle mie storie, da romanzo a fumetto. Ovviamente in questi progetti le illustrazioni come le copertine, saranno a cura di una ragazza, fumettista ed illustratrice che è la mia co-autrice grafica.

Col tempo, vorrei che questa passione, diventasse il mio lavoro a tempo pieno, potermi dedicare alle mie storie, dedicare le mie giornate alla ricerca e sviluppo dei miei personaggi e delle loro avventure. 

- Qual è il tipo di prodotti che offri con il tuo brand "Jack Snow"?

Attorno al mio brand ho instaurato una serie di collaborazioni, con altre realtà quali artisti e attività. Collaborazioni in campo di marketing e merchandising. Ho creduto fosse importante non solo, il semplice scrivere storie, ma dare loro qualcosa che andasse oltre la carta di un libro.

Quindi ho iniziato a collaborare con un’attività di stampe e ricamo per creare una linea di abbigliamento, in stile casual. Un abbigliamento semplice ma con molto tempo impiegato sulla ricerca, soprattutto per la scelta del materiale e delle tecniche di stampa. I cliché utilizzati sono tutti basati sulle mie storie, personaggi o riconducibili al mio marchio.

Collaboro anche con un artigiano del legno, per la realizzazione di lampade a led e portacandele. Oggetti da arredamento molti carini, realizzati a taglio laser. Questi vengono caratterizzati con delle incisioni che riportano il mio brand oppure i simboli e i nomi delle casate reali dei popoli delle mie storie.

Poi, oltre all’abbigliamento e l’oggettistica in legno, collaboro con una pittrice ed artista delle mie zone, molta brava per la quale ho rispetto e ripongo molta fiducia. Lei mi realizza dei quadri su mia commissione, ispirati alle ambientazioni del mio mondo o comunque legati al mio brand. Tutte opere uniche, che vengono usate per delle mostre ed eventi.

Infine, questa ragazza, la mia illustratrice, oltre ad occuparsi delle illustrazioni dei prossimi romanzi, sta realizzando le tavole grafiche dei personaggi. Praticamente gli sta dando una volta e un’immagine per come i lettori li conosceranno visivamente. Tavole che, come per gli altri quadri, saranno opere uniche ed utilizzate per mostre ed eventi.

- Come sei arrivato a creare il tuo brand e qual è la tua visione per il futuro?

Io mi definisco un racconta storie più che uno scrittore, che sono due cose molto diverse. Ho 1voluto registrare il mio brand per dare maggiore forza a quello che sto creando, dargli un’identità precisa. Una sorta di protezione. Vorrei, per il futuro, far conoscere il mio brand, svilupparlo e farlo crescere sempre di più.

Come fosse una sorta di cappello che protegga sotto di sé non solo l’ambito della scrittura, ma anche tutti gli altri settori dove vorrei spingermi.

- Quali sono i valori e le filosofie che vuoi trasmettere attraverso i tuoi prodotti?

Sicuramente, c’è un valore o filosofia come si voglia chiamare, soprattutto intrinseco nei miei racconti. E devo ammettere che l’ho vissuto e sudato, quando ho scritto Caccia ai Fuochi Fatui. In un momento in cui non capivo bene come finirlo, un vuoto. Perché è vero, come ho scritto in precedenza che tutto mi compare casualmente nella mente, ma deve comunque avere un punto di parte, una mia conoscenza o un’ispirazione, la famosa lampadina che si accende. E pensavo a Sidus, la mia strega buona potente e a volte spietata, che ritornando un momento indietro, il suo personaggio è un po ispirato a Gandalf essendo lei uno dei personaggi magici più potenti nelle mie trame. E in questo spinoff si scontra contro il cattivo, ma non capivo come. Finchè, non ricordo come, mentre ero in giro fuori casa, si è accesa la famosa lampadina per un episodio casuale che ho vissuto. Perché i miei personaggi mi seguono anche fuori dal tavolo dove scrivo e ogni istante è buono per avere l’intuizione. E li ho capito che tutto alla fine si riduce l’eterna lotta tra bene e male, bianco e nero, yin e yang. E cosi, con questa ispirazione, Sidus ha sconfitto il suo nemico.

Questo credo sia il valore più importante racchiuso qui dentro, che il bene vince sempre, bisogna crederci, avere fiducia, non mollare, ma alla fine vince!

-I lettori dove ti possono seguire?

Al momento utilizzo i miei social Facebook (nick Esween Thandir), Instagram (nick Jaret_hax) e Tik Tok (nick jarethax) come mezzo di comunicazione e pubblicità. Dove cerco di dare un minimo di visibilità sia ai miei libri sia al mio brand.

 

Ti ringrazio Monica per questa opportunità, ci sarebbe ancora molto da dire, ma sono soddisfatto perché mi hai dato la possibilità di farmi conoscere un po di più. Inoltre la scrittura può essere considerata un’arte e come tale da emozioni. E con queste risposte ho potuto, puntualizzare, alcuni concetti per me molto importanti.

 

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Info Autore
MONICA ISABELLA BONAVENTURA
Author: MONICA ISABELLA BONAVENTURA
Biografia:
Monica Isabella Bonaventura, nata in prov. di Venezia, Maestra d'Arte in Architettura e Arredamento, artista, interior design, insegnante d'arte, creatrice, critico d'arte, redattore di quotidiani d'arte, poetessa, scrittrice, giudice nazionale per l'arte e per la poesia e letteratura, curatrice e organizzatrice di mostre internazionali d'arte ed eventi, collaboratrice del critico d'arte Giorgio Gregorio Grasso, direttrice della Venice Art Gallery. Rappresenta l'Italia in varie mostre d'arte all'estero come unica artista conferendogli il titolo di Ambasciatrice d'arte nel mondo, fa parte di un gruppo internazionale come unica pittrice italiana e fa parte dell'Istituto per la Cultura in Romania. Ha esposto in vari Paesi del mondo e in Italia, vincendo molti premi per la cultura e per l'Arte. Ha esposto anche in varie Biennali importanti come la Biennale di Venezia, Ville Venete, Birmania e Grecia. Le sue opere diventano copertina di una nota rivista d'Arte e le sue poesie inserite nelle prime pagine della stessa rivista in Romania. Lavora alla Regione Veneto come tecnica per la consultazione delle foto aeree e cartografia del territorio. È stata Madrina al Primo Festival della Canzone Italiana in Polonia e ha rappresentato l'Italia come unica artista per l'arte contemporanea e ha esposto le sue opere. Fonda un gruppo libero Artistico - Letterario a Mestre: Futuristi Contemporanei.
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